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Complimenti inclusivi: perché è importante saper fare quelli giusti?

Mani che si sfiorano all'insegna dell'inclusività
23-12-2021
Quante volte incappiamo in una gaffe, soprattutto nel momento in cui cerchiamo di fare un complimento? Capita in ogni ambito della nostra vita: sul lavoro, in amicizia, in amore, o persino in famiglia. Ecco perché i complimenti inclusivi non sono semplici

A volte i complimenti sono definiti come un gesto piccolo, carino. Nulla di che, nel complesso. Basta poco per ringraziare qualcunə di averci fatto sorridere, di averci tenuto la mano quando stavamo male, o per un lavoro ben fatto. Fare complimenti non è facile, perché tendiamo a dimenticare di includere tuttə. Ed è importante saper fare quelli giusti per non far sentire qualcunə fuori posto.

La verità è che un singolo complimento può fare una grande differenza

Non ci pensiamo, la maggior parte delle volte, e ci accorgiamo sempre tardi di aver detto la cosa sbagliata: una frase impostata male, una parola di troppo, una declinazione sbagliata. Stabilire una cultura inclusiva dovrebbe essere una priorità assoluta, ma è ancora tanta (forse troppa) la strada da fare. Fare un complimento è un gesto di gratitudine, ma anche per tenere alto il morale.

C’è di più: un complimento fa sentire apprezzatə in modo sincero e trasparente. Il nostro cervello elabora il linguaggio direttamente: se veniamo esclusə da una comunicazione, o persino da un complimento collettivo – magari rivolto genericamente ai lavoratori di un’azienda – inevitabilmente ci sentiamo come se non esistessimo. Come se fossimo invisibili. E il problema è che nella maggior parte delle volte è proprio così.

Perché è importante non escludere nessunə

Elaborando la situazione da una prospettiva esterna, ci sembra quasi scontata: a chi non farebbe piacere ricevere qualche complimento, ogni tanto? Soprattutto da chi amiamo, da chi vogliamo bene o più in generale stimiamo. La realtà è però ben lontana: i complimenti inclusivi sono rari. Nelle comunicazioni ufficiali, si tende a dimenticare l’importanza di rivolgersi alla collettività, considerando allo stesso tempo tuttə.

Ognunə di noi crede fermamente che bisognerebbe farsi più complimenti a vicenda: essere più gentili, disponibili. Quando vogliamo cambiare la giornata di qualcunə, ricordiamo i successi, lavorativi o meno, i traguardi raggiunti. E facciamolo tenendo presente a chi ci stiamo rivolgendo. L’esclusione è stata a lungo protratta dalla società, ma nel 2021 è giunto il momento di dire basta e di voltare pagina.

Perché è difficile fare complimenti inclusivi?

La verità è che si scatena una barriera psicologica: non moltə amano elargire complimenti. Sebbene dovrebbero fare parte della nostra cultura affettiva, ci sentiamo impossibilitatə a lasciarci andare. La generalizzazione delle parole è un errore: il linguaggio e la comunicazione sono molto specifici e non lasciano scampo a nessun dubbio o ricamo emotivo. Se abbiamo escluso qualcunə dai nostri complimenti, a volte ce ne accorgiamo (e a volte no), ma passerà il messaggio sbagliato.

Per secoli, la società si è rivolta alla collettività usando parole declinate con genere maschile. Quando parliamo di una famiglia che ha due figli, tendiamo a usare la forma maschile, anche se è presente una femmina. Ed è a dir poco un problema, perché se non spezziamo la catena, se non cambiamo il nostro modo di rivolgerci, di fare complimenti, il linguaggio inclusivo non si rinnoverà mai.

Quali sono i migliori complimenti inclusivi?

Il primo errore – da non fare mai – è concentrarsi eccessivamente sul complimento. La spontaneità non deve perdersi, ma non deve nemmeno essere eccessiva. Magari potremmo dire di apprezzare un determinato look, ma sarebbe sbagliato concentrarsi solo sull'aspetto estetico. Di sicuro, se qualcosa ci è piaciuto e ha catturato la nostra attenzione, sarebbe bello poterlo dire.

Per fare un esempio concreto, nelle e-mail di lavoro, nelle comunicazioni ufficiali o nei messaggi da inviare nei gruppi, non sarebbe affatto un male iniziare a usare la schwa. Il fatto è che l'inclusività secondo noi abbraccia chiunque, senza porsi limiti. Probabilmente viene vista come uno scoglio, ma è un gesto - sensibile e altamente apprezzato - per porre tuttə sullo stesso piano. Ed è proprio questo il punto: diciamo di "no" alle generalizzazioni, sposiamo l'inclusività, condividiamo una filosofia di vita in cui nessunə viene lasciatə indietro o dimenticatə.

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