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Non credo in niente: Il disagio giovanile attraverso il canto di Demetra Bellina in anteprima esclusiva

non credo in niente film
So Many Roads è il brano portante della colonna sonora del film Non credo in niente, il racconto di quattro millennial alle prese con il disagio e la frustrazione della loro vita sullo sfondo di Roma.

Arriva al cinema il 28 settembre il film Non credo in niente, opera prima del giovane regista modenese Alessandro Marzullo. Prodotto da Daitona e Flickmates e presentato alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, il film Non credo in niente è il viaggio notturno nell'anima di quattro ragazzi alla soglia dei trent'anni che non vogliono rinunciare alle proprie passioni, nonostante il loro progetto di vita stia prendendo una direzione diversa da quella che speravano.

Interpretato da Demetra Bellina, Giuseppe Cristiano, Renata Malinconico e Mario Russo, il film Non credo in niente conta anche sulle prove attoriali di Lorenzo Lazzarini, Gabriel Montesi, Antonio Orlando e Jun Ichikawa.

Il poster del film Non credo in niente.
Il poster del film Non credo in niente.

Il disagio e la frustrazione dei giovani

Sceneggiato dallo stesso Marzullo, il film Non credo in niente è un viaggio notturno che corre sui binari paralleli delle vite di quattro ragazzi, sullo sfondo di una Roma deteriorata, tanto quanto le loro certezze. Un racconto frammentario, tessuto da relazioni superficiali, dove si alternano romanticismo e brutalità, dolcezza e sofferenza, musica e silenzio.

Una ragazza ricca di talenti artistici che si ritrova a fare la hostess di aerei; un aspirante attore taciturno che vaga in sella alla sua moto in cerca di sesso occasionale; una coppia di fidanzati musicisti, che si ritrova a lavorare in nero nella cucina di un ristorante. Non si conoscono tra loro, ma vivono tutti la stessa situazione: la strada che avevano intrapreso li ha condotti in un vicolo cieco e si ritrovano alla soglia dei trent’anni senza prospettiva. Le loro ambizioni giovanili si sono scontrate con la realtà del mondo contemporaneo.

Vivono in un profondo e costante disagio, nell’insoddisfazione, senza comprendere a fondo il motivo del loro malessere, rischiando così di abbandonarsi alla totale inazione o all’aggressività casuale. È solo l’abitudine, come quella di una sosta al paninaro notturno, a rendere dolce il veleno. Durante una successione di notti senza fine, i protagonisti tenteranno di affrontare le proprie fragilità, assediati da una costante insicurezza esistenziale. Il mantra per crescere e andare avanti è solo uno: crederci. Bisogna crederci, sì... ma in cosa?

“Con questo film volevo esplorare il disagio e la frustrazione che vivono i ragazzi di oggi del mondo occidentale contemporaneo, trasmettere le loro sensazioni, le loro paure”, ha commentato Alessandro Marzullo, classe 1993. “Volevo che lo spettatore fosse in grado di sentire e vedere questa “società liquida” di cui Zygmunt Bauman. Questo mi ha portato a fare anche scelte estreme, come ad esempio per la fotografia grezza e sporca, ottenuta tirando la pellicola e forzando lo sviluppo. Sentivo l'esigenza incontenibile di emancipare il processo creativo dagli schemi classici. Non potevo e non volevo in alcun modo limitare il percorso di questi personaggi dentro un modello narrativo solido e granitico, col rischio concreto di dar vita ad una retorica artificiosa ed anacronistica”.

“Al contrario, ho deciso di affrontare un percorso al buio, affidandomi alla sensazione più che al ‘testo letterario’. Ho provato a proseguire i percorsi tracciati dai registi indipendenti del passato come Rossellini in Italia, Cassavetes in America o Wong Kar Wai a Hong Kong, assimilando gli insegnamenti di carattere artistico produttivo e provando a tracciare una mia personale prospettiva nella messa in scena di questa “poesia metropolitana””, ha concluso.

Non credo in niente: Le foto del film

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Il regista Alessandro Marzullo.
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So many roads

Non credo in niente, il primo film di Alessandro Marzullo, è un film che vive di contrasti e che “attraverso delle dissonanze musicali e un montaggio alternato cerca di restituire l’imprevedibilità della vita e del presente”, per usare le parole del regista.

La musica non è infatti un commento sonoro ma il vero e proprio perno della struttura narrativa. A tal proposito, vi mostriamo in anteprima assoluta il momento in cui “Numero 4”, l’hostess interpreta da Demetra Bellina, si esibisce in un locale sulle note di So Many Roads, composta e prodotta da Riccardo Amorese. "Il mio personaggio, del quale nel film neanche viene specificato il nome, è una ragazza irrisolta che non riesce a trovare un posto e un modo per esprimere quello che ha dentro. Vaga senza pace nelle notti solitarie, continuamente in fuga da un silenzio assordante”, ha spiegato l’attrice.

“La vediamo in locali affollati, su aerei vuoti dove svolge senza interesse il suo lavoro di hostess… insomma un moto perpetuo che è in fuga da tutto e tutti. L’unico momento in cui sembra connessa con sé stessa e con il mondo è quando interpreta questo brano in un locale, sperando di essere ascoltata da qualcuno".

"So Many Roads racconta lo spleen e il male di vivere che incarna il personaggio stesso. Questo tema è un mantra che emerge passo dopo passo, lungo indistinti passaggi esistenziali, evocando il malessere profondo proprio della società in cui viviamo, cullato da una malinconia ancestrale. Quando qualcuno afferma "non credo in niente", in realtà sta solo gridando al mondo il suo bisogno di credere in qualcosa".

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