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Cosa significa essere una demigirl?

Due mezze foto di un uomo e di una donna
Demigirl è una parola composta con cui si indica una determinata identità di genere, descrive chi si identifica solo in parte con una donna e la femminilità in senso ampio

Cosa significa demigirl

Cosa vuol dire demigirl e chi si identifica con questa definizione? Siamo di fronte a una parola composta: Nel dettaglio, il prefisso “demi” vuol dire semi, mezzo, metà; “girl” significa ragazza. Esistono anche i termini demiwoman e demifemale.

Altro non sono che neologismi per indicare un’identità di genere, diversa dall’orientamento sessuale, e descrive come si sentono le persone che si identificano parzialmente con l’universo femminile, indipendentemente dal loro genere biologico.

Demigirl può essere una persona di sesso femminile che non si identifica completamente con questa ‘categoria’. Allo stesso modo, lo sono le persone che alla nascita sono di sesso maschile e si sentono non binarie. Ma entriamo più nel dettaglio

La definizione di demigirl

Demigirl è qualcuno che si identifica con la sfera femminile. Una precisazione è d’obbligo però: non esiste ‘una percentuale’ da raggiungere per potersi sentire, e definire, tale. Può essere una percezione più o meno latente, ci si può identificare poco o tanto. Non c’è un confine preciso.

La maggior parte delle demigirl sono AFAB. Letteralmente, “Assigned Female At Birth”, che significa “assegnate femmine alla nascita”. La loro identità di genere può orientarsi verso il femminile e possono sentirsi maschi e non binarie.

Le AMAB (Assigned Male At Birth), al contrario, sono le persone che nascono di sesso maschile, che sentono un forte legame con l’essere donna ma non a tal punto da identificarsi completamente come tale o essere transgender. Il semigender, in sostanza, non riconosce l’essere binario dei generi maschile e femminile biologici.

Con demiboy, invece, si descrive qualcuno che, parzialmente e non completamente, si identifica con un maschio, a prescindere dal proprio genere biologico di appartenenza.

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Demigirl e demisessualità: la differenza

Il confine tra le varie definizioni è labile ed è facile che si faccia confusione. È importante tenere bene a mente che demigirl e demisessualità sono due concetti differenti. L’identità di genere non ha a che vedere per forza con la sessualità.

Una persona demisessuale ha la necessità di sentire una forte connessione emotiva con qualcuno per provare attrazione fisica nei suoi confronti. E, anche se i due termini non sono correlati, una demigirl può anche essere demisessuale. Tuttavia questa situazione non è una condizione necessaria.

Rispetto alla questione identitaria, invece, una demigirl può considerarsi non binaria: identificarsi in parte con entrambi i generi perché – per definizione – rifiuta le definizioni categoriali di uomo e donna imposti dalla società.

La fluidità di genere

E ancora, è giusto capire cosa si intenda per fluidità di genere. Non è altro che la maniera in cui qualcuno si identifica, indipendentemente da come le altre persone vedono il corpo. Si tratta di coloro che sperimentano se stessi attraverso più spettri di genere. Possono sentirsi un genere specifico un giorno e poi come un altro genere il giorno dopo, e da qui la necessità di essere fluidi.

Qualcuno che è transgender può identificarsi come una demigirl (o anche altre identità di genere). Con questo termine, infatti, si definiscono le persone che posseggono una identità o un’espressione di genere differente dal loro sesso biologico.  

Demigirl o demiboy non sono concetti per forza associabili alla disforia di genere. Quest’ultima è un disturbo dell’identità di genere, un disagio che si vive rispetto al proprio sesso biologico. Quindi, in altre parole, un demiboy e una demigirl vivono con tranquillità e naturalezza la loro identità di genere, e non sentono la necessità di cambiarla. Anche e soprattutto per il concetto di fluidità precedentemente analizzato.

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L’identità di una demigirl

Partiamo dal presupposto che ogni vissuto è a sé, che il viaggio di un individuo è diverso da quello di un altro e che i confini sono labili. Anche se non sempre si sente l’esigenza di rientrare in categorie e definizioni precise, una demigirl può "sentirsi un ragazzo carino come una ragazza" oppure "sentirsi come un ragazzo che è femminile" o “un ragazzo che sembra un ragazza".

Definizioni simili, ma con delle sfumature. Perché non esiste una linea di demarcazione netta e non è opportuno dare qualcosa per scontato quando si parla di identità di genere. In base ai propri sentimenti, al proprio vissuto, alla fase di un percorso che si sta attraversando ci si deve sentire liberi di essere chi e quello che si vuole. Senza etichette.

Come dare il miglior supporto possibile

In definitiva, anche se nulla è definitivo e ne abbiamo avuto la dimostrazione, è bene quindi rispettare i desideri altrui e tenere in considerazione le definizioni che le persone scelgono per sé. In questo contesto, anche i pronomi hanno un ruolo importante. Per arrivare a determinate consapevolezze, condividerle con gli altri, infatti ci vuole del tempo e un coinvolgimento emotivo che merita considerazione.

Nessun giudizio, dunque, piuttosto per una demigirl (e per un demyboy) è consigliabile il massimo ascolto. Sentirsi compresi e accettati fa davvero la differenza per una persona che sta lottando, o ha lottato, con fatica e scavando dentro di sé, per trovare la propria identità e il proprio posto nel mondo. È una questione di fiducia.

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