Selfcare

Il cyber flashing è una molestia e possiamo difenderci così

Ragazza sconvolta da foto ricevuta
27-04-2022
Tra i reati online, anche l'invio non richiesto di foto oscene è una molestia e come tale va trattata. Ecco come puoi proteggerti dal cyber flashing (e di cosa si tratta)

Il cyber flashing è una vera e propria molestia, che purtroppo è diventata molto comune grazie alle tecnologie dei dispositivi mobili. Ha a che fare con le tristemente famose «dick pic» e se non ne hai mai sentito parlare, potresti essere tra le poche donne (fortunate) a non esserne stata vittima. Al contrario, potresti averlo subito ma non sapere come proteggerti. Ecco, dunque, tutto quello che dovresti sapere sul cyber flashing e come difenderti.

VEDI ANCHE Bianca Balti e la rivelazione più dolorosa: “Da adolescente ho subito molestie e violenze” LifestyleBianca Balti e la rivelazione più dolorosa: “Da adolescente ho subito molestie e violenze”

Cos’è il cyber flashing

Con il termine Cyber Flashing (o cyber flashing, senza maiuscole) si indica un tipo di molestia online. Consiste nell’invio di immagini oscene a contenuto sessuale – in genere, primi piani di genitali (maschili), le cosiddette «dick pic». Si tratta di fotografie assolutamente non richieste, che appaiono sul dispositivo di persone che si trovano in prossimità del molestatore come dei veri e propri flash, per l’appunto.

Questo invio di immagini oscene da parte di persone sconosciute avviene attraverso servizi di messaggeria che usano il Bluetooth o con AirDrop, uno strumento che consente di condividere contenuti all’istante con altri dispositivi Apple nelle vicinanze. Il mittente approfitta del fatto che lo smartphone (se hai attivato quelle funzioni) viene identificato generalmente con il nome, mentre da parte sua sa di poter rimanere anonimo (il nome, infatti, è modificabile).

Perché le vittime sono donne

Tendenzialmente, è un reato a danno principalmente delle donne. In un articolo pubblicato su Internazionale nell’autunno 2020, i dati indicavano uno studio effettuato nel Regno Unito. Secondo tale ricerca, più del 40 per cento delle donne tra i 25 e i 35 anni affermava di aver ricevuto un’immagine non richiesta di genitali maschili. Anche in Italia e ovunque, i dati indicano che in genere le vittime sono donne, di tutte le età.

La tecnologia non aiuta

Quasi a rendere ancora più grave il fenomeno, è il fatto che non c’è modo per evitare di vedere le foto ricevute, anche se non sono state affatto richieste. Le impostazioni di default di AirDrop, infatti, permettono a chiunque di inviare immagini in forma anonima. Chi le riceve è costretto a visualizzarle in anteprima, prima di decidere se accettarle o meno. Quindi, la vittima non ha modo di sottrarsi all’immagine oscena, anzi, per capire di cosa si tratta è costretta a visualizzarla.

Questo sistema di condivisione tecnologica sembra quasi favorire i molestatori, che non hanno bisogno di conoscere l’identità o il numero di telefono della persona cui mandare scatti intimi per inviare le foto. Tra gli aspetti più inquietatanti di questi abusi, che avvengono per lo più in strada e sui mezzi pubblici, rientra il fatto che il molestatore è sconosciuto e si trova nelle vicinanze della vittima.

VEDI ANCHE “Non siete sole”: le star che hanno denunciato abusi e molestie Lifestyle“Non siete sole”: le star che hanno denunciato abusi e molestie

Perché è una molestia

Il discorso degli scatti intimi è già di per sé molto delicato, poiché purtroppo condividere delle foto di nudo potrebbe anche metterti a rischio di conseguenze drammatiche come il revenge porn. Per molti, tuttavia, l’invio di foto non richieste (è bene sottolineare questo aspetto) dei propri genitali è un gesto goliardico, qualcosa che va considerato come uno scherzo. Invece, non solo questi episodi non vanno minimizzati, ma vanno segnalati e denunciati, poiché si tratta di vere e proprie molestie, ben più gravi di forme (comunque sgradevoli) di esibizionismo.

La legge italiana, all’articolo 660 del Codice Penale, definisce così il reato di molestia. «Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestie o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516». Stando a questa definizione, quindi, il cyber flashing non è uno scherzo innocuo ma un vero e proprio reato di molestie: perciò, in quanto tale, va trattato e condannato.

Le reazioni delle vittime

Sono tanti i motivi per cui il cyber flashing è una molestia particolarmente infima e pericolosa. Tra questi, il fatto che la vittima si ritrova improvvisamente di fronte a immagini oscene. Per di più è costretta appunto a visualizzare per scoprire di cosa si tratta. In altre parole, non ha scampo. Alcune persone riescono a non lasciarsi coinvolgere più di tanto: cancellano la foto e si lasciano lo spiacevole episodio alle spalle. Non è così per tutte, anzi.

Più frequentemente, infatti, il cyber flashing dà origine a un senso di minaccia “senza volto” che può impaurire la vittima. Ricevere una foto oscena non richiesta di colpo, può mettere profondamente a disagio qualunque donna. Questo vale sia di giorno in mezzo alla gente (anzi, magari causando imbarazzo nei momenti più inopportuni) sia di sera, magari quando si è sole sui mezzi pubblici. Per di più, la vittima del molestatore sconosciuto potrebbe essere una minorenne, o ancora una donna sopravvissuta a un trauma. Ma, in generale, nessuna persona dovrebbe essere costretta a vedere immagini di nudo senza aver prima fornito il proprio esplicito consenso.

Come proteggersi

Esiste un modo per difendersi dal cyber flashing? Sì, c’è, anche se in un certo senso limita la possibilità di sfruttare certe tecnologie anche alle vittime. Per rendere impossibile ai molestatori di sfruttare la semplice vicinanza per inviare contenuti non richiesti a perfette sconosciute, basta modificare le impostazioni del proprio smartphone. In questo modo, impedisci totalmente la ricezione di contenuti tramite Airdrop o Bluetooth e limiti la possibilità di ricevere immagini ai soli contatti presenti nella tua rubrica. Ecco cosa devi fare:

  • Apri “Impostazioni” dello smartphone;
  • seleziona “Generali”;
  • scegli “Airdrop” e seleziona “ricezione non attiva” per bloccare tutti i contenuti oppure “solo contatti” per permettere solo ai numeri salvati in rubrica la possibilità di accedere a questa funzionalità.
  • Se non hai un iPhone, potresti disattivare il Bluetooth quando non ti serve.
  • Ancora, altri modelli di smartphone hanno un altro tipo di funzione simile, che si può tenere inattiva cliccando sempre su “Impostazioni”, poi “Connessioni del dispositivo”, “Condivisione nelle vicinanze”. Devi disattivare le funzioni che permettono che chiunque nei paraggi possa inviare file al dispositivo.
Riproduzione riservata