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In Her Hands: Un film su Netflix racconta la storia di Zarifa Ghafari

Netflix propone uno straordinario documentario: il film In Her Hands, prodotto da Hillary e Chelsea Clinton, la moglie e la figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti. Al centro, vi è la figura di Zarifa Ghafari, giovane donna che ha tentato di combattere il regime talebano in nome dei diritti delle donne.

Arriva mercoledì 16 novembre su Netflix il film In Her Hands, un documentario che racconta e ripercorre la storia della più giovane sindaca dell’Afghanistan, Zarifa Ghafari. Prodotto da Hillary e Chelsea Clinton, In Her Hands sottolinea il coraggio di una giovane donna che, contro tutto e tutti, cerca la sua strada in una terra martoriata dalla guerra.

Una storia di coraggio

Prodotto da Hillary e Chelsea Clinton, il film Netflix In Her Hands è stato girato nel corso di due tumultuosi anni durante i quali Zarifa Ghafari sopravvive a un tentativo di omicidio e arriva a pensare di dover scappare via da una terra che ama portandosi dietro solo gli effetti personali. “La sua è una storia di coraggio, resilienza e fegato”, ha evidenziato Hillary Clinton, ex First Lady. “Chelsea e io abbiamo voluto parlare di una donna fuori dagli schemi, una di quelle che motivano entrambe da quando siamo bambine. Ma abbiamo anche voluto aprire una finestra su un mondo che tutti non vedono o fingono di non vedere”.

Zarifa Ghafari, che ha governato la piccola città di Maidanshahr, è stata una delle poche donne sindaco di tutto l’Afghanistan prima che il ritorno del regime talebano, dopo la ritirata dell’esercito statunitense nel 2021, la costringesse a lasciare la sua carica. “Era una ragazza di campagna che stava lentamente facendosi strada”, ha affermato Marcel Mettelsiefen, che con Tamana Ayazi ha codiretto il documentario Netflix In Her Hands, “basta vederla per capire quanta forza abbia in sé”.

Sebbene sia ancora giovane (è nata nel 1992 e aveva solo 26 anni quando è diventata sindaco), Ghafari è abbastanza grande da ricordare com’era la vita sotto il governo talebano prima del 2001 e, soprattutto, come il regime trattava le donne, a cui erano proibiti istruzione e ogni altro tipo di diritto egualitario. Sin da bambina, si è imposta con determinazione per andare a scuola e frequentare dopo l’università. Il suo successo nel convincere il padre, un ufficiale militare con la mentalità piuttosto conservatrice, l’aveva portata a credere di poter convincere chiunque a far cambiare visione sui diritti delle donne.

Il poster del film Netflix In Her Hands.
Il poster del film Netflix In Her Hands.

Non solo lotte sociali e civili

Ma le lotte civili e sociali non sono i soli momenti di cui Zarifa Ghafari è protagonista. Delicate e commoventi sono anche le sequenze in cui ad esempio prova allegramente un vestito per il suo imminente matrimonio o litiga con il padre. “Vivo in una società che mi porta a litigare anche contro i pensieri di mio padre. Nemmeno lui capisce che sono un essere umano” è una delle frasi che più colpisce.

“Zarifa si è aperta a noi senza riserve”, ha ricordato Hillary Clinton. “Si è mostrata a volto e capo scoperto e ha fatto entrare noi sconosciuti in casa sua. Ed è stata molto sincera nel rivelare i conflitti con la sua famiglia a causa dei rischi che stava correndo”. Si, perché il film Netflix In Her Hands non è solo la storia di Ghafari. Parla anche della sua famiglia e degli amici che la ricordano e la proteggono, come la madre, l’allora fidanzato Bashir e la guardia del corpo e autista Massoum. Devoto a Ghafari e alla sua missione, Massoum la definisce una “campionessa” e ha promesso di difenderla anche a costo della sua stessa vita, offrendo l’immagine potente di un giovane uomo che crede nella forza e nella promessa delle donne in ruoli di leadership.

Anche con un certo coraggio, il film Netflix In Her Hands si addentra nel territorio dei talebani e presenta, tra le altre cose, un’intervista inedita a un leader mujaheddin di nome Musafer. “È stata un’esperienza unica per me: nessuna donna aveva girato in quelle zone negli ultimi vent’anni”, ha candidamente dichiarato la regista Ayazi. “Tutti parlano dei talebani ma nessuno parla direttamente con loro”, le ha fatto eco il collega Mattelsiefen. “Quello che è stato sorprendente è che non hanno chiesto nessun controllo sul contenuto di ciò che giravamo”. Ed è così che gli spettatori per la prima volta possono capire qualcosa in più sull’ideologia che sta alla base del loro radicalismo e delle vite di coloro che ne sono stati travolti.

In Her Hands: Le foto del film

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