
Esiste un modo per ricordare i sogni? L'attività onirica ha sempre avuto un fascino enorme, anche perché sfugge al nostro controllo cosciente, e sembra raccontarci moltissimo di noi e della nostra interiorità. E non a caso l'interpretazione dei sogni è una materia affascinante ed è anche una tecnica utilizzata in psicanalisi e in psicoterapia.
Tuttavia non tutti e non sempre ricordiamo i sogni: spesso sono materia inafferrabile, ne ricordiamo solo qualche dettaglio, oppure sembrano sfuggirci dalle mani non appena tentiamo di fissarli. Come mai succede questo? Cosa fare se non si ricordano i sogni? Esiste un modo per imparare a ricordare i sogni?
Anche se non è così semplice, è possibile capire come allenare la propria memoria onirica. Si tratta di ripercorrere all'indietro tutti i processi mentali che hanno portato alla produzione di quel determinato sogno. Bisogna individuare quel filo di connessione tra realtà cosciente e mondo onirico dove ogni notte, spavalda, emerge la nostra parte più inconscia.
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Come funzionano i sogni
Quando si parla di sogni, ci si riferisce a quel complesso, raffinato e affascinante meccanismo della nostra mente che prende vita non appena ci abbandoniamo tra le braccia di Morfeo. Al di là dell'aspetto "surreale", i sogni sono da sempre argomento di studi e motivi di numerose ricerche. Sono ritenuti come una vera e propria tecnica che la mente adotta per sopportare, superare ed elaborare lo stress o il dolore emotivo incamerato con il passare dei giorni.
A livello scientifico, pare che un individuo effettui dai 4 ai 6 sogni a notte, pari al 25% delle ore di sonno totali e a circa 6 anni di vita passati a sognare. Il lato negativo è che, di questi 6 anni di vita e della nostra creatività notturna, non ci resta che il 5 % ogni mattina. Insomma: non ricordare i sogni, o ricordarne solo piccoli stralci è in realtà qualcosa di estremamente comune.
Il ricordo di quasi la totalità dei nostri sogni lo perdiamo al risveglio, momento in cui passiamo dalla realtà immaginata al mondo reale. Ecco che il trucco sta proprio lì, al risveglio. A quanto pare ricordare i sogni non è così complicato, basta solo agire nel momento giusto per bloccare il ricordo fugace dei nostri film notturni.
Come ricordare i sogni?
Oltre a ispirare la nostra creazione artistica e il nostro pensiero laterale, ricordare i sogni ci ricollegherebbe al quel processo che gli studiosi definiscono "ipotesi di continuità". In pratica, nelle nostre notti, le preoccupazioni e le sensazioni vissute durante il giorno prendono forma nel sogno con un effetto di continuità, assumendo l'accezione di "simulazioni incarnate" dell'esperienza quotidiana. Appurato che i sogni non sono altro che il riflesso di stimoli ricevuti in passato o nel presente, diventa sempre più importante dare un nome e un cognome a quegli stimoli.
Ecco i sistemi più efficaci per ricordare i sogni:
- App per ricordare i sogni
Esistono App come Capture, Dream Journal, o Sogni (solo per Apple). Si tratta di applicazioni dove poter tenere un taccuino degli appunti di quel che si ricorda di ciascun sogno. Oppure, esistono delle vere e proprie piattaforme condivise dove poter confrontarsi anche con altri utenti sulle proprie attività oniriche.
- Scrivere un dream journal
Per gli amanti della carta e penna c'è il Diario dei sogni o Dream Journale che, con lo stesso concetto delle App, serve sempre per appuntare i propri sogni al risveglio. L'ideale è tenere il taccuino proprio sul comodino di fianco al letto, e scrivere i sogni appena ci si sveglia, anche perché con il passare delle ore si tende a dimenticarli
- Usare i post it
Per chi, invece, ha bisogno di qualcosa di ancora più pratico e veloce, il Post-it potrebbe essere un'ottima alternativa. Leggere appena svegli il bigliettino sul comodino con su scritto "Che hai sognato?" potrebbe aiutare a fissare qualche ricordo dei sogni fatti di notte. O almeno le emozioni provate o qualche parola chiave.
- Risvegli notturni
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Si potrebbe optare per la tecnica dei risvegli notturni, per beccare il sogno in flagrante, ma poi ne risentiremmo a livello di stanchezza diurna. La più valida alternativa sarebbe regolare il ciclo del sonno, così da cadenzare i risvegli nel momento esatto in cui termina la fase REM (fase in cui avvengono la maggior parte delle nostre attività oniriche). Svegliarsi dolcemente e senza sveglie traumatiche e invasive potrebbe contribuire ad avere una buona memoria dei sogni.
Perché è importante ricordare i sogni?
È vero, alcuni sono proprio strani e sconnessi tra loro. A volte ci viene addirittura più facile ricordare i sogni assurdamente inutili, che quelli probabilmente più importanti. Per quanto possano sembrare inutili alcuni, però, avere una propria memoria dei sogni è importante.
A volte cercare di ritrovare il filo del discorso con la propria mente può servire a comprenderla meglio. Mi spiego: è stato studiato come i nostri sogni siano il riflesso del nostro inconscio. In pratica, quella piccola parte nascosta (benissimo) dentro di noi, riemerge la notte e cerca di entrare in contatto con il nostro raziocinio, magari collegandosi ai pensieri intrusivi che occupano la notrsa mente durante il giorno. Nell'effettuare determinati sogni, a volte, potrebbe essere proprio l'inconscio a voler evidenziare degli aspetti repressi dentro di noi. Ascoltarlo, capirlo e interpretarlo, ci permetterebbe di scoprire i nostri punti deboli e la nostra vulnerabilità. Perciò, a volte, ci lasciamo infastidire da alcuni sogni: proprio perché si crea una situazione "forzata" in cui dobbiamo fare i conti con noi stessi.
I sogni sono lo specchio di grandi conflitti che ci hanno segnato, così come di piccole e semplici questioni quotidiane che ci hanno colpito. L'importante è ricordarli e interpretarli così da mettere un punto di conclusione; così che la mente accetti quegli eventi disturbatori come situazioni passate e finite, e regolare qualsiasi conto in sospeso.
Potrebbe sembrare assurdo ma, regolare qualsiasi conto in sospeso con il nostro inconscio potrebbe permetterci di andare avanti. Imparare a ricordare i propri sogni, quindi, non significa solo avere più materiale da raccontare ad amici e parenti, sentendoci un po' Spielberg, ma significa pulire la mente dal sovraccarico di ansie ed emozioni accumulate nella nostra esperienza quotidiana che, per convenienza o convenzione, a noi piace definire "reale".