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Che cos’è la violenza simbolica e perché colpisce soprattutto le donne?

violenza simbolica
08-03-2024
Cosa significa violenza simbolica e come viene esercitata ogni giorno sulle nostre vite senza che ce ne accorgiamo? Scopriamolo insieme e impariamo a difenderci.

Quando si parla di violenza, si tende sempre a considerare unicamente la violenza fisica, fatta di gesti e comportamenti volti a ledere in modo visibile e appunto, fisico, la persona che ne è vittima. O ancora la violenza psicologica o la violenza verbale, in cui sono le parole a ferire o intaccare il soggetto ricevente. Esiste però un altro tipo di violenza, altrettanto comune se non addirittura maggiore, ma molto meno visibile e individuabile, la violenza simbolica

Una forma della stessa che è invisibile agli occhi, ma che agisce in modo costante, quasi dolcemente, ma con effetti devastanti. Un po’ come la classica goccia d’acqua che quasi non si vede cadere ma che col tempo erode l'intera roccia. 

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Cos’è la violenza simbolica

Una violenza sottile, quindi, subdola e che entra nelle vite di ognuno di noi, quasi come fosse una normalità. Una violenza di cui si tende a non preoccuparsi troppo ma che ha effettivamente plasmato stereotipi e consuetudini assolutamente deleterie e a svantaggio di intere categorie di persone, in primis le donne. 

Si tratta di un concetto che è stato introdotto nel corso degli anni ‘70 dal sociologo francese Pierre Bourdie. E che ha utilizzato il termine violenza simbolica per descrivere una relazione sociale in cui il “dominatore” esercita sul “dominato” una forma di violenza che non è fisica o diretta. Ma che è indiretta e che si manifesta attraverso l’imposizione a chi ne è vittima di “regole” specifiche, dai ruoli sociali al modo di vivere e vedere il mondo e fino alle diverse strutture mentali. 

Una forma di sottomissione e di diktat sdoganati lentamente, come forme comuni, quasi in modo impercettibile se si pensa alle forme di violenza più manifeste. Ma che segna e limita in modo profondo la vita della persona dominata, favorendo invece il dominatore. 

Come viene esercitata la violenza simbolica

Ma quando viene esercitata davvero questa tipologia di violenza tanto subdola quanto invasiva? Potremmo dire quotidianamente.

Basti pensare, per esempio, al potere che hanno i media nel propinarci costantemente immagini che rafforzano gli stereotipi di genere o in generale verso le minoranze. Passando l’idea che chi è diverso (a prescindere dalla tipologia di diversità) è anche meno “persona” di noi, e quindi meno degna di avere diritti.

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Una modalità di pensiero che viene naturalizzata. E che come tale legittima tutto ciò che va a favore e ad alimentare questa presunta disuguaglianza. Il tutto passando pressoché inconsciamente dentro di chi guarda e/o ascolta.

La violenza simbolica sulle donne

Ma non solo. Se si pensa alle donne, per esempio, è chiaro come esistano diverse forme di violenza simbolica e che vanno dal  gap di genere che connota moltissimi ambiti lavorativi, fino alla vera e propria esclusione delle donne in determinati ambiti, soprattutto in termini di “potere”.

Per non parlare degli standard estetici dominanti, propugnati da media e social, che finiscono per settare obiettivi non realistici, spesso irraggiungibili e che minano la possibilità di piacersi esattamente per come si è. Aderire a certi standard ci giunge alla stregua di un dovere, venire meno diventa una colpa spesso sottolineata da commenti fatti a sproposito sull'aspetto e sul fisico - magari mascherati da "complimenti" o da osservazioni legate alla salute e fatte "per il nostro bene".

O ancora dovremmo riflettere sull’utilizzo di un linguaggio che di default contribuisce allo sminuire le donne, e all’esaltazione delle presunta (e ribadiamo presunta) forza o potere maschile. O ancora nel continuare a portare avanti un utilizzo della lingua italiana che non tiene conto del genere o non genere a cui ci si rivolge.

Insomma, gli esempi sono tanti. Come altrettante sono le pratiche di violenza simbolica a cui si è sottoposti ogni giorno senza nemmeno rendercene conto. Ma che una volta captate e riconosciute, è importante scardinare ed evitare, rendendosi libere/i da esse e da questa forma di violenza sottile i cui effetti però sono tutt'altro che sottili.

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