Netflix propone dal 27 marzo il film Riposare in pace. Adattamento di un romanzo di Martin Baintrub, il film Netflix Riposare in pace è stato presentato in anteprima internazionale al Festival di Malaga, dove partecipando in concorso ha rimediato due premi: miglior attore protagonista (Joaquin Furriel) e miglior attore non protagonista (Gabriel Goity).
Diretto da Sebastian Borensztein, il film Netflix Riposare in pace racconta la storia di un padre di famiglia che, sommerso dai debiti, decide di sparire. Ma è mai possibile dimenticare una vita intera? E ricominciare tutto da capo senza voltarsi indietro? Ovviamente, no… tanto che basta una scoperta casuale ad anni di distanza per alimentare la tentazione dell’uomo di scoprire cos’è successo alla sua famiglia.
Nel cast, oltre a Furriel e Goity, troviamo anche Griselda Siciliani e Lali Gonzalez.
Una tragica storia di identità e relazioni familiari
Sergio, il protagonista del film Netflix Riposare in pace interpretato da Joaquin Furriel, rimane ferito nell’attentato contro l’Asociacion Mutual Israelita in Argentina, occorso il 18 luglio 1994. Padre di famiglia, con debiti fino al collo, decide di approfittare della situazione per sparire e ricominciare una nuova vita in Paraguay, senza che nessuno sappia più nulla della sua sorte. La moglie Estela (Griselda Siciliani) e il resto della famiglia lo danno per morto.
Dopo aver vissuto per anni sotto falsa identità, Sergio viene inaspettatamente riportato al suo passato, cedendo per via di una scoperta del tutto casuale all’irresistibile tentazione di conoscere il destino dei suoi ex concittadini. Ben presto, però, la curiosità iniziale si trasforma in ossessione: può mai una vita intera non lasciare più tracce ed essere dimenticata come se nulla fosse, senza voltarsi mai a guardare ciò che è stato?
Ed è questa la domanda su cui poggia anche il romanzo da cui il film Netflix Riposare in pace è tratto. “Quando ho letto il romanzo, ho subito capito che c’era una storia che valeva la pena raccontare”, ha spiegato il regista Sebastian Borensztein, “un thriller tragico sull’identità e sulle relazioni familiari sullo sfondo di un complesso contesto socioeconomico”.
“Tuttavia, non mi interessava realizzare un adattamento letterario ma la mia versione dell’opera, conservando di base la stessa tematica: un conto è la letteratura, un altro il cinema", ha continuato il regista. "Questa è la ragione per cui Sergio appare ad esempio meno ingrato di com’era descritto da Baintrub: sarebbe stato poco empatico e la sua scomparsa non avrebbe preoccupato nessuno. E lo stesso posso dire di Estela: ho cercato di renderla un po’ meno odiosa… nel libro era molto più che bugiarda, speculatrice e infedele sin dal primo minuto”.
“Per me, è stato molto stimolante portare Sergio sullo schermo”, ha aggiunto l’attore Joaquin Furriel. “Sulla carta, è solo un personaggio ma nei fatti sono due: il Sergio che ritroviamo quindici anni dopo, in una situazione di solitudine e abbandono, è ben diverso da quello che viveva all’inizio della storia a Buenos Aires”.
“Impersonare Estela è stato un regalo”, ha fatto eco l’attrice Griselda Siciliani, solitamente vista in ruoli legati alle commedie. “Mi sono divertita a restituire i differenti momenti e stati di un personaggio a cui Sergio rivolta letteralmente la vita!”.