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Cop26, troppe barriere architettoniche per la ministra israeliana in sedia a rotelle

La ministra Karine Elharrar
Due lunghe ore di tentativi a vuoto: la ministra israeliana Karine Elharrar si è scontrata con l'impossibilità di accedere al Cop26 per via della sua carrozzina. E ha acceso i riflettori sulle barriere architettoniche, ancora date fin troppo per scontate

Il Cop26 sta riunendo tutti i potenti del mondo. Come molti altri politici, anche la ministra israeliana Karine Elharrar si è recata a Glasgow per discutere dei cambiamenti climatici e trovare un accordo su un'economia più pulita, ecologica e sana.

Tuttavia, la ministra non è riuscita ad accedere subito alla conferenza e il motivo è fonte di profondo imbarazzo per gli organizzatori: troppe barriere architettoniche, che hanno impedito alla Elharrar, affetta da distrofia muscolare, di entrare con la sua carrozzina.

I tentativi della ministra Elharrar

La ministra Karine Elharrar è arrivata al summit per la sua prima giornata ufficiale, ben prima dell'apertura dei lavori. Tuttavia, giunta di fronte allo Scottish Event Campus ha discusso con lo staff, che le ha comunicato che l'ingresso principale non era attrezzato per l'accesso in sedia a rotelle.

Questo primo ostacolo aveva già lasciato interdetta la ministra, che però ha deciso di ritentare. Insieme ai suoi assistenti ha circumnavigato l'intera struttura, per un totale di due ore di tentativi.

Purtroppo, non era solo l'ingresso principale a non contare su pedane o strumenti adatti per i disabili. Tutti gli accessi non rendevano possibile il suo ingresso, per via di scale, gradini o strettoie.

Ma non è tutto qui: lo staff della Cop26 le ha infatti comunicato che l'unico modo per entrare era camminare a piedi o salire su una navetta. Peccato che anche quest'ultima non fosse accessibile.

Il tweet di protesta

La ministra Elharrar a quel punto non ha potuto fare altro che tornare nel suo hotel a Edimburgo, ma non senza denunciare l'accaduto per mezzo di un tweet profondamente amareggiato:

«Sono venuta alla COP26 per incontrare le mie controparti provenienti da tutto il mondo e promuovere una lotta comune nella crisi climatica. È triste che le Nazioni Unite, che promuovono l'accessibilità per le persone con disabilità, nel 2021, non forniscano la stessa accessibilità ai loro eventi. Spero che questa sia una lezione e che un domani la promozione dell'energia verde, la rimozione delle barriere e l'efficienza energetica diventino priorità».

Le scuse e l'ingresso

Gli organizzatori e lo staff della COP26 si sono scusati e hanno lavorato per procurare alla Elharrar una navetta ad hoc: così, la Elharrar potrà partecipare a tutti i restanti giorni della conferenza.

Le scuse che le sono arrivate e il successivo intervento, però, non sono dovute soltanto al tweet. Sono anche frutto di un lavoro diplomatico curatissimo.

Gran parte del merito, infatti, come la stessa Elharrar ha scritto, va all'ambasciatrice israeliana Tzipi Hotovely, che ha interloquito con i vertici per garantire un intervento in tempi brevi.

Dopo aver parlato con lei, il segretario dell'ambiente del Regno Unito George Eustice ha precisato che in realtà si è trattato di un problema di comunicazione, perché, sembrerebbe, gli organizzatori non erano a conoscenza delle richieste e delle necessità della ministra Elharrar.

Chi è Karine Elharrar?

Classe 1977, Karine Elharrar è la ministra delle infrastrutture nazionali, dell'energia e delle risorse idriche in Israele. Donna forte e coraggiosa, la Elharrar si è ammalata di distrofia muscolare in tenera età.

Ciò non le ha impedito di ottenere obiettivi ambiziosi: ha viaggiato, ha conseguito la laurea in giurisprudenza e per diversi anni ha lavorato negli USA, collaborando con due delle principali organizzazioni che si occupano dei diritti delle persone con disabilità: l'American Association of People with Disabilities e la Mental Disability Rights International.  

La ministra, inoltre, ha promosso una serie di iniziative legislative volte a proteggere i diritti dei bambini vittime di violenza e a rivedere e affinare i diritti delle famiglie affidatarie.

È stata anche fondatrice e Presidente della lobby per l'inclusione dei bambini con disabilità nel sistema scolastico pubblico israeliano. 

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