«C’è fame di spazi di parola»: torna a Roma Bande de Femmes, il festival del fumetto femminista

Il 29 giugno torna a Roma, nel quartiere Pigneto, l’undicesima edizione di Bande de Femmes, #BDF. Immancabile appuntamento dell’estate romana, il festival di fumetto e illustrazione è organizzato dalla Libreria femminista Tuba, a cura di Sarah Di Nella, Ginevra Cassetta e Marta Capesciotti. Ecco cosa prevede il programma di quest’anno

Bande de Femmes, #BDF, banda di donne, gang di donne, ma anche gioco linguistico con Bande dessinée (il termine francese per indicare le strisce illustrate dei fumetti) è un festival di fumetto e illustrazione a partire dalle artiste, illustratrici e fumettiste. Ma è soprattutto un’occasione di dibattiti, di circolazione di arte, libri, idee. Giunto all’undicesima edizione, quest’anno il festival apre gli appuntamenti con l’anteprima con la Notte a Colori - il 29 giugno dalle 18 alle 23 – e prosegue dal 4 al 6 luglio con eventi diffusi nei luoghi che animano la vita culturale del quartiere Pigneto.

Bande de femmes, a Roma artiste da tutto il mondo

Le artiste e le collettive coinvolte nelle mostre itineranti previste negli appuntamenti del festival arrivano da tutto il mondo: Léa Katharina Meier, Piccolo gruppo di bravissime, Egle Pellegrini, Sheela Nagig, Jana Traboulsi, Sabrina Annaloro e Sofia Melluso, Sheyam Ghieth, Giulia Anania, Anita Roscini, Hannah Arnesen, Elena Ketra, l3 artist3 di Pausania Studio, Marja De Sanctis, Julia Sardà, Gianninə Dari, Dina Omut, Stefania Sbrighi, Rocìo Quillahuaman e l3 illustrator3 del primo numero di Smack (Eris edizioni).

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Il programma di Bande de Femmes

Si comincia - dopo l’anteprima della Notte a Colori del 29 giugno che porterà 19 mostre in 18 spazi culturali del quartiere Pigneto tra librerie, gallerie d’arte, studi di artist3, laboratori artigiani, bar, locali - giovedì 4 luglio con due Dialoghi d’autrici: il primo ospita Michela Rossi, Meo e Antonia Caruso e il loro Corpi invisibili edito da Becco Giallo, mentre a fine serata l’incontro è con Hannah Arnesen autrice di Stardust, Orecchio Acerbo. Con Sceno/grafiche, Bande de femmes porta alla luce il lavoro dell'artista libanese Jana Traboulsi.

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Non mancherà lo spazio per Matite fuori dai cardini: dibattito con Lina Pallotta, Raffaella Perna, Cecilia Milza, Michela Becchis in dialogo con Lorenza Accardo. Chiuderà la serata il Live Painting di Meo.

“Facciamo rete, aperitivo di scambio e condivisione tra artist3”, è invece il primo incontro di venerdì 5 luglio, a seguire Isa Borrelli, in dibattito con Francesca Torre e Beauty Riot discutono di Smack, Eris Edizioni. Torna ancheper questa edizione lo spazio per A tutte zinNe, con un focus sulle fanzine italiane fra anni Settanta e Duemila con l’opera di Dafne Boggeri. A seguire la presentazione del fumetto Matilde Serao, Becco Giallo, di Francesca Bellino e Lidia Aceto. Ma sarà anche la serata delle autoproduzioni con Elena Mistrello che racconterà la storia di Tracciato Palestina. Mistrello è coinvolta anche nel Live Painting di chiusura con Luchadora e Laura Scarpa, disegnando dal vivo su letture tratte da Sierocoinvolt3, non prima di aver ascoltato Dina Omut, con il suo fumetto d’esordio Mana, Hollow press. La giornata si chiude con Frad in Stand-up comics, incursioni da ridere di una fumettista pentita.

A concludere l'evento

La giornata conclusiva, sabato 6 luglio, inizia a metà mattina con Le zinners, incontro per “tutto quello che avresti voluto sapere sulle fanzine ma non hai mai osato domandare” con Giulia Vallicelli di Compulsive Archive.

Alle 18 si riprende con Sceno/grafiche che vede sul palco Pat Carra. A seguire la presentazione del nuovo fumetto di Sted, Le conseguenzeedito daAnother Coffee Stories e Sangue, Bao publishing, scritto da Eleonora Caruso e disegnato da Noah Schiatti. E poi ancora, Due matte, dialogo fra l'attivista Malek Bahri e l'artista Rocio Quillahuaman.

Ospite d’eccezione, Anke Feuchtenberger, autrice tedesca che presenterà il suo Compagna cuculo, racconto di formazione attraverso gli occhi di una bambina della Germania dell’Est fra gli Anni Sessanta e la caduta del muro di Berlino. Prima del live painting di chiusura con Dina Omut, sarà la volta di Chicche antiche con Carlotta Vacchelli che racconterà Trina Robbins: l’obiettivo è andare alla scoperta di fumettiste che hanno fatto la storia. Qui tutto il programma.

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Creare uno spazio di connessione, parola ed elaborazione: gli obiettivi del festival

 «BDF rappresenta un appuntamento ormai fisso per il quartiere e per le persone appassionate di fumetto e illustrazione a Roma – spiegano a The Wom le curatrici Sarah Di Nella, Ginevra Cassetta e Marta Capesciotti  - Negli anni abbiamo notato un aumento costante di pubblico presente, attivo e interessato a partecipare e a sostenerci».

C’è fame di spazi di parola ed elaborazione, di spazi di ascolto e messa in discussione della cultura mainstream pregna di sessismo, razzismo, omo-lesbo-bi-transfobia

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Una fame a cui il festival vuole dare risposta: «Dalla nostra esperienza di librarie, lettrici e curatrici, in questi anni abbiamo assistito al moltiplicarsi dei fumetti e dei libri illustrati firmati da donne o da persone LGBTQIA+ che rendono visibili quelle soggettività oppresse e considerate minoritarie come le donne, le lesbiche, le persone trans e più in generale le persone che si riconoscono nell’acronimo lgbtqia+. Autrici e fumettist3 che hanno preso sempre più spazio editoriale - anche mainstream - offrendo a chi legge finalmente la possibilità di trovare lo spazio di rappresentazione di sé e il proprio posto nei nuovi immaginari che si vanno piano piano allargando. Infatti, finalmente si fanno largo narrazioni differenti su identità, sessualità, corpi non conformi alla norma, lotte, voci dissidenti, femminismi e transfemminismi».

L'importanza di un festival femminista: parola alle organizzatrici

Ma cosa significa curare un festival femminista e transfemminista? Lo raccontano le curatrici che da anni portano al Pigneto il progetto: «Curare un festival femminista e tranfemminista significa provare a creare uno spazio di connessione e relazione tra l3 artist3, il pubblico e gli spazi del quartiere. Per quanto possibile proviamo ad avere tempi lenti e non finalizzati unicamente al consumo, ci impegniamo a facilitare l’orizzontalità tra chi produce arte e cultura e chi ne usufruisce per ridurre le distanze e permettere la circolarità dello scambio».

Come esempio concreto di questa scelta, sottolineano, c’è «la scelta di non avere un palco, ma di organizzare le presentazioni in una modalità orizzontale, vicina al pubblico e con un minore impatto ambientale. Tutti gli eventi del festival sono gratuiti».

L’obiettivo è ampliare le voci: «il nostro posizionamento femminista e transfemminista ci spinge a dare voce non solo alle voci oppresse, ma anche a chi sta prendendo parola a livello globale contro le guerre e contro il sistema di sfruttamento neoliberista delle persone, delle risorse e dei territori».

In quanto femministe e transfemministe, possiamo e dobbiamo prendere parola sul genocidio in corso in Palestina: a questo proposito, diversi appuntamenti del festival fanno da megafono alle voci per immagini di artist3 coinvolt3 e/o solidali con la resistenza palestinese

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