Abbracciare la propria vulnerabilità non significa diventare più deboli, piuttosto vuol dire spogliarsi di insicurezze e paure per essere davvero sé stessi. La vulnerabilità infatti può trasformarsi – se saprai usarla nel modo migliore – in una grande risorsa, anziché in un tallone d’Achille che ti fa sempre sentire a disagio o inadatta in alcun situazioni. Non ci credi? Ti spieghiamo come fare!
Non avere paura di essere fragile
La vulnerabilità è un’emozione che tutti, almeno una volta, abbiamo provato. Una sensazione spesso accompagnata da una fitta allo stomaco e dalla paura di non farcela. Questo è dovuto al fatto che la società in cui siamo cresciuti da sempre ci impone modelli secondo cui dovremmo essere tutti perfetti e indistruttibili. Ma la realtà è ben altra. Il senso di inadeguatezza dunque ci spinge a provare vergogna, a sentire di non essere abbastanza degni di amore, di fortuna e di felicità.
VEDI ANCHELifestyleEcco perché imparare a chiedere aiuto e sostegno emotivo ci cambia la vitaIl risultato? Ci auto-sabotiamo. Cerchiamo di mettere a tacere queste sensazioni negative e nel farlo reprimiamo anche le nostre emozioni. Cancelliamo la voglia di abbracciare il partner, perché temiamo di sembrare troppo innamorate, non inviamo il messaggio alla nostra amica, perché potrebbe in qualche modo farci apparire fragili. Non diciamo alle persone che abbiamo accanto che le amiamo e che abbiamo bisogno di loro nella nostra vita.
In sostanza ci anestetizziamo, arrivando a non provare più nemmeno gioia, gratitudine e persino felicità. Eppure le imperfezioni sono qualcosa di necessario e che fa parte di noi, per questo non andrebbero in alcun modo represse. Al contrario, se impariamo ad accettare questa vulnerabilità creiamo una connessione con l’altro più autentica, vera e forte.
Abbraccia la tua vulnerabilità
Come abbracciare la propria vulnerabilità? Il segreto sta nello spogliarsi di qualsiasi maschera, mostrando il proprio volto. Lasciati osservare da chi ami, in profondità, buttando giù ogni muro. Ama anche se non esistono garanzie, cerca di essere grata e aperta anche nei momenti in cui avverti che qualcosa potrebbe andare storto. In conclusione: vivi senza paura.
Quando ti chiedi: “Posso spendere tutte le mie energie in questo progetto così ambizioso?”, “Posso amare in questo modo così appassionato”, “Posso credere davvero che possano accadermi queste cose così belle?”, spesso la risposta è “no”. Seguita da scenari drammatici in cui soffri e sei infelice perché le cose non vanno come vorresti. Cerca invece di fermarti, dai uno stop ai pensieri e ripetiti: “Sono grata, perché mi sento vulnerabile e ciò significa che sono viva. Forse le cose andranno male oppure bene, in ogni caso avrò vissuto al massimo e ci avrò provato”. Infine ricordati la cosa più importante: tu sei abbastanza. Impara a capire che ciò che tu consideri difetti o debolezze possono essere dei punti di forza e che nessuno è esente da paura e timori.
Cancella la sindrome dell’impostore
Dal lavoro all’amore, sino alla quotidianità, la sindrome dell’impostore colpisce quasi tutti gli aspetti della nostra vita e chi ne soffre raramente riesce a liberarsi da questa rete di insicurezze, dolori e paure. Alla base c’è un potente gap psicologico che non permette a chi sperimenta questa sindrome di riconoscere il proprio valore e di vedersi per ciò che è.
L’idea è che dietro i successi, dietro l’amore degli altri o la promozione al lavoro si nasconda una sorta di inganno. Un trucco secondo il quale ciò che si è ottenuto non deriva da meriti propri, ma semplicemente dalla fortuna e da particolari congiunzioni astrali. La frase che viene spesso pronunciata è: “Non me lo merito”.
Le cause
Le cause della sindrome dell'impostore sono diverse e sono legate prima di tutto al modo in cui, in base alla nostra educazione, reagiamo a ciò che succede intorno a noi. Se quando eravamo piccole non ci hanno insegnato a sviluppare l’autostima, se nessuno ci ha spiegato quanto fosse importante abbracciare le proprie insicurezze per renderle forza, finiremo sempre per credere che le cose belle che ci accadono non erano destinate a noi.
A peggiorare la situazione poi ci pensa il contesto sociale. Non è un caso, d’altronde, che a soffrire di questa sindrome siano soprattutto le donne. Da sempre siamo immerse in un contesto in cui il gender gap è all’ordine del giorno per quanto riguarda la situazione economica e politica. Pensiamo, ad esempio, alla differenza di stipendio fra uomini e donne per la stessa mansione.
Il risultato è una situazione di disequilibrio in cui ci si sente costantemente avvolte da una sensazione di inadeguatezza e dall’ansia di perdere ogni cosa. Così si finisce per minimizzare i risultati raggiunti, non credere in quell’amore che sembra così bello, non accettare persino complimenti o commenti positivi. Tutto questo porta a limitare ambizioni, sogni, speranze e soprattutto emozioni che vengono cancellate e represse per paura di soffrire troppo.