Le Good news sull’ambiente che non vedevamo l’ora sentire

Parlando di cambiamenti climatici, sentiamo solo cattive notizie, il che è non è una sorpresa vista la piega che stia prendendo il mondo. Tuttavia, ogni tanto qualche minuscolo passo in avanti c’è ed è proprio da questi piccoli progressi che dobbiamo prendere coraggio

Oggi vediamo alcune buone notizie sull’ambiente che riguardano il nostro continente.

La prima novità arriva dalla la Commissione Europea. Infatti, si è posta lo scopo di “normalizzare” i prodotti sostenibili che oggi risultano ancora l’eccezione. Come si legge sul sito ufficiale, l’UE desidera “rendere quasi tutti i beni fisici sul mercato dell'UE più rispettosi dell'ambiente, circolari ed efficienti dal punto di vista energetico durante l'intero ciclo di vita, dalla fase di progettazione fino all'uso quotidiano fino a fine vita”. Ma non solo: arrivano riferimenti anche al mondo della moda, storicamente tra i settori peggiori quanto a inquinamento: sarebbe stata messa a punto una “nuova strategia per rendere i prodotti tessili più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili, per contrastare il fast fashion, i rifiuti tessili e la distruzione di prodotti invenduti e garantire che la loro produzione avvenga nel pieno rispetto dei diritti sociali”.

Il pacchetto prevede poi “nuove regole per responsabilizzare i consumatori alla transizione verde in modo che i cittadini siano meglio informati sulla sostenibilità ambientale dei prodotti e meglio protetti dal greenwashing”.

L’altra buona notizia riguarda poi l’espansione dei parchi eolici off-shore. Infatti, ben nove paesi - sette dell'UE più Regno Unito e Norvegia - hanno firmato una dichiarazione che vuole trasformare il Mare del Nord nella “più grande centrale elettrica verde d’Europa”, come riferisce il Ministro dell’energia belga e lanciare i primi progetti per produrre idrogeno da energia rinnovabile.

Certo, ancora poco diremmo noi. Secondo gli scienziati più autorevoli al mondo, così come gli autori del report IPCCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), non possiamo più permetterci una politica dei piccoli passi, ma cosa ne sarebbe del nostro futuro se non ci fossero neanche questi modesti segnali? Direi quindi di leggere il tutto in chiave più positiva che negativa e servirci di ciò come “precedente” per spingere verso un mondo più giusto.

Quando poi ci sembra tutto “troppo” negativo, quando la frustrazione e la voglia di arrenderci di fronte a una battaglia apparentemente persa contro chi tira le fila del mondo ci toglie l’aria… ricordiamo che il climate change è un problema globale e che per definizione non può essere “piccolo”. Per un attimo, giusto il tempo che ci serve per partire più forti di prima, proviamo a non guardare l’intera scala nel suo insieme e focalizziamoci sulle buone notizie. Ci farà sentire meglio.


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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