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Che cos’è la somatizzazione dell’ansia?

donna sul filo
28-12-2021
La somatizzazione dell'ansia può avere effetti molto negativi sulla qualità della nostra vita: scopriamo di cosa si tratta e come combatterla per liberarcene definitivamente

Britney Spears lo sa bene: l'ansia non è uno scherzo e non risparmia nessuno. Tutti ricordano quando, in seguito ad un attacco causato dallo stress, la reginetta del pop si rasò i capelli a zero. E tutte le vicende che seguirono dopo sono ormai storia. La somatizzazione dell'ansia può infatti incidere gravemente sul nostro stato di salute.

Ma perché panico e stress sono così potenti? E chi sono i soggetti a rischio? Conoscere gli effetti devastanti che la somatizzazione dell'ansia può avere sulla nostra vita significa scendere dentro noi stessi e darci la possibilità di liberarci dall'interno. Per avvicinarsi sempre un po' di più alla luce in fondo al tunnel, e per evitare che si spenga.

Cosa significa somatizzare

Corpo e mente sono due entità diverse, ma rappresentano un'unica squadra: se uno soffre, l'altro ne risente. E viceversa. Ma se uno tace, l'altro parla. E viceversa.

Malesseri fisici possono quindi in alcuni casi essere campanelli d'allarme indicativi di disagi emotivi che neanche si è consapevoli di vivere. Nello specifico, la somatizzazione dell'ansia può configurarsi attraverso insonnia, mal di testa, difficoltà respiratorie e altri sintomi fisici che però altro non sono che espressioni corporee di pressioni psichiche.

Situazioni mentali (e spesso anche reali) probabilmente giudicate insostenibili, che il soggetto non sa come affrontare. Si tratta di un meccanismo involontario, quasi di autodifesa, scientificamente provato.

Il nostro sistema nervoso risponde agli impulsi che provengono dall'esterno e coordina le risposte del nostro organismo in base agli stimoli a cui è soggetto. E ogni emozione prima di colpirci al cuore passa sempre dal cervello, che però non sempre è in grado di decifrarla.

In quei casi, è il corpo che dà voce all'emozione che la mente si rifiuta di provare.

I sintomi dell'ansia

La somatizzazione dell'ansia comporta la comparsa di malesseri ricorrenti. I più comuni sono cefalee, disturbi allo stomaco, insonnia, fitte al petto, dolori muscolari e difficoltà respiratorie. E poi, male alla gola.

Il cosiddetto "nodo in gola" che colpisce molti di noi altro non è che un boccone troppo amaro da mandar giù, rimasto a metà tra mente e cuore, difficile da digerire senza un valido aiuto. Bloccato lì proprio per dar fastidio e attirare l'attenzione.

E, sebbene una terapia farmacologica possa concorrere ad attenuare questi disturbi, la partita contro i sintomi causati dall'ansia si gioca essenzialmente in campo psicologico, uno contro uno con il proprio io.

I soggetti più colpiti

Potenzialmente siamo tutti a rischio. Stress, ansia, depressione sono parte della società che viviamo e dell'aria che respiriamo, quindi nessuno è al sicuro.

La somatizzazione dell'ansia però miete più vittime tra i soggetti meno forti e più sensibili, che faticano ad esprimere loro stessi e dunque tendono a somatizzare più frequentemente i loro disagi.

Come curare la somatizzazione dell'ansia

Per risolvere le somatizzazioni da traumi non elaborati il primo passo è sicuramente identificarle. Troppo spesso infatti i soggetti colpiti tendono a ricercare delle cause organiche che in realtà non esistono. Perdendo tempo e denaro nella ricerca di medici specialisti o luminari di nuova generazione che risolvano il problema con una prescrizione.

Per curare la somatizzazione dell'ansia l'unica via percorribile è invece quella della psicoterapia. L'approccio classico consente al paziente di individuare le ragioni psicologiche che sono all'origine dei suoi malesseri, fisici e psichici.

Esistono però anche tecniche immaginative e più specifiche. Ad esempio il training autogeno è una pratica di auto rilassamento mirata alla riduzione dei livelli d'ansia, sia sul piano fisico che su quello psichico.

L’Eyes Movement Desensitisation and Reprocessing, noto ai più come EMDR, è invece una tecnica specifica che consente al paziente di rielaborare l'esperienza negativa che è alla base dei disagi psicofisici, modificando i pensieri e le sensazioni ad essa associate.

Così facendo la persona sarà infatti in grado di ridimensionare la portata del problema e di recuperare le risorse psicofisiche per andare oltre.

L'ansia come amica

Somatizzare l'ansia significa innanzitutto soffrire. Ma anche questo dolore può avere un senso. Perché è il nostro corpo che ci parla. Senza filtri né censure ci informa che qualcosa non va, e che non possiamo conviverci né fare finta di niente.

Il disturbo infatti se non curato si aggraverà e sfocerà nella patologia. La somatizzazione dell'ansia mira proprio ad evitare tutto questo e ci richiama all'ordine.

Spesso si è portati a rendere parti integranti della propria vita realtà che non ci fanno per niente bene. Persone e situazioni da identificare, affrontare e risolvere, di cui parlare solo al passato remoto. Il nostro corpo può infatti essere il nostro migliore amico e la nostra ansia la nostra più sincera consigliera.

Quello che ci dicono e il modo in cui lo fanno possono non piacerci, ma imparare ad ascoltarli significa imparare a conoscerci e, soprattutto, consentirci di raccogliere risorse ed energie. Imprescindibili per affrontare ogni situazione, anche la più disperata, con la consapevolezza di avere a disposizione le carte giuste per superarla.

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