Amore, amicizia, sentimenti: per molti di noi le relazioni affettive con gli altri sono fondamentali per una vita serena e gratificante, ma questo non vuol dire che sia per tutti così. O meglio: non tutti sono in grado di gestire le relazioni allo stesso modo, e non tutti hanno gli stessi bisogni emotivi. Anche per questo il comportamento anaffettivo è comune ma non sempre facile da individuare. Le difficoltà ad aprirsi agli altri possono infatti essere scambiate per una forma di timidezza, motivo per il quale si tende a sottovalutarne i segnali.
Le difficoltà tendono poi ad emergere maggiormente quando ci troviamo alle prese con un rapporto di coppia con una persona tendenzialmente anaffettiva. In questo caso le criticità sono ancora più acute, perché spesso si ha una visione della relazione molto differente, e spesso si prentende dall'altro qualcosa che non può darci. Perché accade tutto ciò? Come devi comportarti di fronte a una persona anaffettiva? Scopriamo insieme di cosa di tratta e come ci si deve relazionare con chi manifesta questo tipo di comportamento.
Anaffettivo: significato e definizione
Proviamo ad andare con ordine e a definire il termine "anaffettivo". Con questa parola, infatti, si definisce una persona che non è in grado di provare delle emozioni, né tantomeno di esternarle. Tutto ciò accade in situazioni in cui, invece, sarebbe normale sentire e manifestare qualcosa.
Questa condizione si riversa sulla vita sociale e relazionale, guastando i rapporti familiari e quelli con il partner. La relazione non è sana, s'incrina, fino a giungere alla rottura finale. Dipende, inoltre, da diversi fattori che cambiano a seconda della personalità dell'individuo che ci troviamo di fronte.
VEDI ANCHELifestyleAllenare l’intelligenza emotiva può cambiarti la vita, ed ecco comeCome riconoscere una persona anaffettiva
Evitare le emozioni per non lasciarsi ferire è una sorta di strategia messa in atto da molte più persone di quanto pensiamo. Gli anaffettivi sono freddi, distaccati, distanti. Esistono anche casi più complessi, in cui incorre una mancanza totale di contatto fisico, con evidente imbarazzo e disagio avvertito nell'abbracciare gli altri o anche solo a stringere la mano.
L'anaffettivo è solitamente un grande lavoratore, poiché riesce ad alienarsi dalle emozioni e dalle intimità. Non è però facile distinguere un semplice comportamento da un disturbo patologico. Come ti abbiamo spiegato, si tende a liquidare il problema con un "è fatto così". Per entrare in contatto con l'anaffettività, è necessaria una frequentazione di molti anni.
Cause del comportamento anaffettivo
L'anaffettività non è una patologia ma un sintomo. Si tratta quindi di una possibile conseguenza di un trauma vissuto nel passato. Può essere il caso di chi ha perso uno dei genitori da bambino e, da adulto, non riesce ad amare un'altra persona e a costruire una vita di coppia. Non è facile da riconoscere proprio perché presenta dei tratti comuni ad altri disturbi.
Potrebbe, infatti, essere scambiata con una forma di narcisismo, che però provoca una chiusura di un'altra natura e una totale mancanza di empatia. Gli anaffettivi si proteggono dalle emozioni profonde perché hanno paura di provare dispiacere. La società attuale non è di certo il vivaio adeguato a questo tipo di personalità, che non sanno riconoscere il ruolo delle emozioni.
Chi è l'anaffettivo
L'anaffettività è una barriera sollevata da persone fragili, che non riescono a gestire la sfera emotiva individuale. Non esiste, quindi, una distinzione di genere ma colpisce sia uomini e che donne. Deriva dalle storie e dai vissuti personali, da traumi o da particolari disturbi della personalità.
La società in cui viviamo ci costringe a costruire stereotipi, in cui ricade anche questa, l'anaffettività. Le energie si concentrano sul lavoro, con l'intento di ottenere sempre maggiori successi. Le persone che ne sono colpite tendono a trovare una professione nella quale possono esprimersi al meglio. Nelle relazioni amorose, cercano di sottovalutare il partner, con una strategia per evitare l'abbandono.
VEDI ANCHELifestyleAvere un partner evitante non è una passeggiata: come riconoscerlo e gestirloRisulta, comunque, difficile individuare un'anaffettività nelle donne, che sono più condizionate dalla società a vedere come molto importante avere una relazione di coppia. Tuttavia, non è così raro che questa condizione si manifesti anche nelle donne e soprattutto nelle madri, che tendono a loro volta a crescere figli potenzialmente anaffettivi.
Non a caso la tanto decantata capacità superiore delle donne di provare affetto è comunque una costruzione sociale, che non sempre corrisponde alla realtà. L'anaffettività riguarda infatti l'individuo ed entra in ogni sfera relazionale. Riconoscere un genitore anaffettivo è molto difficile, mentre nella relazione di coppia è più semplice individuare quale delle due parti manifesti questa problematica.
Come comportarsi con un anaffettivo
Ti sarà sicuramente capitato di incontrare una persona anaffettiva. Come ti abbiamo spiegato, non è di certo facile riconoscerle, a meno che non ci sia stata una lunga frequentazione. Esistono infatti diverse chiavi di lettura e, per venirne a capo, occorre essere preparati.
Relazionarsi con una persona che dimostra comportamento anaffettivo non è semplice. In primo luogo, perché non riesce a mettersi in contatto con gli altri. Si viene così a creare un senso di disorientamento nella persona che hanno al fianco, creando una condizione di solitudine nonostante la vicinanza fisica.
I limiti si amplificano nelle relazioni d'amore, perché l'atteggiamento di disinteresse porta l'altra persona a dubitare dei sentimenti e degli sforzi fatti per mantenere saldo il rapporto. Sotto certi aspetti, si tratta di una forma di blame shifting. Il partner tende infatti a considerare normale il suo atteggiamento di chiusura, riversando sull'altro le colpe delle proprie mancanze.
Come relazionarsi a un anaffettivo? Non esiste una risposta certa. Gli anaffettivi tendono a rimanere identici a loro stessi. Si potrebbe pensare di fare uno sforzo in più ed essere comprensivi, anche aiutando a trovare consapevolezza delle proprie emozioni.