Amleta, il collettivo di attrici che porta avanti il MeToo italiano

Il collettivo fondato due anni fa da 28 attrici ha come obiettivo quello di contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo e portare alla luce episodi troppo spesso passati sotto silenzio

Anche il mondo del cinema italiano ha il suo “MeToo”. A portare avanti la battaglia finalizzata a raccogliere e denunciare le molestie e gli abusi subiti dalle attrici durante provini e riprese è Amleta, collettivo nato per evidenziare e contrastare il divario e le discriminazioni di genere nel mondo dello spettacolo. Da un’iniziativa nata due anni fa, si è generato un dibattito che nelle ultime settimane ha guadagnato sempre più attenzione.

Lo scorso 16 gennaio, infatti, a due anni dalla sua nascita, Amleta ha deciso di diffondere i dati dell’attività svolta insieme con Differenza Donna, nell’ambito di una collaborazione nata per garantire la tutela legale a chi decide di sporgere denuncia. E i numeri, ancorché del tutto parziali, sono preoccupanti: le testimonianze di abusi, molestie e violenza sessuale che il collettivo ha raccolto e aiutato a emergere sono 223, tutte arrivate durante la campagna #apriamolestanzedibarbablù e via mail tra il 2020 e il 2022.

Praticamente nella totalità dei casi, con l’unica eccezione di due, gli abusanti nel mondo dello spettacolo erano uomini che hanno preso di mira attrici o allieve attrici molto giovani, alcune giovanissime. Una scelta affatto casuale, quella di citare Barbablù per la campagna, perché l'obiettivo era parlare di qualcosa che, pur sotto gli occhi di tutti, resta chiuso in luoghi segreti e nascosti, predatori che restano così lontani da sguardi indiscreti.

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«Ci sono nei nostri bei palazzi, nei nostri castelli, che sono i nostri teatri, le nostre accademie e i nostri set cinematografici, delle stanze ben chiuse a chiave - spiegano da Amlet_A - Sono stanze in cui le donne vengono metaforicamente fatte a pezzi. Vogliamo dirvi che noi vogliamo restare vive, e vogliamo restarlo anche socialmente e professionalmente. Siamo in quel punto della fiaba in cui le chiavi per poter aprire finalmente quelle stanze e fare luce su quello che accade alle donne sono nelle nostre mani».

La maggior parte degli abusanti sono registi, i provini le situazioni più a rischio

Da qui è partita l'associazione, fondata da 28 attrici per “contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo” e puntare i fari sulla “condizione delle donne nel mondo dello spettacolo”, per raccogliere le denunce e monitorare un fenomeno che è di fatto una vera e propria piaga nascosta in piena luce. La maggior parte degli abusi denunciati ad Amleta sono stati commessi da registi (il 41,26%), colleghi attori (il 15,7%) e produttori (6,28%), anche se non mancano insegnanti di accademie e scuole (5,38%).

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Seguono casting director, agenti, manager, aiuto registi, critici e anche giornalisti. In due casi le attrici sono state molestate addirittura dagli spettatori, uomini che hanno atteso che scendessero in platea durante gli spettacoli per palparle. Sempre secondo i dati diffusi nel report di Amleta, le molestie avvengono principalmente sui luoghi di lavoro, quindi sui set cinematografici o nei teatri, sia dietro le quinte che sul palcoscenico durante gli spettacoli, avvengono nei camerini, oppure in spazi dove vengono dirottate le prove o i provini, come per esempio le case o gli studi privati degli abusanti. Alcuni casi sono avvenuti anche in accademie di teatro e nei luoghi di formazione, oltre che sul web, attraverso chat e social: «Il provino resta il momento in cui si concentrano la maggior parte degli abusi, seguito dalle prove, dalle messe in scena e dai momenti di formazione», sottolineano dal direttivo del collettivo.

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Frasi manipolatorie che giocano sugli stereotipi per spingere le attrici oltre i limiti

Molestie e abusi quasi sempre accompagnati da frasi manipolatorie, che sono riuscite a convincere le attrici a superare i confini che non volevano superare sfruttando anche stereotipi: c'è chi ha invitato l'attrice a "essere perversa" e "a non avere blocchi o inibizioni" per "sedurre, eccitare il pubblico", chi ha detto che "questo è un provino un po’ particolare, c’è bisogno che ti lasci andare", e ancora chi ha suggerito che

Devi esercitarti a sedurre me per riuscire poi a sedurre un pubblico

Parole scelte con attenzione, per lasciare intendere alle attrici, soprattutto a quelle più giovani, che attitudine alla seduzione e sensualità sono parte integrante del lavoro e che sarebbe necessario scendere a compromessi per riuscire a raggiungere i propri obiettivi e ottenere la parte.

"Non è vero che le attrici non parlano, è che non vengono ascoltate"

Un ulteriore elemento emerso nel corso della raccolta delle denunce è la difficoltà con cui le attrici riescono a farsi ascoltare. Pur abituate a rivolgersi a una vasta platea di persone, molto spesso finiscono per non essere prese sul serio o per essere ignorate, e la paura di essere tagliate fuori e di perdere opportunità lavorative, unita alla vergogna, finisce per silenziare le loro voci. Lo spiegano, molto bene, da Amleta: «Non è vero che le attrici non parlano - sottolineano da Amleta - Le attrici parlano e denunciano, solo che non vengono ascoltate. Quando parlano molto spesso non vengono sostenute, ricordo a questo proposito un’attrice che ci scrive: «Mi dissero che se avessi denunciato sarebbe saltata tutta la tournée. Avevo 26 anni, saltai io. Forse proprio per questa mancanza di solidarietà la maggioranza degli abusi viene vissuta in solitudine, le attrici non parlano, per vergogna, senso di colpa, paura».

La campagna di tesseramento per il 2023

Alla luce della mole di denunce raccolte, e dell'importanza del lavoro svolto, Amleta ha lanciato per il 2023 una campagna di tesseramento invitando a unirsi alla battaglia portata avanti per tutte le donne. L'appello è stato condiviso sui social con l'invito a "prendere posizione", ricordando l'importanza di far sentire la propria voce per far sentire le donne vittime di abusi e molestie meno sole.

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«In un periodo storico costellato dalle rivolte di donne e uomini che in tutto il mondo lottano affinché vengano riconosciuti i propri diritti fondamentali, anche un piccolo gesto come quello di tesserarsi ad Amleta è un segnale importante: un seme gettato per il futuro e una presa di posizione chiara nel presente - spiegano dal collettivo - Perché tesserarsi? Le azioni più importanti intraprese da Amleta nel 2022 sono state #apriamolestanzedibarbablu, #Immaginareilpossibile e #Vedereèpotere. Con il tuo aiuto, continueremo il nostro lavoro in questa direzione anche nel 2023».

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