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Nel mio nome: Quattro storie trans in un mondo binario

Nel mio nome, documentario di Nicolò Bassetti, è la storia di formazione di quattro amici che condividono i punti di svolta più importanti delle loro vite e delle loro trasformazioni di genere. Nati in un genere che non gli apparteneva, hanno costruito la propria identità sopravvivendo agli ostacoli di una società binaria.

Quattro storie di transizione di genere compongono il documentario Nel mio nome, firmato da Nicolò Bassetti e presentato al Festival di Berlino 2022, al cinema dal 13 al 15 giugno per I Wonder Pictures. Noto per essere il creatore del progetto urbano narrativo Sacro Gra (da cui il regista Gianfranco Rosi ha tratto un film che ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia), Bassetti ha mischiato la sua esperienza di padre di un figlio trans con la sua visione da regista per un racconto intimo e reale che ha colpito l’attore Elliot Page.

“Ciò che mi colpisce di Nel mio nome, il documentario di Nicolò Bassetti, è il mondo in cui presenta tutti i diversi pezzo che compongono l’identità di una persona. È una meditazione sull’umanità trans e non ho mai visto nessun altro simile”, ha dichiarato Page, divenuto produttore esecutivo del film.

Cosa racconta Nel mio nome

Nic, Leo, Andrea e Raff, quattro amici, raccontano in Nel mio nome, documentario di Nicolò Bassetti, le storie delle loro transizioni di genere. Ripercorrendo la loro infanzia e adolescenza, condividono i loro ricordi ed esperienze personali. Anche se non si sono sempre conformati alle norme sociali della femminilità, tutti e quattro sono stati cresciuti ed educati come ragazze.

Ognuna delle loro storie è diversa. Tuttavia, ci sono dei parallelismi e dei punti in comune che li aiutano a capirsi a vicenda e a sentirsi meno soli: le discussioni con i/le partner, la scelta dei pronomi da usare, la terapia ormonale, le decisioni sulla chirurgia e il rapporto sono le autorità. Nel mondo prettamente binario in cui viviamo, la decisione di determinare la propria identità di genere è un atto sovversivo, quasi rivoluzionario.

Nel mio nome concede ai quattro ragazzi uno spazio per descrivere i percorsi personali verso l’affermazione della propria identità, con il nome che si sono scelti. Ma il documentario rappresenta anche, in maniera schietta e sensibile, gli ostacoli che hanno dovuto affrontare e superare per attuare i necessari cambiamenti sociali, fisici e legali. Avere una vita appagante e dignitosa è una questione di sopravvivenza.

Devono quindi essere risoluti, infinitamente pazienti e non possono sperare di cavarsela senza comunque vedere il lato divertente dell’intera situazione.

I protagonisti

  • Leo

Leo è un raffinato rapsodo contemporaneo. Laureato in filologia, lavora presso un McDonald’s. Le sue passioni sono il raccontare storie e la musica rock. Raccoglie ricordi, li ascolta, li studia e poi li modifica in un podcast incentrato sul rapporto tra l’identità adolescente e adulta. In Nel mio nome, il documentario di Nicolò Bassetti, è un po’ come l’Ulisse di Dante: ci conduce nel profondo, al di là delle acque poco profonde delle convinzioni sociali.

Attraverso la sua voce e i suoi pensieri, intrecciati con quelli degli altri, ci accompagna per tutto il documentario di Nicolò Bassetti. Con i componenti della sua band, ha scritto un brano rock struggente, Astronauta, sulla base della sua esperienza (lo si sente per tutto il film).

È profondamente innamorato di Luisa, la sua divertente e bellissima fidanzata, anche lei filologa, ricercatrice in una fondazione e insegnante di greco e latino in una scuola superiore. Leo e Luisa vivono insieme in un appartamento di Bologna ma sognano di trasferirsi all’estero.

Leo Arpino in Nel mio nome.
Leo Arpino in Nel mio nome.
  • Nico

Dei quattro amici al centro di Nel mio nome, il documentario di Nicolò Bassetti, Nico è l’ultimo arrivato, nonostante sia il più grande e quello con un progetto di vita più maturo e realizzato. Per questo motivo, è il più “coccolato”.

È anche quello che si muove più cautamente tra le possibili linee di genere. Nico vive con Chiara, sua moglie, e il loro cane India in un sobborgo collinare appena fuori la città. Chiara gestisce una piccola azienda agricola biologica e b&b, che produce vino, miele, marmellate, lavanda, farina, pasta, pane e biscotti. Nico al mattino presto va via, va a lavorare in città e torna la sera. Nel frattempo, a casa, Chiara trascorre la giornata a preparare impasti, a cucinare e a prendersi cura degli ospiti e delle api.

Ogni volta che ha del tempo libero, Nico fa “spedizioni” a piedi tutto solo, come un argonauta o un lupo. Attraversa luoghi “in attesa”, in transizione: aree industriali dismesse, scali ferroviari abbandonati. È il suo modo di esplorare la propria natura e creare uno spazio interiore, alla ricerca delle ragioni intime del suo bisogno di transizione.

Nico Sproccati in Nel mio nome.
Nico Sproccati in Nel mio nome.
  • Andrea

Andrea è laureato in Filosofia. Sta scrivendo una raccolta di brevi storie trans.

Appassionato lettore aperto a tutti i generi, divora soprattutto classici. È introspettivo, taciturno e solitario.  Scrive con la sua Valentine, una delle ultime macchine da scrivere (portatile e rossa) che ha cercato di contrastare la supremazia dei computer. La Valentine è il suo oggetto feticcio, la coperta di Linus che lo ancora fortemente alla sua infanzia.

Appassionato fan di Kafka e David Bowie, cambia spesso look alla continua ricerca del suo vero io. I suoi ricordi di infanzia e adolescenza in Nel mio nome scorrono come le pagine di un romanzo di formazione.

Andrea Ragno in Nel mio nome.
Andrea Ragno in Nel mio nome.
  • Raff

Le passioni di Raff sono le biciclette, la musica swing e le graphic novel.

Raff lavora come meccanico in un’officina di riparazione di biciclette, di cui è co-proprietario. Nel tempo libero, con una cura che rasenta l’ossessione, cerca i pezzi di cui ha bisogno per costruire la bici dei suoi sogni. Telaio, catena, ingranaggi e pedali, luci e sella, cerchi e manubri comporranno una bici da strada d’epoca degli anni Sessanta, rosa pallido con cromature lucide.

Di notte, Raff balla lo swing insieme al suo miglior amico, Dario. È anche coinvolto in una relazione “platonica” a distanza con Felix, un giovane gay spagnolo.

Ogni volta che può, Raff prende carta, matite e acquerelli, e si tuffa a capofitto nelle storie dei suoi personaggi. È il creatore e disegnatore dei pianeti che appaiono nei titoli di coda di Nel mio nome, il documentario di Nicolò Bassetti.

Raff Baldo in Nel mio nome.
Raff Baldo in Nel mio nome.

L’esperienza diretta del regista

A raccontare la genesi, quasi privata, e la realizzazione del documentario Nel mio nome è lo stesso regista, Nicolò Bassetti.

Nel mio nome nasce da un’idea che ho avuto con Matteo, uno dei miei tre figli. Ha ventisei anni ed è un transgender female to male. Dunque, la particolarità del film sta nella duplicità del mio sguardo, da genitore e da regista, dalla combinazione dell’intensità delle due esperienze. Il mio personale percorso mi ha permesso di trovare la giusta sicurezza per avvicinarmi ai protagonisti, approfondire le loro emozioni e instaurare un rapporto intimo costruito sulla fiducia e sulla complicità”, ha dichiarato.

Ha poi aggiunto: “La struttura di Nel mio nome poggia su due capisaldi. Da un lato, ho lasciato che i giovani si esprimessero liberamente attraverso un processo maieutico: uno di loro fa da narratore principale e ripercorre la propria storia aiutando gli altri a raccontare la loro. Dall’altro lato, ho voluto mescolare i loro ricordi d’infanzia e adolescenza, quando la loro identità di genere ha cominciato a prendere forma, con le loro attuali relazioni, passioni e ossessioni”.

Il regista Nicolò Bassetti.
Il regista Nicolò Bassetti.

Nel mio nome: Le foto del film

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