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Quello che dovresti sapere per riconoscere il sovraccarico emotivo e vivere più leggera

donna indaffarata
02-02-2022
Sovraccarico emotivo: ecco che cos'è e come riconoscere quando stiamo chiedendo troppo a noi stessi. Per liberarci dalle zavorre inutili e vivere con qualche pensiero in meno

Benvenuti nell'era delle crisi, economiche ed emotive. In cui i grovigli di emozioni e pensieri ci esauriscono, dal punto di vista fisico e da quello mentale. E determinano un sovraccarico emotivo difficile da gestire.

Scopriamo che cos'è, come si riconosce e soprattutto da cosa è causato il sovraccarico emotivo, che spessissimo interessa soprattutto le donne. Per imparare a reagire agli stimoli esterni in maniera proattiva, e per alleggerirci l'esistenza.

Cos'è il sovraccarico emotivo

Il sovraccarico emotivo è una condizione psicologica propria di chi subisce per troppo tempo situazioni che non riesce a gestire.

Sensazioni, pensieri ed emozioni si aggrovigliano tra loro e danno origine ad un vero e proprio tsunami. Pronto non solo a travolgere chi non dispone degli strumenti giusti per affrontarlo, ma anche ad intensificarsi col passare del tempo.

Momenti di difficoltà e incertezze si auto fomentano tra loro e appesantiscono la mente, che non distingue più tra giusto e sbagliato. Tra ciò che ha un senso e quello che lo ha perso.

Si arriva così a guardare il mondo attraverso un velo filtrato dalla paura, a vivere realtà offuscate. In cui gli atteggiamenti oscillano compulsivamente dalla calma all'ansia, e viceversa. E si perde la capacità di reagire agli stimoli del mondo esterno in maniera proattiva e controllata.

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Come una persona reagisce agli stimoli

Non sempre capire cosa sta accadendo e reagire di conseguenza è cosa scontata o da prendere alla leggera. Spesso infatti il sovraccarico emotivo trova terreno fertile nella psiche delle persone perché le situazioni si sottovalutano o non vengono affrontate come si dovrebbe.

Ognuno però ha i propri tempi e i propri modi, e quindi le proprie reazioni agli stimoli dell'ambiente esterno. Queste reazioni sono in particolare il prodotto di quattro fattori:

  • fattori organici,
  • fattori comportamentali,
  • fattori emozionali
  • fattori cognitivi.

Le reazioni fisiologiche e corporee (come arrossire o sudare freddo) rientrano tra i fattori organici.
I fattori comportamentali sono invece i modi attraverso i quali una persona reagisce alle emozioni (fattori emozionali), che sono sempre difficili da gestire, e soprattutto, troppe da riconoscere.

Infine, attraverso i fattori cognitivi, la persona elabora ciò che sta accadendo, lo stato emotivo che ne consegue, e come reagire.

Come gli stimoli esterni influenzano la mente

Il sovraccarico emotivo dipende quindi dal modo in cui la mente reagisce ai fattori del mondo esterno. E, soprattutto nei periodi di forti emozioni, può capitare di sentirsi sopraffatti dagli eventi e poco pronti a rispondere nei tempi giusti.

Un lutto, ritmi di lavoro frenetici, tensioni in famiglia, periodi di stress elevato determinano situazioni che, oltre una certa intensità e durata, influiscono sull'attività della nostra mente. Molto più di quanto vorremmo, e molto più di quanto siamo in grado di riconoscere.

Ansia, tristezza, rabbia frustrazione, agiscono come dei veri e propri generatori di negatività che, oltre determinate soglie, diventa tossica e troppo pesante da gestire. Non solo a livello psicologico, ma anche fisiologico.

Gli inceppi cognitivi

Il sovraccarico emotivo se lasciato indisturbato troppo a lungo genera nell'organismo disequilibri ormonali dannosi per il nostro organismo.

Elevati livelli di ansia e stress inducono il nostro corpo ad una sovra produzione di determinati ormoni, come adrenalina e cortisolo, che interferiscono chimicamente con l'attività mentale che il nostro cervello è chiamato a svolgere.

In pratica lo appesantiscono al punto di comprometterne la concentrazione, la capacità di apprendimento e la memoria.

E la frase "sono così stanco da non riuscire neanche a parlare" diventa realtà. Almeno fino a quando il soggetto non interviene per modificare i fattori che generano quei livelli di ansia e stress. Giudicati intollerabili dal corpo e valutati invece con troppa superficialità da una mente che troppo spesso travalica i propri limiti.

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Riconoscere il sovraccarico emotivo

Riconoscere il sovraccarico emotivo non è semplice, poiché presenta sintomi che spesso siamo portati a sottovalutare nella vita quotidiana. Prestando attenzione all'intensità e alla frequenza con cui si manifestano sarà più facile capire se si tratta di semplice stress o se siamo sull'orlo di un abisso.

Innanzitutto, la stanchezza. Il sovraccarico emotivo spossa la mente e il corpo, manifestandosi alle volte come una vera e propria patologia. La difficoltà della concentrazione, anche e soprattutto nelle conversazioni, è poi un' altro indice indicativo del fatto che il sovraccarico emotivo potrebbe nascondersi dietro l'angolo.

Senza dimenticarsi delle emozioni a fior di pelle: reazioni spropositate e cambi repentini di umore, sia in ambito privato che in quello lavorativo, potrebbero sfociare in una crisi di nervi o, peggio, nella sindrome del burnout.

Alleggerire il carico

Spesso basta poco per alleggerirci dei pesi che ci impediscono di spiccare il volo. E che rendono il sovraccarico emotivo così ingombrante.

Ritagliarsi uno spazio per sé è una delle prime cose da fare. Per conoscere bene la persona che si è, e quella a cui si ambisce di diventare. Per rilassarsi, divertirsi, e, a fine giornata, sentirsi grati alla vita. Ma non solo.

Importantissimo è saper chiedere aiuto, cioè condividere il carico, con le persone che abbiamo vicino: questo vale soprattutto se si è in coppia, e in particolar modo se c'è di mezzo anche la gestione dei figli. Molto spesso tutto il lavoro emotivo viene fatto dalle donne in famiglia, quando invece questo lavoro andrebbe equamente spartito, esattamente come accade con i lavori di gestione domestica.

Per alleggerire il carico mentale ed emotivo che ci portiamo sulle spalle e dentro al cuore, occorre necessariamente prendersi meno sul serio. Relativizzare, esorcizzare, scherzarci sopra. Non fa differenza.

E, infine, per librarci nell'aria come una rondine a primavera e liberarci delle nostre zavorre emotive, dobbiamo essere più elastici. Non cercare la perfezione, né cercare di formulare un'esatta previsione. Ma volare, forti della consapevolezza che il passato è passato, e il futuro è un mistero.

Come un calabrone che, nonostante un corpo troppo pesante rispetto alle sue ali, fa finta di niente e vola.

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