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Perché le mascherine rosa dovrebbero essere indecorose per la Polizia?

Mascherine colorate
In seguito alla fornitura di mascherine rosa ai corpi di Polizia, il sindacato autonomo delle Forze dell'Ordine è insorto reputandole indecorose. Ma è davvero così?

Può il colore di un dispositivo di sicurezza diventare argomento di discussione? La risposta, a quanto pare, è sì. A dimostrarlo è quanto sta accadendo in seguito alla fornitura di mascherine rosa agli agenti di Polizia di diverse Questure Italiane.

Il colore toccato in sorte agli agenti (o appositamente scelto, in ogni caso non farebbe differenza) ha mosso un gran tumulto, spingendo addirittura il SAP, Sindacato Autonomo di Polizia, a scrivere al Prefetto Lamberto Giannini, capo della Polizia per richiedere dei colori più "consoni". Ma andiamo per ordine e raccontiamo la storia, punto per punto.

Le mascherine rosa e l'intento di "preservare il decoro"

Stando a quanto espresso dal SAP, la fornitura di mascherine rosa è da definirsi inusuale e il fatto che il loro arrivo stia interessando le Questure di diverse città d'Italia (Pavia, Varese, Ferrara, Siracusa, Venezia) è motivo di perplessità.

Sempre attenendoci a quanto scritto dal Sindacato, le mascherine rosa risulterebbero indecorose per gli agenti che dovrebbero indossarle. Si legge, nello specifico, che:

La rilevanza delle funzioni svolte dalla Polizia di Stato impone all'Amministrazione di preservare il decore dei propri operatori, evitando che gli stessi siano comandati a svolgere attività istituzionale con dispositivi di protezione di un colore che risulta eccentrico rispetto all'uniforme e rischia di pregiudicare l'Immagine dell'Istituzione.

SAP

Si impone, a questo punto, una riflessione sul termine eccentrico. Perché una mascherina di colore rosa dovrebbe apparire stravagante o fuori luogo se indossata da un agente di polizia?

Colore maschile singolare

La domanda si fa ancora più pressante continuando a leggere quanto il SAP scrive al Prefetto: viene, infatti, richiesto addirittura un immediato intervento per far sì che gli agenti possano prestare servizio con mascherine di colore diverso. E i colori "autorizzati" vengono anche elencati: bianco, azzurro, blu o nero.

Viene altresì precisato e sottolineato che le mascherine acquistate dall'Amministrazione non debbano essere di altri colori e debbano anche essere prive di decorazioni, arrivando a precisare che un acquisto diverso possa essere uno sperpero di denaro pubblico.

Mascherine colorate

Analizzando i colori elencati dal SAP appare evidente la declinazione del colore al maschile singolare: bianco, azzurro, blu o nero. Questo nonostante Stefano Paoloni, segretario generale del SAP, si sia affrettato con una nota a precisare che non esiste un pregiudizio nei confronti del rosa.

Per Paoloni la rimostranza è da attribuirsi alla mancata coerenza con le cromìe della divisa e al fatto che non solo una mascherina, ma più in generale un accessorio di un colore differente è da ritenersi non idoneo per mancanza di sobrietà.

Rosa vs azzurro: la polarizzazione del colore e della sessualità

Sebbene non stia certo a noi questionare sulle reali ragioni per cui le mascherine rose abbiano scatenato una siffatta reazione, la verità è che esiste ancora, al giorno d'oggi, una radicata convinzione legata a ciò che è per maschio e ciò che è per femmina.

Una convinzione che coinvolge anche i colori e che attribuisce l'azzurro all'uomo (il Principe Azzurro ne è l'esempio lampante) e il rosa alla donna, orientando diversi tipi di scelte, su più livelli: dalle tinte delle camerette all'abbigliamento.

Dovrebbe essere superfluo oggi, con l'avanzare di un pensiero che equipara i sessi virando verso una sempre più completa eguaglianza, sottolineare quanto questo sia scorretto e quanto un colore non sia altro che un colore, il quale dovrebbe trascendere da cortocircuiti di pensiero che sviliscono l'uno o l'altro sesso.

Allo stesso tempo dovrebbe essere superfluo specificare che non è il rosa a svilire l'uomo (o le Forze dell'Ordine), ma due cose ben più gravi: il concetto di maschio, di uomo tutto d'un pezzo (che porta poi a esasperare la mascolinità trasformandola in tossica) e l'idea che questo concetto possa in qualche modo essere vilipeso da un colore o da un accessorio.

Queste riflessioni, appunto, dovrebbero essere superflue. Eppure, si impongono ancora e ancora. Perché la strada per sradicare certi concetti, purtroppo, è ancora lunga e tortuosa.

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