Women in Run, il running network per la corsa in sicurezza delle donne

17-02-2022
Più di 6 milioni 788 mila donne hanno subìto forme di violenza fisica o sessuale: nel 13,2% dei casi, l’aggressore è un estraneo. Nel milanese, l’ennesimo barbaro episodio che ha coinvolto una runner ha sollecitato la nascita di un network di gruppi di allenamento gratuiti sparsi in diverse città d’Italia

Milano, mercoledì 29 ottobre 2014 ore 13:00. Dopo una corsa di oltre 14 km lungo il Naviglio Grande, Irene fa tappa a una fontanella adiacente il parco ex Area Pozzi. Il traguardo è a pochi metri di distanza. Al rientro la aspettano la doccia, le faccende domestiche, l’organizzazione dell’agenda lavorativa e la famiglia.

Quel giorno Irene non rincasa. Un branco ha approfittato della sosta per aggredirla alle spalle. I runner che l’hanno soccorsa non dimenticheranno mai la maschera di sangue e lacrime che gli si è parata davanti, in corsa, con i vestiti strappati e l’anima appesa alle sue ultime forze. Irene è stata sbattuta contro un muro, picchiata, sfregiata con un vetro e un coltello sul viso, sulle braccia, sulle gambe e sul ventre. 

Non la luce, non il via vai di persone hanno fermato i suoi carnefici

Violenza sulle donne: nel 13,2% dei casi l’aggressore è un estraneo

Irene non è stata protagonista di un fenomeno isolato. Un’analisi Istat rivela che, in Italia, nel corso della propria vita, il 31,5% delle donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni (6 milioni 788 mila) ha subìto forme di violenza fisica o sessuale: il 20,2% di loro (4 milioni 353 mila) è caduta vittima di violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) di violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) di stupro (652 mila) o tentato stupro (746 mila). Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. 

La storia di Irene non ha provocato solo sconcerto, orrore e rabbia. 

L’episodio ha prodotto un impatto sulla società

Un’amica, Jennifer Isella, lancia così sui social un Running Flash Mob di protesta. La risposta supera ogni aspettativa: oltre 50 città e migliaia di persone accolgono l’invito al grido “Il branco siamo noi” correndo per le strade con addosso magliette rosse raffiguranti una scarpetta con le ali, il simbolo dell’evento. 

https://www.instagram.com/p/Baz0NC7jQ7T/

Nell’aprile del 2015 l’iniziativa sfocia nella fondazione di un’Associazione Sportiva Dilettantistica, Women In Run:

un running network al femminile che aiuta le donne a correre in sicurezza attraverso l’adesione a gruppi di allenamento gratuiti sparsi in tutta Italia

Abbiamo parlato del progetto con Jennifer Isella, fondatrice e Presidentessa di Women In Run.

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Jennifer Isella, Fondatrice e Presidentessa Women In Run ASD

Cos'è oggi Women in Run e quali servizi offre? 

Women In Run è un’associazione sportiva dilettantistica affiliata a FIDAL e offre ai suoi tesserati e non la possibilità di partecipare a gruppi di allenamento gratuiti di corsa e nordic walking oggi principalmente in Lombardia ed Emilia Romagna. I gruppi di allenamento sono stati pensati per offrire alle donne la possibilità di non correre da sole ma di farlo in sicurezza con altre persone.

Quali problemi risolve alle donne? 

Principalmente il problema legato alla sicurezza della corsa, uno sport che spesso costringe a correre sole in fasce orarie considerate a rischio. I gruppi di allenamento nelle diverse città offrono un’opportunità concreta di aggregazione con altre persone che possono garantire alle donne maggior sicurezza nel praticare questo sport. Inoltre abbiamo avuto modo di constatare come l’approccio dell’allenamento di gruppo sia molto più motivante rispetto all’allenamento in solitaria, soprattutto per le donne, che vedono nella possibilità di confronto un supporto importante nel raggiungimento dei loro obiettivi.

https://www.instagram.com/p/CH7VasVsXGh/

Quante donne hanno aderito all'iniziativa? In quali città? 

Dopo la nascita dell’Associazione, le città che hanno proseguito il progetto sono state più di 10 tra cui Milano, Verona, Trento, Cesena, Lecco, Vicenza, Modena e, nel corso di questi anni, sono state migliaia le donne che hanno partecipato ai nostri eventi, gruppi di allenamento e gare.

Qual è il profilo tipo della donna che gravita all'interno del network? 

Non abbiamo mai avuto un target ben definito ma se dovessi pensarne uno direi: donna dai 35 ai 60 anni che desidera correre per rimettersi in forma o anche solo per avere un momento dedicato a sé, al di fuori degli impegni lavorativi e familiari. Abbiamo accolto anche donne provenienti da centri antiviolenza che hanno approcciato lo sport su consiglio di psicoterapeuti o specialisti. 

La corsa rappresenta per molte donne l’inizio di un percorso più o meno cosciente di crescita personale, un modo per dire a sé stesse e agli altri “esisto anch’io”

Quali sono i prossimi obiettivi di Women in Run? 

I prossimi obiettivi di Women In Run sono due: continuare con i gruppi di allenamento, rianimare i gruppi delle diverse città che in questi ultimi due anni di pandemia hanno subito un colpo di arresto e lavorare a un progetto imprenditoriale digitale basato su un nuovo concetto di approccio allo sport chiamato #Sportfulness; che consiste in veri e propri percorsi di self empowerment che riescano a potenziare gli effetti benefici dello sport attraverso l’affiancamento alla pratica sportiva di discipline che lavorano al livello della consapevolezza e regolazione delle emozioni (mindfulness, aromaterapia, ecoterapia, yoga etc).

https://www.instagram.com/p/_JEFRFMP3N/

Nel corso del 2022 Women In Run diventerà società a responsabilità limitata semplificata e si avvarrà della collaborazione di professionisti del settore benessere fisico e mentale che, tra le altre cose, dedicheranno ore di volontariato a supporto di donne e bambini ospiti dei centri antiviolenza. 

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