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Perché non dovresti sentirti in colpa se vuoi esplorare la non monogamia

Non monogamia: perché non sentirsi in colpa
Da qualche tempo hai cominciato a pensare alla possibilità di esplorare la non monogamia, ma una parte di te si sente ancora in colpa? Non dovresti, non c'è nulla di innaturale. Ma alla base di ogni scelta devono sempre esserci dialogo e rispetto

Nonostante i molteplici sforzi che si stanno facendo nella direzione dell'amore inclusivo, in ogni sua forma, ci troviamo ogni giorno a subire delle pressioni più o meno esplicite quando esprimiamo il desiderio di vivere delle relazioni "non convenzionali". Ciò può accadere anche quando iniziamo a parlare di non monogamia: ciò che riceviamo in cambio potrebbero essere perplessità, scetticismo e giudizio.

Eppure, non dovremmo sentirci in colpa se desideriamo una relazione aperta e non limitante o vincolante: non c'è nulla di innaturale. Per quanto banale possa essere ribadirlo, l'uomo non è fisicamente fatto per legarsi a un unico partner nel corso della vita ed esplorare altri rapporti potrebbe, in realtà, essere la chiave per la felicità.

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La non monogamia e il tradimento

Per capire perché non ci si dovrebbe sentire in colpa quando si pensa alla non monogamia, basta pensare che questo tipo di relazione non è sinonimo di tradimento. Al contrario, questo schema relazionale è piuttosto trasparente e parte dal desiderio di uno o di entrambi i partner di esplorare nuovi legami. Prendere questa strada significa partire da una buona comunicazione di coppia e arrivare a una scelta comune e condivisa, che non prevede nessun altarino, niente di nascosto o segreto.

Per quanto difficile sia da capire per coloro che non hanno mai provato l'esperienza, chi vive questo tipo di relazione è molto più bravo a stabilire regole e discutere sentimenti e situazioni rispetto a coloro che sono impegnati in un rapporto monogamo. Come mai? Perché si tende a dare un grande peso sia al legame tra i partner che alla libertà individuale e si arriva alla consapevolezza che entrambe le cose hanno un enorme valore, che non va messo a rischio né sminuito.

Ragionare sulla non monogamia etica

È per questo che da diverso tempo si discute di non monogamia etica. Se da una parte un rapporto di coppia assodato, magari lungo e duraturo, diventa un pilastro imprenscindibile della nostra vita, dall'altra parte è fisiologico che cambi. L’amore prima o poi finisce lasciando il posto a una quieta affezione, l'attrazione sessuale scema e si tende ad andare avanti in maniera per lo più abitudinaria.

Tutto ciò è condannabile? Certo che no: c'è anche chi vive tutto questo in maniera romantica, godendosi la bellezza di ogni fase e trovando un equilibrio fatto di tenerezza e piccole gioie. D'altro canto, però, c'è anche chi comincia a sentirsi soffocare, ed è qui che entra in gioco la non monogamia etica, ossia una relazione di coppia che non prevede esclusività e che si basa sulla libertà e il rispetto reciproco.

Non si tratta di saltare da un letto all'altro mentendo all'altro e/o cercando fugaci soddisfazioni per poi riempirsi di sensi di colpa: si tratta di scegliere ogni giorno un rapporto di coppia che contempli l'uscita dal legame a due per soddisfare i bisogni emotivi, sessuali e persino comunicativi delle singole parti.

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Perché non ci si deve sentire in colpa?

Tutto questo non è anomalo, non è strano: siamo fisicamente fatti per esplorare un certo numero di partner. Le nostre convinzioni più radicate sulla monogamia, infatti, dipendono per lo più da una serie di costrutti sociali che abbiamo interiorizzato nel corso del tempo, complici una società patriarcale e la forte pressione riproduttiva sulle donne.

Questi costrutti hanno avuto un impatto estremamente dannoso soprattutto sulle donne, che venivano e, purtroppo ancora oggi, vengono etichettate più che negativamente quando esprimono il bisogno di conoscere più partner o di avviare un tipo di rapporto che non preveda l'assoluta esclusiva. Sentirsi in colpa è l'estrema conseguenza di questi costrutti e non è naturale: non si fa nulla di sbagliato se si cerca la libertà in amore, mai.

Libertà e trasparenza in amore

Infatti, il concetto di fedeltà/infedeltà è molto più personale di quanto si pensi. In una relazione non monogama o poliamorosa la fedeltà è più che presente, perché non si ancora al concetto di andare a letto con persone fuori dalla coppia o esprimere loro dei sentimenti. Si lega, invece, alla completa e assoluta trasparenza. Entrambi i partner sono informati su ciò che l'altro fa, sulle persone che conosce e su quanto è profondo il rapporto che sta costruendo.

La sincerità e il consenso sono la chiave per aprirsi a nuovi concetti e tipologie di relazioni amorose senza sentirsi sotto pressione e senza commettere errori. Iniziare un rapporto non monogamo significa, dunque, non tradire la fiducia né le aspettative della controparte ma dettare subito delle regole chiare, che vadano bene a entrambi e che lascino a entrambi la possibilità di essere ciò che vuole essere.

Certo, facile a dirsi e difficile a farsi. Mantenere questo tipo di equilibrio, almeno all'inizio e con lo spauracchio della gelosia sempre presente, può essere complicato. Ma come in ogni cosa, la chiave è il dialogo. Non sentitevi in colpa, parlatene: tutto, poi, verrà da sé.

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