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La Voce della Memoria per non dimenticare la Shoah

A distanza di un anno, per la Giornata della Memoria, torniamo a parlare di La Voce della Memoria, il progetto di Giuseppe Mazzola diventato ora un film per i giovani e non solo. Figlio di anni di lavoro e di testimonianze e immagini inedite, ricorda l’importanza di Memoria e Istruzione per far sì che certi orrori non si ripetano mai più.

La Giornata della Memoria si celebra ogni anno il 27 gennaio, una data non casuale (qui i film e gli appuntamenti tv). Era il 27 gennaio 1944 quando le truppe sovietiche entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, abbandonato dai tedeschi. Le prime immagini di quello che era in realtà il campo e degli orrori che conteneva furono filmate da una serie di cameraman. Accompagnavano i militari e non si aspettavano di trovare tutta quella morte. I video rimasero negli archivi britannici per molto tempo. All’epoca, furono chiamati i registi Alfred Hitchcock e Sidney Bernstein a realizzare un documentario che rimase in edito per molto tempo in un deposito dell’Imperial War Museum di Londra.

Il pubblico vide per la prima volta i girati nel 1985. Le immagini dai campi di Dachau, Buchenwald, Belsen e da altri i cui nomi non sono così conosciuti rivelarono l’inimmaginabile. Alcuni degli orrori documentati hanno avuto luogo pochi istanti prima che le truppe alleate arrivassero: i tedeschi si affrettarono infatti a tentare di coprire l'evidenza di ciò che avevano compiuto. 

Se oggi possiamo parlare di Giornata della Memoria è perché immagini come quelle di quel film sono impresse nella nostra mente grazie anche al racconto che ne hanno fatto i sopravvissuti... tutti coloro che elaborando il loro dolore personale hanno scelto di non tacere affinché la Storia, quella storia, non si ripeta mai più. “Per quarant’anni, è stato doloroso parlarne. Ma, sfortunatamente, non vivremo ancora per molto. Sarà compito dei giovani imparare a tramandare le nostre storie”, sono le parole che Eva Schloss, la sorellastra di Anna Frank, pronuncia nel film La Voce della Memoria del fotografo e filmmaker Giuseppe Mazzola.

La locandina di La Voce della Memoria, il film di Giuseppe Mazzola.
La locandina di La Voce della Memoria, il film di Giuseppe Mazzola.

La Voce della Memoria

Del La Voce della Memoria ve ne avevamo parlato già lo scorso anno in occasione sempre della Giornata della Memoria. Ai tempi era un progetto in divenire: Giuseppe Mazzola era alle prese con ulteriori riprese e con il montaggio di ciò che aveva girato negli anni. Oggi, invece, La voce della Memoria è un progetto concreto finalmente visibile nei cinema e, soprattutto, nelle scuole.

La premiere ufficiale del film si terrà l’01 febbraio a Palermo, al cinema Gaudium. Ma gli studenti delle scuole hanno già cominciato lo scorso 12 dicembre a visionare l’opera con proiezioni tutte sold out. Un film pensato non solo per la Giornata della Memoria: la Memoria va mantenuta viva 365 giorni all’anno e non solo il 27 gennaio. Mantenere viva la Memoria significa concedere alle vittime il diritto di essere ricordate: ebrei, omosessuali, rom, oppositori politici, disabili… Ricordiamo, anche se sembra pleonastico, che la Shoah è stata la più grande strage di emarginati avvenuta nel cuore della civile Europa.

La Voce Della Memoria è un documentario che nasce da questa consapevolezza di emergenza e dal bisogno di mantenere alta l’attenzione sull’importanza dell’ascolto e del confronto, per riflettere sugli strumenti da adottare per affrontare e sconfiggere questa piaga politica e socio-culturale”, ci ha raccontato Mazzola da noi nuovamente raggiunto.

“Attraverso l’immediatezza del linguaggio fotografico e l’onestà narrativa peculiare al reportage, il documentario ricostruisce un affresco storicamente chiaro ma complesso e amorfo di tale Cultura dell’Odio e delle sue dinamiche di diffusione, attuazione e mutazione nel corso del tempo. Indagando a fondo la Shoah, la sua Storia, le cause e le conseguenze, La Voce della Memoria non tenta di fornire ulteriori risposte che non siano già state ampliamente soddisfatte da storici e studiosi, ma esorta lo spettatore, attraverso l’eredità che la Memoria concede, a porre e a porsi domande”.

Le domande, già. Una delle più toccanti la pone una studentessa adolescente: “Nei campi di concentramento, nei forni crematori, Dio dov’era?”. Non avremo mai risposta. O, forse sì, indirettamente, dalle parole di Eva Schloss: “Nei campi, la vita in sé era una punizione. Non ci si poteva nemmeno suicidare… l’unico modo per farlo era correre contro il filo spinato della recinzione elettrica”.

Giuseppe Mazzola.
Giuseppe Mazzola.

L’importanza della Memoria nei giovani

“Tra le tante domande, due accomunano e pervadono le testimonianze che ho raccolto”, ha aggiunto Mazzola. “Perché è stata possibile la Shoah? Cosa possiamo fare oggi affinché non si ripeta?”. Due appaiono i punti di riferimento per ottenere una risposta: Memoria, appunto, e Istruzione.

“La Memoria è il cuore, l’eredità e il patrimonio dell’identità dell’Umanità; l’Istruzione è lo strumento e il linguaggio per tutelare tale eredità e farne lessico comune, fondamentale per uscire dall’oblio dell’ignoranza e costruire una società fondata sulla libertà, l’inclusione e la facoltà di scelta”. Quella stessa scelta che “gli Ebrei d’Europa, in parte dell’Africa e probabilmente di tutto il mondo se la guerra non fosse finita”, come ricorda in La Voce della Memoria lo storico Amedeo Osti Guerrazzi, non hanno avuto.

Quale può essere stata la scelta, ad esempio, dei giovanissimi Emanuele Di Porto e Vittorio Polacco, sopravvissuto al rastrellamento del ghetto ebraico di Roma del 16 ottobre 1943? Nessuna. Immaginate un bambino che chiede nel cuore della notte alla madre cosa sta succedendo o un altro che a dodici anni si ritrova lanciato da un camion in corsa e affidato al primo conoscente che si scruta per strada. Che scelta hanno avuto?

L’importanza della Giornata della Memoria per i giovani deve partire da un dato incontrovertibile. Fermiamoci al solo rastrellamento a Roma: 1022 persone, quel giorno, subirono la deportazione. Sopravvissero ai campi solo in 16: quindici uomini e una donna. Nessun bambino tornò indietro da quei campi che di rieducazione avevano solo il nome, da quei campi in cui una doccia per liberarsi da cimici e pidocchi equivale a morte.

Ecco perché Giuseppe Mazzola ha scelto di diffondere il suo film La Voce della Memoria solo agli studenti per il momento ma non solo per la Giornata della Memoria. Dopo uno sforzo produttivo e umano enorme, non ha alcuna intenzione di “vendere” il suo film. “La partecipazione di studenti e docenti, i guardiani della Storia e della Memoria, apre una finestra sulla necessità di dialogo, apprendimento, istruzione e confronto come lotta quotidiana contro l’Indifferenza, come percorso di conoscenza per riscattare milioni di vite spezzate dalla brutalità della Cultura dell’Odio e, di conseguenza, riflettere e discutere su come costruire una Cultura Anti-Odio”, ha tenuto a ricordare.

La Voce della Memoria: Le prime proiezioni

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La Voce della Memoria è stato filmato fra Italia, Polonia e Regno Unito, tra il mese di Luglio 2021 e il mese di Marzo 2022 e porta a compimento un reportage educativo, Auschwitz Dopo Auschwitz, realizzato dal 2017 al 2021 fra Italia, Polonia, Repubblica Ceca e Germania.

Protagonisti, insieme alle “Voci” sono i luoghi della Memoria, che negli anni compresi tra il 1933 e il 1945, sono stati scenario della Storia della Shoah. Per concessione del Państwowe Muzeum Auschwitz-Birkenau è possibile vedere: il Campo di Sterminio di Auschwitz-Birkenau, alle prime ore dell’alba in assenza di visitatori, oltre che alcune aree non accessibili; il Ghetto di Kazimierz a Cracovia, con la Sinagoga Remuh, l’antico cimitero, le flebili ombre della resilienza storica; la Fabbrica/Museo di Oskar Schindler; le Sale dell’Olocausto presso il Jewish Museum di Camden a Londra; le tracce che la Storia ha lasciato nel suo scorrere tra i vicoli e le mura del Quartiere Ebraico di Roma.

La voce della Memoria: Le foto

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