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Come ci si rapporta a un partner anaffettivo

come gestire partner anaffettivo
13-05-2022
Qualsiasi relazione sentimentale implica una certa dose di compromessi, ma cosa succede alle prese con un partner anaffettivo?

Distaccato, razionale, freddo: ci sono tanti aggettivi per descrivere un partner anaffettivo, e non si esauriscono a quelli usati. Si dice che l’amore è cieco e, a volte, è davvero così, tanto che ci si può innamorare e legare a una persona che mostra difficoltà a entrare in contatto con la sfera affettiva.

Ma è davvero impossibile avere una relazione con una persona anaffettiva? Oppure è possibile gestirla in maniera ragionevole? Per vederci chiaro dobbiamo cominciare con la teoria, e soprattutto utilizzare le parole in maniera ponderata: affibbiare l'etichetta di "persona anaffettiva" non è uno scherzo, e come sempre le parole vanno usate con cognizione di causa. Cerchiamo allora per prima cosa di capire se davvero stiamo avendo a che fare con una persona anaffettiva.

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Come riconoscere una persona anaffettiva

Prima di tutto, andrebbe chiarito cosa significa avere un partner anaffettivo. Una persona che non ricambia la nostra attenzione (e quindi, non vuole avere una relazione) non può essere accusata in tal senso. Per anaffettività, piuttosto, si intende «l'incapacità da parte dell'individuo di provare o produrre affetti» (questa la definizione che leggiamo su Wikipedia). Si tratta di una persona che manca di processi emotivi. Non è in grado di riconoscere e di esprimere i sentimenti, non per timidezza o altro, ma proprio perché non è in grado di provarli.

Dal momento che l’anaffettività è qualcosa che riguarda il coinvolgimento (o la sua assenza) con le altre persone, un partner anaffettivo si rivela tale solo con le persone con cui si relaziona. Ovviamente in primis nelle relazioni sentimentali, ma a volte anche a livello familiare si possono identificare tratti di anaffettività. Al contrario, nei rapporti d’amicizia, potrebbe essere più difficile cogliere questi aspetti caratteriali, a meno che non ci sia una conoscenza molto approfondita e di lungo corso.

Puoi riconoscere un partner anaffettivo perché in partenza potrebbe tendere a fuggire la relazione sentimentale (con tutte le implicazioni emotive che ne conseguono). Soprattutto, anche all’interno della relazione, è una persona che reagisce con estrema razionalità e logica anche ai momenti più emozionanti. È come se, più di tanto, le emozioni non toccassero questa persona, come se fosse un robot.

Persona anaffettiva o narcisista?

La freddezza, la tendenza alla razionalità sempre e comunque, il distacco emotivo sono segnali di un partner anaffettivo, ma possono essere individuati anche in un narcisista. In comune, oltre a queste caratteristiche, c’è anche una certa autoreferenzialità (parla principalmente di sé) e particolare dedizione al lavoro (che antepone alla vita privata e affettiva). Il confine è certo labile, anche se la correlazione non è ambivalente. Una persona anaffettiva potrebbe essere un po’ narcisista (in misura variabile). Al contrario, un narcisista è sicuramente anaffettivo.

Come rapportarsi con una persona anaffettiva

Se hai realizzato di essere in una relazione con una persona anaffettiva, si apre appunto la domanda più importante: cosa fare? La relazione con un partner anaffettivo non è certamente semplice. Anzi, potrebbe essere più complessa di altre. Questo non è un giudizio di valore sulla persona in questione - un partner anaffettivo può avere qualità positive che lo rendono una bella persona - , ma solo una considerazione necessaria per il benessere di entrambi (e il tuo in particolare). Se sei consapevole di avere un partner anaffettivo, dovresti chiederti con molta sincerità a quanti compromessi sei disposta a scendere, considerando che non dovresti mai ignorare i tuoi bisogni in materia di felicità.

Prima di tutto, dovresti accettare l'altra persona così com’è: questo significa anche accettare che non cambierà. Come dice il detto, «chi nasce tondo non muore quadrato». Se hai compreso che il tuo partner è anaffettivo, hai due scelte. Puoi prendere le distanze subito, o provare a interagire, anche per vedere se puoi stare bene in una relazione del genere. Il percorso si sviluppa su alcune modalità:

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Instaura il miglior dialogo possibile

Come sempre nei rapporti sentimentali (e umani in generale), la comunicazione è fondamentale. Prova a instaurare un dialogo sempre aperto con il tuo partner, in particolare sulle vostre reciproche emozioni e/o necessità, ma anche sulle qualità che ti piacciono di questa persona. Questo è un buon modo per cercare di capire il punto di vista dell'altra persona (e di farla sentire accettata). Ma è anche un buon modo per avere una comprensione più profonda delle situazioni, e non farti destabilizzare da quello che a volte ti arriva come un atteggiamento distante, anche quando tu avresti bisogno di più calore.

Il termine dialogo porta con sé l’idea che la comunicazione sia a doppio senso: ci sei anche tu nella coppia. Quindi, anche tu hai tutto il diritto di parlare delle tue emozioni e delle tue esigenze. Non è detto che l'altra persona riesca del tutto a comprenderle, ma potrebbe considerare un percorso di analisi o comunque di spingersi un po’ nella tua direzione.

Un partner anaffettivo, infatti, potrebbe essere così a seguito di traumi o esperienze passate. In entrambi i casi una comunicazione aperta, tranquilla e “rassicurante” potrebbe essere la molla che lo porta a intraprendere un percorso psicologico per rielaborare il suo vissuto. Far presente le proprie esigenze all'interno della coppia poi, ci fa capire anche quanto l'altra persona è disposta a venirci incontro, perché non è detto che tutte le interazioni o i gesti debbano essere del tutto spontanei. Possono essere al contrario molto pensati, nell'ottica di dare cura e attenzione al partner (e questo vale da entrambe le parti).

Scenari possibili: opposti o simili

Due sono i possibili scenari di relazione o, meglio, di affinità con un partner anaffettivo. Quello peggiore, naturalmente, è che tu abbia un carattere estremamente emotivo e affettuoso. In questo caso, infatti, tutto l’amore del mondo (reciproco) potrebbe non bastare a colmare le vostre differenze che si trasformano in lacune molto dolorose. Ma non è detto, perché senza essere a tua volta anaffettiva, potresti essere un tipo freddo, particolarmente solitario e razionale. In tal caso, potresti non trovare poi così tanta fatica nel relazionarti con un partner anaffettivo. L’importante è che nessuno dei due cerchi di cambiare eccessivamente e sopraffare l’altro, rinunciando ai propri bisogni emotivi.

Pensa a te

Come per qualsiasi relazione, non perdere di vista te stessa. Lascia stare la sindrome da crocerossina, perché se la comunicazione non porta a risultati nel vostro rapporto, nemmeno il tempo lo cambierà. Non devi mai trascurare i tuoi sentimenti e il tuo stato d'animo. Perciò, se i silenzi e il distacco del partner anaffettivo cominciano a pesarti troppo e a renderti triste e insoddisfatta, riparti da te stessa. Per quanto doloroso, meglio chiudere un rapporto destinato a logorarti in maniera pesante.

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