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I top e i flop di Sanremo 2023

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Abbiamo scandagliato le serate di Sanremo 2023 per concentrarci sui momenti top e flop di quest’edizione. Li scriviamo prima di sapere chi sia il vincitore, per non esserne influenzati.

Pensavate di esservi liberati dei top e dei flop di Sanremo 2023? Credevate che TheWom.it non avesse voglia di giocare tra il serio e il faceto con i momenti che hanno segnato nel bene e nel male questa edizione del festival? Ritenevate che fossi in vacanza dall’altro capo del mondo per evitare di sentir gente urlare a caso e vallette sproloquiare su quanto sono fortunate a essere nate in una famiglia ricca?

Sbagliavate. Ecco qui, il momento di fare i conti con i top e i flop di questo Sanremo 2023, decisamente al di sotto delle aspettative dal punto di vista artistico e dei brani presentati. Diciamolo subito: quando a dicembre è stata annunciata al Tg1 (voce di Amadeus che manco l’Istituto Luce al tempo del Ventennio!) la lista dei big di Sanremo 2023 tutti ci aspettavamo chissà quali momenti top e invece siam qui a destreggiarci a fatica tra flop che resteranno nella storia. Quali?

Eccoveli serviti. Mi piace partire proprio dai flop perché è dall’insuccesso di alcune parentesi di Sanremo 2023 che il prossimo anno potremmo parlare solo di top.

FLOP

La conduzione

Finiamola di parlare di co-conduttrici. Il baudismo è ritornato di moda e, a parte le parentesi monologo che lasciano il tempo che trovano, alle varie Ferragni, Fagnini, Egonu e Francini (in parte) non è stato lasciato altro spazio che quello dell’annuncio dei cantanti. L’Amadeus pigliatutto con accanto Morandi solo per far contente le nonne si è mostrato l’unico padrone di casa, in grado di passare da una televendita a una diretta Instagram (ma, a proposito, quanta pubblicità gratis ha fatto la Rai al social?) senza soluzione di continuità. Siamo sicuri che tale sovraesposizione gli faccia davvero bene?

Qualcuno dirà di sì citando i dati Auditel: ma che caspiterina dovevamo vedere quando anche Netflix non ha proposto nulla di nuovo di interessante?

Gianni Morandi, Paola Egonu e Amadeus.
Gianni Morandi, Paola Egonu e Amadeus.

Il cyberbullismo

Tra i momenti flop di questo Sanremo 2023 e lontano dall’essere top non possiamo non citare i commenti che fioccano sui social sui cantanti in gara o sui volti che salgano sul palco dell’Ariston. Tantissimi i bersagliati ma non per la qualità artistica dei loro brani. No, per l’aspetto fisico. La più bersagliata? Anna Oxa. Ma nei suoi confronti l’accanimento ha raggiunto vette inaudite: “è la strega di Biancaneve, è maga Magoo, ma quant’è ingrassata, ma si è invecchiata”.

Ma non sono mancante le critiche anche a Levante, tanto da costringerla quasi a spiegare il perché del suo cambiamento. Stupisce come i commenti più feroci arrivino dalle donne: possibile che nel 2023 non si vada oltre?

Forse l’abito sull’hate speech di Chiara Ferragni che tutti giudicavamo fuori tempo ha ragione di esistere e ogni artista dovrebbe trovare il coraggio di pubblicare il nome e cognome di chi, non si sa dall’alto di quale pulpito, si permette di oltrepassare la linea della decenza e non solo. Non è solo una questione di analfabetismo culturale quando a farlo sono anche pseudo-opinioniste del pomeriggio tv o telegiornaliste.

Levante.
Levante.

I giovani

Non ci giriamo intorno: sei giovani sconosciuti a Sanremo 2023 sono stati troppi. Non perché non si debba lasciare spazio ai giovani: che ben vengano. Tuttavia, ben vengano quando a ognuno di loro sia offerta la stessa possibilità di votazione. È chiaro che al televoto vengano massacrati a discapito di chi ha una fan base costruita negli anni. L’idea cattiva è che servano a far da cuscinetto: mettiamo che un big dato per vincitore finisca decimo. Un conto è dire decimo su 28, un conto è dire decimo su 22. La figura del cactus sarebbe più difficile da digerire: meglio sacrificare sei giovani inesperti agli ultimi posti. Un ragionamento paraculo ma vero.

L’affaire Blanco

Blanco e le rose distrutte non sono un problema di per sé. Quei fiori erano stati già recisi e sarebbero finiti al macero due minuti dopo. La rabbia di Blanco, sorvoliamo: è la stessa di chi di fronte a un no spacca casa per divertirsi un po’ (a proposito, Blanco non si arrabbierà se ho spaccato il suo cd perché non capivo la sua voce… siamo giovani). Il problema è semmai come la Rai ha gestito il momento stesso: si capiva che le rose, private delle sue spine, sarebbero state al centro della performance.

Perché indignarsi se anziché due ne ha distrutte cento? Perché fingere di cadere dal pero? Perché mettere un ventenne nelle condizioni di farsi travolgere da un pubblico fin troppo arrabbiato? E perché non provare a fargli cambiare idea sull’esibizione sin dall’inizio? Il principio, dopotutto, è lo stesso: se non approvi un gesto, non lo approvi in toto e non perché va al di là delle tue aspettative.

Blanco.
Blanco.

Il bacio mancato dei Coma_Cose

La regia del festival ha avuto più di qualche problema. A tratti è sembrata incerta, addormentata o distratta da chissà quali altre faccende. Il compito di un bravo regista è anche quello di saper gestire l’imprevedibile e di cogliere l’attimo. Carpe diem, ci insegnano sin dalle elementari. Cosa che non è accaduto quando sul finale della (bellissima) prima esibizione dei Coma_Cose la regia ha clamorosamente cannato il non previsto bacio finale tra Fausto e Francesca.

Avremmo anche gradito le immagini del presidente Mattarella che andava via: ci siamo chiesti per una sera intera se si fosse perso tra un’Alba Parietti e una Valeria Marini, tra un Alberto Matano e un inviato qualsiasi di Serena Bortone.

I Coma_Cose.
I Coma_Cose.

TOP

Così come esistono i flop, ci sono fortunatamente anche momenti top di questo Sanremo 2023 che potremmo conservare negli annali. Quali? Eh, calma, eccoli qui.

MADAME

Il bene nel male di Madame è una delle canzoni più forti di questo Sanremo 2023. Ha un testo particolarmente interessante e una musica che sin da subito si insinua nelle orecchie. E, nonostante le polemiche che hanno preceduto la kermesse sul vaccino o meno, Madame è salita sul palco sicura, capace di cavalcare l’Ariston con scioltezza e determinazione, stando due spanne sopra i suoi coetanei. E con fiera dignità è riuscita a non far sembrare volgare nemmeno la parola "puttana". Grande, Francesca, e lo stai diventando davvero sotto i nostri occhi.

Madame.
Madame.

PAOLA E CHIARA

Paola e Chiara erano attese come Madonne in processione dalla comunità lgbtqia+ e non hanno deluso. Hanno portato loro stesse sul palco senza sovrastrutture se non una coreografia appositamente studiata e un corpo di ballerini superdotati (no, non in quel senso lì… o non necessariamente). Talvolta stonate o fuori tempo ma sempre loro stesse, sicure di come il loro brano sarà la colonna sonora di tutti i Pride 2023. Un difetto? No, una virtù.

Paola e Chiara.
Paola e Chiara.

ROSA CHEMICAL, LAZZA E MR RAIN

Erano le tre grandi incognite di questo Sanremo 2023 e si sono rivelati tre grandi artisti per motivi differenti. Dopo aver smesso di mostrare il coso su Twitter, Rosa Chemical ha dimostrato di aver personalità e di essere in grado di portarla anche nei contesti più lontani dal suo, alzando l’asta del Made in Italy (e non vedeteci un doppio senso!). Lazza, invece, ha conquistato tutti noi con la sua canzone ma soprattutto con il suo gesto: i fiori alla mamma. Chi scrive, ha pianto per una sera intera ripensando a quel momento ma anche al superlativo duetto con Emma. Mr Rain, infine, ha portato la depressione e la salute mentale sul palco facendosi accompagnare da un coro di bambini, il futuro a cui tutti quanti dovremmo guardare e dovremmo far stare bene. Belli, bravi, bis.

Le sorprese di SanRemo 2023

1/3
Rosa Chemical.
2/3
Lazza.
3/3
Mr Rain.
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LE PAROLE SCANDITE

Uno dei problemi da sempre delle esibizioni live è rappresentato dalla scansione delle parole dei brani cantati. La richiesta è sempre la stessa: mettete i sottotitoli. Eppure, sono in tanti ad aver cantato scandendo le parole in maniera superba: Madame, Marco Mengoni, Ultimo, Levante, Elodie (insuperabile con BigMama), Giorgia e la lista potrebbe continuare. Certo, c’era qualcuno di insospettabili di cui non si capiva granché. Non ce ne abbia Mara Sattei ma del suo ritornello non ho capito una parola: effetto spoonerismo in omaggio al nome?

Elodie.
Elodie.

ANNA OXA E LEVANTE

Il top dei top va ad Anna Oxa e Levante, le uniche due artiste che hanno affrontato di petto, senza girarci intorno, due questioni prettamente attuali: la presa di coscienza e la depressione post partum. Entrambe hanno puntato sulla volontà di guardarsi intorno e di non nascondersi dietro alle rime cuore, amore, dolore, sole e via dicendo.

Sulla Oxa, invece, apriamo un’ulteriore parentesi: è stata lei la protagonista di Sanremo 2023, senza che nessuno possa asserire il contrario. Continuamente bersagliata dai media, con un brano intenso e dal testo che va oltre i like da tastiera, ha sfidato fake news, commenti grevi, ignoranza sistemica (nessuna firma di moda ha riconosciuto gli abiti di Yamamoto, ad esempio, definendoli anche sciatti: seriously?) e persino i mancati fiori sul palco (Amadeus, che poracciata) con il silenzio e la sua musica. Si parla di atteggiamenti divistici e l’accusa viene da chi fino a due giorni fa cantava senza rifletterci Diva dei La Rappresentante di Lista.

“Io sono una diva o non sono più niente e non mi fare male, sono come la gente… Non mi stressare, non mi dire niente, non farmi male perché sono fragile… Non mi stressare, non mi dire niente… non farmi male, non farmi male, non farmi male”. E noi quanto male abbiamo fatto alla signora Oxa con il nostro indice puntato?

Anna Oxa.
Anna Oxa.
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