Il costo della virilità: un libro calcola quanto costano all’Italia gli uomini violenti

La scrittrice ed economista Ginevra Bersani Franceschetti, insieme alla storica dell’economia Lucile Peytavin, ha firmato un saggio che analizza quanto costano allo Stato i comportamenti antisociali e violenti degli uomini. Spoiler: tantissimo

Secondo l'Istat, in Italia, gli uomini sono responsabili della maggior parte dei comportamenti antisociali. Comportamenti che hanno ricadute anche a livello economico, un fattore che viene quasi sempre ignorato. Ed è su questo che si è concentrata l’economista Ginevra Bersani Franceschetti quando, insieme alla storica dell’economia Lucile Peytavin (già autrice di “Dans Le coût de la virilité”), ha deciso di lavorare a un libro che restituisse in modo chiaro quanto costa, oggi, la virilità. Intesa come tutti quei comportamenti tipici di una società patriarcale e fondata su stereotipi, una società in cui sono per la stragrande maggioranza gli uomini a indulgere in comportamenti violenti e che strizzano l'occhio alla sopraffazione. 

In Italia la violenza degli uomini costa 1.700 a persona

Il risultato del lungo e complesso lavoro di analisi è raccolto in "Il costo della virilità. Quello che l’Italia risparmierebbe se gli uomini si comportassero come le donne", edito da Il pensiero Scientifico Editore. Un libro in cui, dati alla mano, Bersani Franceschetti dimostra come gli uomini violenti nel nostro Paese costino almeno 1.700 euro a persona all’anno: «Il punto di partenza del nostro studio è semplice: in Italia, gli uomini sono responsabili della stragrande maggioranza dei crimini e delitti, specialmente i più gravi. Rappresentano l’83% degli imputati per i quali è stata aperta una procedura penale e l'85% delle persone condannate dalla giustizia. Sono l’83% degli autori di omicidi stradali, il 93% degli autori di omicidi volontari, il 91% dei rapinatori, il 92% degli evasori fiscali, il 76% dei ladri, l’89% degli usurai- spiega l’autrice - L’esaltazione della brutalità nella cultura italiana ha un forte impatto sulla nostra ricchezza. In totale, stimiamo a 98,78 miliardi di euro all’anno il costo dei comportamenti virili sull’economia italiana, una cifra enorme, che equivale al 5% del Pil italiano del 2019».

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Bersani Franceschetti, diplomata in Finanza all’Institut d’Etudes Politiques de Paris, già co-presidente di “Politiqu’elles”, associazione per la promozione del ruolo delle donne nella società e co-fondatrice dell’associazione “Genre et statistiques”, ha spiegato che l’idea di calcolare il costo della virilità in Italia le è venuta leggendo il lavoro di Peytavin, che ha fatto la stessa cosa in Francia nel 2021.

Gli uomini sono sovrarappresentati in ogni categoria di crimine e delitto in Francia così come in Italia, e da questo provengono costi sostenuti direttamente dallo Stato in servizi di ordine pubblico e per la magistratura,

sottolinea l'economista. Indirettamente, quindi, dalla società che subisce perdite di ricchezza e produttività. E la situazione italiana è peggiore di quella francese: «In Francia la virilità costa 95 miliardi di euro l’anno, in Italia quasi 99 miliardi di euro l’anno. Si potrebbe pensare che più o meno siamo allo atesso livello, ma l’Italia ha 9 milioni di abitanti di meno: se si rapporta il costo della virilità al numero di abitanti si arriva a un costo procapite di 1.700 euro per l’italia e di 1.400 euro per la Francia, una bella differenza».

Come si calcola il costo della virilità (e come si può arginare)

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Ma come si quantifica il costo della virilità? Per l’economista è un calcolo matematico molto semplice: basta fare la differenza tra il denaro speso dallo Stato per i comportamenti antisociali degli uomini e quello speso per affrontare il comportamento asociale delle donne. Il risultato, spiega ancora Bersani Franceschetti, è il costo aggiuntivo sostenuto dallo Stato italiano per gestire la violenza supplementare degli uomini, ed è anche ciò che l’Italia risparmierebbe se gli uomini si comportassero come le donne:

«Non c’è niente nella fisiologia e nella biologia degli uomini che li porta a essere più propensi a commettere violenze rispetto alle donne - prosegue l’economista - La causa è da ricercare nella cultura e nella socializzazione data agli uomini, che enfatizza certi valori di virilità che non sono invece enfatizzati nella socializzazione che si dà alle donne». 

Soltanto attraverso una educazione profondamente egualitaria si può dunque pensare di affrontare e risolvere il problema alla base: «Bisogna educare gli uomini come educhiamo le donne - conclude - L’educazione deve essere più umanista, più rispettosa delle regole, tanto per iniziare. Abbiamo circa la metà della popolazione italiana che dimostra che funziona».

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