Good News/Bad News: le notizie sui diritti civili di luglio 2024

Torna l'appuntamento con la nostra ormai consueta rubrica sui diritti civili. Questo mese buone notizie dall'Italia: parliamo di identità alias, di proposte di legge contro l'omotransfobia e di matrimonio egualitario

Ogni mese vi riportiamo alcune delle notizie più importanti sul fronte dei diritti: dall'Italia all'Europa, passando per l'Asia e il Medio Oriente, ecco tutte le news dal mondo dei diritti civili.

In Sardegna una proposta di legge contro l’omotransfobia

Tra le news più importanti sul fronte dei diritti, ce n'è una in arrivo dalla Sardegna. Perché dove non arriva il governo nazionale, provano ad arrivare in via trasversale le Regioni. Sul tema dell’ancora assente legge sull’omotransfobia, nello specifico, si è impegnata la consigliera regionale del PD Camilla Soru, che ha  ha presentato una proposta di legge, sottoscritta da tutti i consiglieri di maggioranza, proprio per istituire (e punire) questo reato.

«È un provvedimento di civiltà che vuole offrire a tutti la possibilità di vivere la propria affettività pienamente, senza necessità di rinnegarla o nasconderla - ha detto Soru - Con questa proposta di legge vogliamo colmare un vuoto legislativo, fare sentire le persone al sicuro e consapevoli che la Regione Sardegna sente l'urgenza di schierarsi al loro fianco».

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L’obiettivo è di promuovere e attuare il principio di uguaglianza e di pari opportunità a prescindere dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere o da una condizione di intersessualità. La Regione, inoltre, si costituirebbe parte civile nei processi per reati legati a omofobia e transfobia, garantendo un supporto anche economico alle associazioni impegnate nella diffusione di una cultura inclusiva. Tra gli altri obiettivi, intervenire in ambito sanitario per fornire adeguata formazione al personale medico che avrà a che fare con pazienti in fase di transizione e introduzione di misure di accoglienza per coloro che restano senza casa a causa del loro orientamento sessuale.  

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Anche la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ha nuovamente lanciato un appello affinché venga approvata una legge di questo tipo a livello nazionale. Al Pride di Milano Schlein ha attaccato il governo Meloni per la mancata tutela dei diritti civili, ricordando come l’Italia sia scivolata alla 36eiesima posizione su 48 nella classifica sui diritti LGBTQIA+, e ha chiesto appunto una legge specifica.

A Milano identità alias sulle tessere Amt dal 2025

A partire dal 2025 il Comune di Milano riconoscerà l’identità alias per l’abbonamento Atm, l’azienda del trasporto pubblico cittadino.

L’iniziativa è frutto di una mozione presentata dalla consigliera Monica Romano, ed è stata approvata dalla giunta qualche settimana fa.

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«È una misura di civiltà doverosa che mi fa piacere annunciare proprio nel mese del Pride – ha spiegato l’assessora alla Mobilità Arianna Censi – L’abbonamento ai mezzi pubblici è una delle poche tessere che portiamo sempre con noi, che teniamo a portata di mano e usiamo quasi quotidianamente. È davvero bello e importante che l’identità registrata sia quella in cui ciascuno e ciascuna davvero si riconosce, non necessariamente quella anagrafica. E ringrazio Atm per partecipare a questo percorso che il Comune ha avviato grazie alla mozione della consigliera Monica Romano».

«In un quadro legislativo ancora inadeguato – ha detto proprio la consigliera Romano – è indispensabile dare segnali inequivocabili in favore del riconoscimento del genere di elezione. Milano è una città a cui si guarda con speranza e fiducia in tema di diritti e questo nuovo traguardo è la dimostrazione che siamo sulla strada giusta».

A dicembre dell’anno scorso, la Giunta di Palazzo Marino aveva già dato via libera alle carriere alias per i dipendenti del Comune di Milano, consentendo loro di richiederne il riconoscimento all’interno dell’amministrazione. Una misura che, dopo la richiesta e l'attivazione, prevede l’applicazione a tutte le interazioni interne al luogo di lavoro, ad esempio badge, cartellino di riconoscimento, posta elettronica o eventuali targhe sulla porta dell’ufficio. Per le scorse elezioni inoltre il Comune di Milano ha rinnovato a presidenti di seggio, scrutatori e scrutatrici l’invito ad accogliere elettrici ed elettori in maniera inclusiva alle urne, distribuendoli in un'unica fila, anziché dividerli in file differenziate sulla base dei generi femminile e maschile, secondo una pratica in uso da decenni ma discriminante e lesiva nei confronti delle persone transgender e non binarie.

«Il riconoscimento dei diritti di tutti e tutte passa anche attraverso questi passi, tutt’altro che piccoli quando riguardano il benessere personale e la vita e le relazioni di tutti i giorni – ha aggiunto la delegata alle Pari opportunità del Comune di Milano Lattuada - Il percorso che l’amministrazione comunale sta compiendo è la conferma della volontà del sindaco e della Giunta di rendere Milano ‘capitale dei diritti’ e lo facciamo anche grazie al sostegno delle partecipate comunali, come Atm».

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News sui diritti civili dal mondo: la Thailandia legalizza i matrimoni egualitari

Dopo la Camera, anche il Senato del parlamento thailandese ha approvato la legge che legalizza i matrimoni omosessuali.

Si tratta di una legge che definisce il matrimonio come unione di due individui, modificando la definizione attuale, che invece lo indica come l’unione di un uomo e di una donna. In questo modo garantirà alle coppie sposate omosessuali gli stessi diritti di quelle eterosessuali, sia per sul fronte delle adozioni sia per quanto riguarda i benefici fiscali, l’accesso all’eredità e la possibilità di prendere decisioni mediche per il partner nel caso in cui fosse incapace di farlo autonomamente.

Perché la legge entri in vigore manca dunque soltanto l’approvazione del re, una formalità che dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno. Se tutto andrà come previsto, la Thailandia sarà il terzo paese asiatico a legalizzare le unioni tra coppie omosessuali, dopo Taiwan e Nepal, e il primo nel Sudest asiatico.

In Iraq approvata una legge che punisce con il carcere le relazioni tra persone dello stesso sesso

L’Iraq si unisce all’elenco, tristemente ancora troppo lungo, dei Paesi che approvano leggi che criminalizzano le relazioni tra persone dello stesso sesso, prevedendo dai 10 ai 15 anni di carcere per chi viene condannato per questo reato.

La nuova legge punisce anche le transizioni di genere, con pene sino a tre anni, sia per le persone transgender sia per i medici che praticano gli interventi di riaffermazione del genere.

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A oggi sono 64 i Paesi nel mondo in cui le relazioni tra persone dello stesso sesso sono considerate illegali e sono punite con il carcere.

In alcuni Stati è prevista la condanna al carcere a vita, in cinque è applicata addirittura la pena di morte: si tratta dell’Iran, dell’Afghanistan, del Pakistan, dello Yemen e degli Emirati Arabi.

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