Perché la Nature Restoration Law è una svolta nella tutela dell’ambiente

In una votazione storica, il 23 giugno 2024 il Consiglio Europeo ha votato a favore della Nature Restoration Law. Ecco di che si tratta e perché è così importante per l'ambiente

La Nature Restoration Law è una legge che nasce come parte integrante del Green Deal europeo e ha come scopo il contrasto del rapido degrado della natura e al contempo il miglioramento della resilienza degli ecosistemi in tutto il territorio europeo. Al momento, purtroppo, tra il 60% ed il 70% dei suoli europei versa in uno stato di degrado, e questo rappresenta un rischio sia per la salute umana che per tutta l’economia. Infatti, il prezzo che stiamo pagando a causa della degradazione del suolo nell'UE supera ora i 50 miliardi di euro all'anno.

LEGGI ANCHE - Questa estate scegliamo prodotti che non danneggiano l’ecosistema marino

I pilastri attorno ai quali ruota la legge sono tre: obiettivi vincolanti, protezione degli impollinatori e approccio olistico (che abbracci anche la Strategia dell'UE per la Biodiversità al 2030 e la Strategia "Farm to Fork").

L'attuale scenario ambientale in Europa

Sia la piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici, IPBES (che è l’equivalente dell’IPCC per il clima) sia il rapporto dello Stato della Natura nell'UE 2018 dell'Agenzia Europea dell'Ambiente hanno evidenziato uno scenario a dir poco apocalittico:

  • L'81% degli habitat protetti dall'UE è in cattive condizioni, con il 36% in deterioramento e solo il 9% in miglioramento
  • L'84% delle torbiere, fondamentali per catturare e immagazzinare carbonio e filtrare l'acqua, sono in stato “di conservazione sfavorevole”. Questo significa che più gas a effetto serra resteranno in atmosfera e più acqua inquinata sarà a nostra disposizione
  • Gli ecosistemi marini sono al limite e ovviamente anche gli stock ittici attorno ai quali ruota il lavoro di migliaia di persone.

Il 6° rapporto di valutazione del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) sottolinea che anche con 1,5°C di aumento di temperatura media globale rispetto all’epoca pre-industriale (oggi siamo a circa +1.1), gli ecosistemi naturali faticheranno ad adattarsi, con alti rischi di declino della biodiversità, estinzioni di specie e perdita dei mezzi di sussistenza su cui oggi facciamo affidamento. Per questi motivi, più fronti della comunità scientifica internazionale hanno chiesto il ripristino urgente degli ecosistemi degradati.

Detto in breve, senza biodiversità ed ecosistemi sani non saremo in grado di fronteggiare i disastri naturali e non saremo in grado di mangiare o bere, quindi di sopravvivere e godere di uno stato di pace.

Nature Restoration Law: cosa prevede

La Nature Restoration Law lavorerà su alcune macro aree specifiche e avrà i seguenti obiettivi:

  • Ecosistemi naturali: migliorare e ristabilire habitat ripopolandoli con specie in declino o scomparse.
  • Insetti impollinatori: invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030, consentendogli di iniziare a crescere di nuovo. Tutto questo servendosi di una metodologia per il monitoraggio regolare.
  • Ecosistemi forestali: ripristinare questi luoghi, puntare ad un’abbondanza di uccelli forestali comuni e creare stock di carbonio organico.
  • Ecosistemi urbani: nessuna perdita netta di spazi verdi urbani entro il 2030; un aumento del 3% di spazi verdi urbani entro il 2040; e un aumento del 5% entro il 2050; e un guadagno netto di spazi verdi urbani integrati negli edifici e nelle infrastrutture esistenti e nuove.
  • Ecosistemi agricoli: aumento delle farfalle e degli uccelli agricoli, dello stock di carbonio organico e della quota di terreni agricoli con alta biodiversità; ripristino del 30% delle torbiere drenate ad uso agricolo entro il 2030; e il 70% entro il 2050;
  • Ecosistemi marini: ripristino degli habitat marini come le praterie di fanerogame o i fondali sedimentosi che aiutano nella mitigazione dei cambiamenti climatici; e ripristino degli habitat di specie marine importanti.

Gli effetti auspicati della Nature Restoration Law

  • Il miglioramento della salute e della fertilità del suolo per ridurre la dipendenza dai fertilizzanti chimici
  • L’aumento delle popolazioni di impollinatori ai quali si attribuiscono 5 miliardi di euro l’anno di produzione agricola
  • La promozione del controllo naturale dei parassiti tramite l’introduzione di loro predatori, per ridurre la dipendenza dai pesticidi chimici
  • L’aumento di soluzioni basate sulla natura per combattere i cambiamenti climatici, come piantare alberi e ristabilire le pianure alluvionali, che aiutano a ridurre i rischi climatici per l'agricoltura.

Il ruolo dell'Italia e l'opposizione degli ambientalisti

L'Italia è stata tra i paesi che hanno votato contro la Nature Restoration Law. Come riportato da Il Sole 24 Ore, il governo italiano ha espresso preoccupazioni sottolineando che “le misure proposte potrebbero avere un impatto negativo sull'economia rurale e forestale del paese”. Ovviamente molti ambientalisti italiani e Greenpeace Italia ci ricordano che i benefici a lungo termine della legge superano di gran lunga i costi iniziali ed “È un peccato vedere l'Italia opporsi a una legislazione così importante”.

A salvare la situazione è stata invece la ministra austriaca Leonor Gewessler che, andando contro le raccomandazioni del cancelliere Karl Nehammer, anziché astenersi dal voto ha dato parere favorevole. Il suo voto è stato decisivo per l'approvazione della legge.

I prossimi passi della Nature Restoration Law

Con l'approvazione della legge, l'Unione Europea si prepara ora:

  • All’implementazione della legge da parte degli Stati Membri: Ogni Stato Membro deve sviluppare e attuare piani dettagliati per soddisfare gli obiettivi di ripristino.
  • Al Monitoraggio e Rendicontazione: Stabilire meccanismi per il monitoraggio continuo e la rendicontazione dei progressi per garantire trasparenza e responsabilità.
  • Al Supporto e Finanziamento UE: Sfruttare i finanziamenti e i meccanismi di supporto dell'UE per aiutare gli Stati Membri a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di ripristino.

Volenti o nolenti tutti i Paesi, anche quelli che hanno votato contro, saranno quindi obbligati ad allinearsi e sviluppare i piani nazionali richiesti.

In definitiva, seppur con la delusione dell’Italia abbiamo raggiunto un traguardo importante. Ora resta qualche dubbio sulla reale capacità di Bruxelles di far sì che questa legge porti i frutti sperati!


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

Riproduzione riservata