Alluvione in Emilia Romagna: ecco perché ogni comune dovrebbe avere un geologo

Guardando a cos'è accaduto in Emilia Romagna e di fronte all’ennesima alluvione ci chiediamo cosa abbia innescato questo evento e soprattutto se ancora una volta c’è di mezzo lo zampino della crisi climatica. Gli esperti rispondono e soprattutto lanciano un appello ai giovani: “abbiamo bisogno di geologi”. Ecco perché
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“In 36 ore sono caduti più di 140 millimetri d'acqua, e ora il rischio sono le frane”: è così che ha esordito il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio riferendosi a quanto accaduto tra il 2 e il 3 maggio 2023 in Emilia-Romagna. Interi comuni completamente sommersi d’acqua e scenari che a una prima occhiata sembrano ricordare quelli che siamo abituati a vedere in zone molto distanti da casa, in altri continenti. Purtroppo, come riporta ilmeteo.it, i terreni sono saturi e gonfi d’acqua, e potrebbero quindi franare anche nel caso in cui tornasse il bel tempo.

A inizio settimana piogge eccezionali hanno colpito le zone tra le province di Ravenna e Bologna, ma a mettere però in seria difficoltà territori storicamente abituati alle alluvioni sono state le piene dei fiumi Lamone e Montone, che hanno rotto gli argini. Tra le cittadine più colpite risultano Faenza con più di 500 sfollati e Imola con 300 persone che hanno lasciate le loro case. Molti altri comuni sono isolati a causa di strade chiude.

Ma cosa ha innescato questa situazione?

La risposta è semplice: ben due anni di siccità grave e piogge molto abbondanti che si sono verificate in pochissimo tempo. Infatti,

il terreno quando è estremamente arido non riesce ad assorbire l’acqua con facilità

A spiegare questo meccanismo, con l’aiuto di un esperimento è stato il Professore Rob Thomas dell'Università di Reading, in Inghilterra.

Il Professore ha disposto 3 bicchieri pieni d’acqua su tre differenti tipi di terreno: uno bagnato, uno umido e uno molto arido. Sorprendentemente, quello più arido che nell’immaginario comune dovrebbe essere quello che più velocemente assorbe il liquido, in realtà non riesce a “bere” l’acqua contenuta nel bicchiere, che resta quindi in superficie. Bene, questo è ciò che si verifica quando masse d’acqua piovana si riversano violentemente su suoli che per mesi e mesi sono stati aridi!

A riassumere questo concetto è stato il fisico Carlo Cacciamani dell’Arpa Emilia-Romagna, il quale ha riferito ad Ansa che la perturbazione ha scaricato notevoli quantitativi di pioggia su un territorio dove non pioveva da tempo e nel quale il terreno indurito ha faticato ad assorbire la pioggia. “È stato come buttare l'acqua sul pavimento", ha concluso.

Ancora una volta eventi metereologici anomali le cui cause risiedono nella nostra attività scellerata ci hanno colpito e purtroppo in futuro sarà sempre peggio. Abbiamo però valide munizioni nel nostro arsenale, tra cui quelle di formarci e lavorare per il nostro paese.

Ed è proprio l'Accademia Nazionale dei Lincei, una delle istituzioni scientifiche più antiche d'Europa, a lanciare l’sos geologi: secondo questi ultimi, infatti, sarebbe necessario almeno un geologo per Comune che aiuti a gestire la situazione idrogeologica del territorio. Cosa che oggi non abbiamo ancora.

È dalle crisi che nascono le migliori menti e le migliori soluzioni, quindi perché non metterci in gioco?


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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