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Su Netflix, un film rompicapo: surreale, divertente, romantico e misterioso, è tutto da vedere

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Arriva su Netflix il film Non pretendo che qualcuno mi creda, tratto dall’omonimo romanzo di Juan Pablo Villalobos che gioca con i generi per una storia che diventa man mano sempre più assurda.

Netflix propone dal 22 novembre il film Non pretendo che qualcuno mi creda, tratto dall’omonimo romanzo di Juan Pavlo Villalobos. Diretto da Fernando Frias de la Parra e interpretato da Dario Yazbek Bernal, racconta la storia di Juan Pablo, un giovane che si reca a Barcellona con la fidanzata Valentina per ottenere un dottorato in letteratura. Ma prima di lasciare il Messico resterà coinvolto in una rete criminale che lo spingerà a scrivere il romanzo dei suoi sogni mentre la sua vita prenderà una piega assurda.

Da un romanzo surreale e divertente

Al regista messicano Fernando Frías de la Parra piace muoversi nei confini. Non solo quelli geografici: anche quelli culturali, di classe e, in termini cinematografici, quelli dei generi. Lo aveva fatto con il suo lungometraggio precedente, Ya no estoy aquí, e lo fa di nuovo con il film Netflix Non pretendo che qualcuno mi creda, un thriller violento che è anche una commedia, a volte un film romantico (a suo modo) e altre volte una commedia di equivoci, ma è sempre disposto a prendersi gioco della sua epoca.

Juan Pablo, il protagonista, è uno studente di letteratura che ha appena vinto una borsa di studio a Barcellona, ma prima di partire per la Spagna si trova coinvolto in una questione con un cartello narcotico che lo costringe a compiere un "incarico" in Spagna. Il regista si serve di quella moderna e misteriosa Babele che è la città catalana per far sì che i suoi protagonisti siano sempre persi in un labirinto dal quale forse non si può uscire neanche dall'alto.

Il film Netflix Non pretendo che qualcuno mi creda, così come il libro da cui è tratto, racconta di situazioni in cui il normale si trasforma in delirio senza che si sappia bene come e ciò che è strano alla fine diventa normale. Di fronte a ciò, non si può far altro che ridere perché tutto è divertente, quotidiano e surreale allo stesso tempo, proprio come la vita stessa. Attraverso l’odissea di un uomo comune, coinvolto in avventure bizzarre, ci parla di realtà e di finzione, ovvero dell’importanze della letteratura nelle nostre vite e del ruolo fondamentale che in esse gioca l’umorismo.

Il poster originale del film Netflix Non pretendo che qualcuno mi creda.
Il poster originale del film Netflix Non pretendo che qualcuno mi creda.

Un film da vedere

Come l’autore del romanzo da cui il film Netflix è tratto, il protagonista di Non pretendo che qualcuno mi creda si chiama Juan Pablo Villalobos (Dario Yazbek Bernal). È un giovane che sta per partire per frequentare un dottorato sull'uso dell'umorismo nella letteratura latino-americana presso l'Università Pompeu Fabra di Barcellona.

Prima di partire, Juan Pablo fa visita ai suoi genitori a Guadalajara, ma lì si imbatte nel cugino, coinvolto in affari loschi e ucciso a sangue freddo dai mafiosi di un cartello di fronte allo sconcertato sguardo del protagonista. Non è uno scherzo, non c'è nulla di improvvisato. Saranno proprio quei gangster a iniziare non solo a seguirlo, ma addirittura a guidare i suoi passi a Barcellona, dove si reca con la sua fidanzata Valentina Cruz García (Natalia Solián), ma dovrà entrare in contatto (e sedurre) Laia (Anna Castillo), una studentessa femminista figlia di un potente politico catalano.

Tutti affermano che sono nelle zone meno turistiche di Barcellona (sullo sfondo, vediamo manifesti di case occupate) con il personaggio di Facundo, un argentino astuto e scaltro interpretato da Juan Minujín, che anticipa che Juan Pablo e Valentina si separeranno (in parte il protagonista lo farà per salvaguardare la sua sicurezza).

Oltre a qualche sottolineatura superflua da parte della voce fuori campo e a frasi dirette alla telecamera in cui si rompe la quarta parete, il film Netflix Non pretendo che qualcuno mi creda gestisce con agilità, tensione e spudoratezza una combinazione di thriller mafioso, disavventure universitarie e una serie di intrecci che prendono spunto dallo spirito dell'umorismo fisico di Buster Keaton e dalla comicità sottile di Aki Kaurismäki. Una serie di sventure che porteranno il protagonista a essere seguito da gangster cinesi e catalani, a incontrare spacciatori, a somatizzare con il suo corpo e il viso invasi da un crescente e fastidioso eczema nervoso e a dover studiare gli scritti di Judith Butler per conquistare Laia.

In una Barcellona piuttosto sordida in cui Juan Pablo vivrà la sua personale versione di Fuori orario e dovrà mantenere un equilibrio precario per restare vivo, ha luogo una tragicommedia provocatoria, inquietante, scomoda e stimolante. Da vedere.

Non pretendo che qualcuno mi creda: Le foto del film

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