Salute mentale, l’invisibile peso dei cambiamenti climatici

La crisi ambientale contemporanea non solo minaccia la salute del nostro pianeta, ma sta anche lasciando un'impronta indelebile sulla salute mentale degli esseri umani. Oggi vediamo insieme perché
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Dai gravi rischi derivanti dall'inquinamento dell'aria che negli ultimi anni ha portato a milioni di morti premature, fino alla crescente inquietudine causata dal rumore incessante delle città in espansione, passando per gli effetti devastanti dell'esposizione chimica di persone e bambini: il legame tra l’insostenibile peso dei cambiamenti climatici e la salute mentale è sempre più evidente e saldo, con numeri allarmanti che delineano una crisi che va oltre la dimensione fisica.  In questo articolo esploreremo quattro modi attraverso in cui la crisi ambientale impatta sulla nostra salute mentale.

1. Inquinamento dell'aria: un carico mortale per milioni di vite

Il primo fronte della battaglia è l'inquinamento dell'aria. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il 99% della popolazione mondiale respira aria che supera i limiti delle linee guida dell'OMS e questo causa la morte di ben 7 milioni di persone l’anno. Ma l'inquinamento ha anche un impatto diretto sulla salute mentale delle persone: è stato dimostrato infatti che la costante esposizione all'aria inquinata può contribuire a disturbi come ansia e depressione.

2. Il danno insospettabile dell'inquinamento acustico

Mentre le città crescono, il rumore proveniente da strade, ferrovie, aeroporti e industrie diventa inarrestabile. Secondo la comunità scientifica questo porta a disturbi legati al sonno e contribuisce a creare stati d'ansia e stress.

3. Inquinamento chimico: il vero costo nascosto dello sviluppo economico

Sebbene le sostanze chimiche alimentino le economie, il loro impatto sulla salute pubblica è devastante. Il piombo, ad esempio, colpisce 1 bambino su 3, compromettendo lo sviluppo cognitivo e comportamentale. L'inquinamento chimico agisce non solo come minaccia fisica ma anche come catalizzatore di problemi mentali conseguenti ai danneggiamenti del sistema nervoso.

4. Cambiamenti climatici: la tempesta perfetta

La nostra psiche è intimamente connessa alla natura e, di conseguenza, eventi atmosferici estremi, catastrofi naturali e ingenti perdite umane dovute agli effetti del riscaldamento globale vanno ad esacerbare condizioni patologiche preesistenti o ne sono la causa. È stata dimostrata una correlazione causa-effetto tra gli effetti dei cambiamenti climatici e stati di depressione ed ansia.

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In questo scenario stipulare un patto di pace con la natura non solo diventa un'opzione ma una vera necessità. Basti pensare che tra il 1998 e il 2018, le persone in Europa che hanno riportato disturbi mentali a seguito di inondazioni sono passate da da 1,72 a 10,6 milioni.

Non solo i disastri naturali ma anche le alte temperature possono creare situazioni problematiche! Uno studio italiano pubblicato su Epidemiology ha evidenziato un rischio più alto di mortalità per chi soffre di disturbi mentali durante giornate con temperature intorno ai 30°C rispetto ai 20°C.

Come se ciò non bastasse, il 75% dei giovani intervistati giudica il proprio futuro “spaventoso” e “incerto” a causa dei cambiamenti climatici (UNICEF ed Eurochild, 2019). Le nuove generazioni però non restano a guardare e se da un lato gli scenari futuri hanno portato a stati di “eco-ansia” sempre maggiori, dall’altro hanno in parte esorcizzato il problema e funto da propulsore per la nascita di movimenti come Extinction Rebellion, Ultima Generazione e Fridays for Future.

L'eco-ansia, la paura cronica di catastrofi ambientali di fronte alle quali ci si sente troppo piccoli, sarà il vero motore del cambiamento di cui abbiamo disperato bisogno?

A questa domanda è molto difficile rispondere: nel frattempo, per contrastare gli impatti sulla salute mentale, l'OMS sottolinea la necessità di un approccio multisettoriale. Da un lato è importante il potenziamento delle infrastrutture che ci proteggeranno fisicamente dal caldo o da eventi meteorologici che saranno sempre più imprevedibili e potenti; dall’altro la formazione di professionisti che saranno in grado di fornire supporto psicologico.

In conclusione, c’è poco da fare: che lo vogliamo o no, il nostro benessere mentale è legato all'ambiente in cui viviamo. Affrontare l'inquinamento e i cambiamenti climatici non è solo una necessità fisica, legata alla sopravvivenza della specie umana su questo pianeta, ma un imperativo per preservare la nostra salute mentale e quella delle generazioni future. La sfida ora è integrare il benessere psicologico nei piani di adattamento e costruire una resilienza che abbracci mente, corpo e natura.


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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