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Intervista a Carlotta Gagna: “Motivazione e autostima sono una questione di obiettivi raggiungibili”

carlotta gagna
Con Carlotta Gagna di Traininpink abbiamo parlato di social network, di body positivity, di autostima e motivazione, ma anche del suo libro in cui racconta la sua esperienza alle prese con i disturbi alimentari

Se sei appassionata di fitness probabilmente la conosci: Carlotta Gagna, su Instagram @traininpink, è personal trainer e imprenditrice. Dal 2017 propone allenamenti online dedicati soprattutto al pubblico femminile e il suo motto è "Accettiamoci senza smettere di migliorarci". Dal 25 gennaio la troviamo in libreria con il manuale "Traininpink - Fitness per tutte (si anche per te!)" edito da Mondadori.

Ci racconti la storia di Traininpink? Quando hai capito che sarebbe stato il tuo lavoro?

La pagina Instagram è nata il 25 dicembre 2017 quando Matteo, che allora era il mio fidanzato e ora è mio marito, mi ha convinto ad aprirla per inseguire il mio sogno. Da quando ho scoperto l'allenamento durante l'adolescenza parlare di fitness è sempre stato il mio sogno, e Instagram permette di parlare a moltissime persone. Io sono piuttosto timida e all'inizio avevo molti tentennamenti, all'inizio mi vergognavo tantissimo a fare le fotografie. Ma la motivazione è stata alla fine più forte della mia timidezza.

Come è nata l'idea del libro? Ci racconti un po' di cosa parla?

Il libro è composto da tre parti: la prima è più personale, si parla di body positivity e motivazione.

Nella seconda si parla di allenamento, è la parte più corposa in cui cerco di sfatare il più possibile i miti legati all'allenamento e cerco di parlare di come funziona il corpo umano nella maniera più semplice possibile per far capire alla lettrice come funziona davvero un allenamento.

La terza parte è dedicata all'alimentazione: parliamo delle diete più in voga del momento, analizziamo pro e contro. Tutto i libro è incentrato sull'idea di sfatare miti e dare un racconto semplice e puntuale di cosa funziona e cosa no in ambito fitness e alimentazione. Che è poi anche il pensiero che attraversa tutti i contenuti del profilo instagram Traininpink.

Parliamo di falsi miti: secondo te quale è quello più diffuso, e anche più falso?

Probabilmente il dimagrimento localizzato: moltissime persone pensano che allenando una parte del corpo si vada a intaccare il grasso che è presente in quella parte del corpo, e non è assolutamente così. Ogni giorno ricevo messaggi di donne che mi chiedono quali esercizi fare per modificare una precisa parte del corpo, quindi sicuramente questo è il mito più diffuso.

Sul tuo profilo parli spesso di body positive. Si tratta sicuramente di un movimento che sta cambiando molto le cose eppure in giro si sentono anche molte posizioni critiche al riguardo. Secondo te quali sono i limiti e le contraddizioni del body positive?

Io ho una posizione molto moderata: non sono estremista. Il fatto è che ci sono molte persone che tendono a estremizzare il concetto di body positive, e io sono contro gli estremismi. Ovviamente non condivido neanche la diet culture che ci è stata inculcata e con cui un po' tutti noi siamo cresciuti. La mia posizione è accettarci e volerci bene come vorremmo bene a una cara amica, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma anche non smettere mai di cercare di migliorarci. Io mi pongo ogni giorno degli obiettivi, e vivo cercando di raggiungerli, e questo penso che sia collegato anche all'aumento dell'autostima, perchè se ci sentiamo realizzati aumenta anche la nostra autostima.

Nel tuo libro parli di un periodo passato in cui hai avuto a che fare con i disordini alimentari. È un problema che interessa moltissime persone, soprattutto donne e giovanissime, e che è in parte legato agli standard di bellezza dominanti, ma anche all'autostima e alla capacità di amarsi e volersi bene. Ci racconti come è andata nel tuo caso? Cosa ti ha fatto fare "clic" per imboccare un percorso di cambiamento?

Io ho iniziato a soffrire di disturbi alimentari quando avevo circa 11-12 anni quindi ero veramente una bambina. Il fattore scatenante era il fatto che fossi leggermente in carne e che la cosa mi fosse fatta notare. In particolare un mio amico a scuola mi diceva ogni giorno che ero grassa: penso lo dicesse più come scherzo, non con cattiveria, ma non si rendeva conto del male che mi stava facendo. Alla fine mi è scattato il meccanismo di smettere di mangiare, all'inizio è stato graduale. Ricordo di aver mangiato minestrone e yogurt per un anno, ho perso tantissimo peso. Ho sofferto di questo disordine per circa 10 anni: alternavo periodi di anoressia in cui non mangiavo niente e periodi in cui mi strafogavo col cibo. Alternavo momenti in cui prendevo e perdevo tantissimi chili anche nel giro di un mese. Me ne sonon resa conto davvero dopo un paio di anni: all'inizio credevo di essere l'unica persona al mondo ad avere questo problema, ad essere ossesisonata dal cibo. Invece verso i 15 anni ho iniziato a cercare online e ho scoperto che c'erano altre persone che avevano i miei pensieri, e questo mi ha rincuorato moltissimo. Poi quando avevo 21 anni ho incontrato Matteo che è attualmente mio marito e mi ha aiutato tantissimo a credere in me, mi ha fatto sentire amata, e questo mi ha aiutato molto e mi ha dato lo slancio definitivo per guarire. Precedentemente ha avuto un ruolo molto importante l'allenamento, perché se non posso dire che mi abbia fatto guarire, di sicuro mi ha aiutato perché quando mi allenavo mi rendevo conto che avevo voglia di mangiare meglio. L'allenamento per me ha avuto un ruolo molto importante sia come valvola di sfogo, sia per rendermi più forte e farmi credere di più in me stessa.

Motivazione: spesso è la criticità più citata dalle persone che trovano difficoltà a fare sport. Cosa sblocca il cambiamento e la motivazione?

Io divido i consigli motivazionali in due categorie: consigli per persone che vogliono iniziare ad allenarsi, e per chi già si allena ma ha un calo della motivazione. Per i primi consiglio di fare allenamenti brevi di 20-25 minuti: all'inizio è meglio perchè non si è molto forti e un allenamento molto lungo tende a rendere frustrati. Allenarsi meno ci fa sentire più capaci ed è più facile andare avanti. Un altro consiglio che do è di considerare l'allenamento come un momento per noi stessi e non come qualcosa che dobbiamo fare. Dobbiamo cercare di vedere l'allenamento come una coccola che facciamo per noi stessi, una cosa piacevole da fare. Dobbiamo anche mettere le cose in prospettiva: 3 ore in una settimana sono un tempo relativamente breve, messe in prospettiva sono molto più affrontabili. Ricordiamo che per costruire un'abitudini occorrono 20 giorni circa, passati i quali le cose vanno meglio perchè l'allenamento entra a far parte della routine.

Per chi invece si allena da più tempo e ha un calo della motivazione consiglio di allenarsi la mattina, perchè alla sera è più facile saltare l'allenamento, e poi perchè durante la giornata possono accadere degli imprevisti. L'allenamento come prima cosa fatta al mattino può essere più faticoso, ma può diventare parte della routine e siamo sicuri di non saltarlo. Anche in questo caso meglio evitare allenamenti troppo lunghi, mai più di un'ora o un'ora un quarto.

Un altro consiglio che do è tenere duro per i primi minuti di allenamento, che spesso sono più difficili, una volta che ci siamo avviati è più conveniente concludere l'allenamento.

Parliamo di social: spesso vengono demonizzati ma sono anche uno spazio di condivisione importantissimo, dove trovano voce tantissime persone che, come te, possono dare molto agli altri. Tu come vivi i social, che tipo di profili segui e qual è il tuo social preferito?

I social network sono un posto molto controverso, ma io ho molta fiducia nel fatto che siano un ottimo spazio dove condividere le proprie idee ma soprattutto per imparare. Ci sono tanti modelli non positivi da seguire, ma se impariamo a discernere c'è davvero moltissimo di buono da cogliere. Sono felicissima che ci siano tanti profili che fanno vedere che i social non devono essere solo una vetrina di perfezione, sia dal punto di vista dello stile di vita che dell'aspetto fisico. Stare sui social è un'opportunità per tutti noi, ma bisogna fare attenzione a chi si segue: moltissimi profili mostrano standard elevatissimi in ogni ambito che possono aumentare il senso di inadeguatezza. Anche involontariamente si fanno paragoni, ci si sente "sfigati", ma appena capiamo che stiamo innescando un pensiero negativo è importante imparare a disinnescarlo, defolloware quando serve, dedicarsi a cose concrete nella propria vita reale. Dobbiamo ricordare sempre che ciò che è sui social quasi mai è la realtà. Abbiamo estremizzato gli standard di bellezza: anche chi è bello sente il bisogno di modificare le foto, e questa cosa è rischiosa per le giovani. Ma parlarne è molto importante, perché tutti dobbiamo essere "formati" di fronte a questi rischi.

Io sono molto affezionata a Instagram perchè ci ho impiegato molto tempo, ma amo molto Youtube e anche Tik tok che ci dà un colpo d'occhio incredibile sui nuovi trend.

Autostima: sappiamo che piacersi non è questione di aspetto fisico. Cosa secondo te fa fare un salto all'autostima personale e al volersi bene?

Io sono molto pragmatica: per migliorare l'autostima bisogna porsi degli obiettivi, e questo vale per ogni ambito della vita, non solo lavoro e fitness, ma anche relazioni, benessere etc. Obiettivi che abbiamo la consapevolezza che siano raggiungibili: ad esempio non posso eliminare gli hip dips perché sono una conformazione fisica non modificabile, quindi pensare di toglierli non è un obiettivo realistico. Però ci sono cose che posso migliorare, ad esempio se riesco a fare 3 trazioni consecutive posso pensare di arrivare a farne 10: questo è un obiettivo, e quando lo raggiungo mi sento più realizzata, ho più fiducia in me stessa e autostima. Raggiungere questi piccoli obiettivi abbordabili e realizzabili ci porta a essere più sicuri del proprio potenziale: solo avendo soddisfazioni personali possiamo migliorare l'autostima. L'importante è rimanere con i piedi per terra, capire cosa è realizzabile e impegnarci al massimo per raggiungerlo.

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