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Il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza raccontato in Le mie ragazze di carta

Arriva in sala Le mie ragazze di carta è un film che racconta attraverso la storia di tre adolescenti un momento di passaggio decisivo per la società italiana degli anni Settanta. Con Maya Sansa, Neri Marcorè e Giuseppe Zeno nel cast.

Presentato al Bari International Film&Tv Festival e in uscita il 13 luglio con Adler Enterainment, Le mie ragazze di carta, il nuovo film di Luca Lucini. Prodotto da 302 Original Content e Pepito Produzioni con Rai Cinema, ci porta nella Treviso di fine Anni Settanta per raccontare, attraverso il codice universale della commedia, due momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città.

Nel cast del film Le mie ragazze di carta figurano, tra gli altri, gli attori Maya Sansa, Neri Marcorè, Andrea Pennacchi, Giuseppe Zeno, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Raffaella Di Caprio, Alessandro Bressanello, Christian Mancin e Marta Guerrini.

Cosa racconta il film

Con una sceneggiatura firmata da Luca Lucini, Mauro Spinelli, Ilaria Storti e Marta Storti, il film Le mie ragazze di carta ci porta nel trevigiano alla fine degli anni Settanta. La rapida espansione delle città investe anche la famiglia Bottacin, composta da Primo (Andrea Pennacchi), Anna (Maya Sansa) e Tiberio (Alvise Marascalchi). Per loro, e in particolare per il giovane Tiberio, il cambiamento dalla vita contadina a un contesto urbano sarà piuttosto tumultuoso. Ha inizio così il racconto di un periodo storico di grandi trasformazioni sociali ed economiche, in cui anche le sale cinematografiche, luoghi tipici di fruizione comunitaria, dovettero ripiegare verso una programmazione a luci rosse per evitare il fallimento.

“Quella del film Le mie ragazze di carta è una sceneggiatura a cui sono particolarmente legato, la prima storia che sento veramente “mia” da quando ho iniziato questa bellissima e stimolante esperienza nel cinema”, ha raccontato il regista Luca Lucini. “Ormai più di 20 anni fa diressi il cortometraggio Il sorriso di Diana parte del progetto Sei come sei, un lungometraggio sperimentale distribuito dall’Istituto Luce; quel cortometraggio era ideato e sceneggiato da un personaggio curioso, un cuoco di Treviso con una cultura molto vasta che aveva una passione per la scrittura, era la storia di un ragnetto che si innamorava di una donna, la metafora poetica e geniale di tutti gli amori impossibili”.

“Quel cortometraggio prodotto da Cattleya ha avuto grande successo, vincendo molti premi in tutto il mondo anche in festival molto importanti (fu presentato proprio a Berlino nel film Sei come sei), ed è grazie a quel corto e alla sensibilità di Mauro Spinelli che di fatto oggi sono un regista di cinema. Qualche tempo dopo gli feci leggere una storia scritta da me, una storia vera del mio passato, la storia di un cinema davanti a casa nel quale ad un tratto non potevo più entrare, senza capire il perché. Mauro scrisse la sceneggiatura di quel breve racconto, una sceneggiatura che spostando la storia da Milano a Treviso e con l’inserimento dell’epopea della famiglia Bottacin dalla campagna alla “metropoli” divenne piena di significato e di poesia”, ha aggiunto il regista.

“La sceneggiatura vinse il premio Solinas (Premio Benvenuti per la Commedia) nel 2007. Ho sempre considerato questo film per me importantissimo, e per diverso tempo non mi sono sentito in grado di affrontare il progetto, sono contento di aver aspettato, di aver accumulato esperienza importante per poter gestire un film molto più complesso di quanto possa sembrare”.

Il poster del film Le mie ragazze di carta.
Il poster del film Le mie ragazze di carta.

Un periodo memorabile

Il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza è al centro del film Le mie ragazze di carta. “Credo che il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza sia per noi maschietti un periodo memorabile, e si lega a delle sensazioni fortissime che allo stesso tempo, nel ricordo, si trasformano in tenere e poetiche”, ha evidenziato Lucini.

“In un paese cattolico come il nostro, nei primi anni ’80, nella laboriosa provincia del nord italiano, la storia della perdita di innocenza e ingenuità dei nostri due protagonisti si mescola quasi in simbiosi con i tratti di un paese intero che allo stesso modo non sarà più lo stesso, una perdita di innocenza diversa, ma forse anch’essa inevitabile. La parabola del cinema che, per evitare il fallimento, è costretto a “modernizzarsi” è metafora - e forse involontaria premessa - di un qualcosa che verrà”.

“Il protagonista che si innamora con sana innocenza e con vero slancio romantico della pornostar è un omaggio ai sentimenti puri, all’incanto, alla passione per la vita e forse anche all’amore per il cinema (lo è sicuramente l’epilogo in cui Tiberio per la prima volta fa l’amore con l’innamoratissima Marika proprio in quel luogo prima sacro e poi profano)”, ha aggiunto Lucini addentrandosi nei dettagli della trama.

“Ora che lo vedo realizzato credo Le mie ragazze di carta un film puro, sincero, pieno di vita, in cui ci si affeziona all’epopea della nostra famiglia neo piccolo-borghese, alla sua ingenuità, ai suoi credo così convinti e così ormai desueti e soprattutto al percorso di crescita così poetico e innocente di Tiberio. Un film che ha grandi interpretazioni e attori perfettamente in parte, dove si ride e ci si commuove, dove chi ha una certa età ricorderà forse con un po’ di nostalgia e chi è giovane e giovanissimo scoprirà un mondo e un modo di crescere e di avvicinarsi al sesso ormai quasi inconcepibile”.

“Questo credo sia anche un grande valore culturale di questo progetto, la possibilità di ridare dignità e romanticismo alla scoperta del sesso, un passaggio per i giovanissimi che oggi è fin troppo immediato e scontato, quasi mai collegato veramente all’amore. In questo senso, l’innamoramento così improbabile di Tiberio per Milly d’Italia (Raffaella Di Caprio) penso possa dare un nuovo punto di vista e un modo diverso di concepire un passaggio così importante della vita. Insomma, per dirla alla Spinelli: è per vedere le cose più belle che spesso chiudiamo gli occhi”, ha concluso Lucini.

Le mie ragazze di carta: Le foto del film

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