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Crisula Stafida: “Far l’attrice è un bel lavoro di introspezione!” – Intervista esclusiva

Sacrificio, gavetta e studio: determinata e testarda, Crisula Stafida non ha dubbi su ciò che permetta a una giovane donna come lei di realizzare il sogno di diventare attrice. Contro tutto e contro tutti. L’abbiamo intervista in esclusiva alla vigilia del suo ritorno in tv per una mini serie di Canale 5.

Crisula Stafida è tornata sul set. Dopo l’esperienza di conduttrice per La 5 di La nuova vita e per Mediaset Infinity di IBand, Crisula Stafida sta girando la mini serie tv in due puntate per Canale 5 Una mamma all’improvviso, diretta da Claudio Norza. Al suo fianco ha Giulia Bevilacqua, Simone Corrente, Enzo De Caro, Cecilia Dazzi, Dino Abbrescia, Margareth Made’, Alice Maselli, Elena Cucci e Raniero Monaco di Lapio.

In Una mamma all’improvviso, Crisula Stafida interpreta Virginia, un’infermiera un po’ svampita e sognatrice che ha una relazione clandestina con il dottor Bonpieri, medico interpretato da Abbrescia. La storia ruota intorno a una donna che, risvegliandosi dopo 17 anni di coma, si comporta come un’adolescente mandando in crisi la figlia cresciuta senza averla mai conosciuta.

Le atmosfere sono un mix di dramma e commedia. Ed è proprio nella commedia che Crisula Stafida ha trovato la sua dimensione ideale. Agli anni in cui era quasi un’icona del cinema horror italiano indipendente, Crisula Stafidi ha fatto seguire una fase nuova della sua carriera, fatta di anni di studio, gavetta e sacrificio.

Nata da una madre italogreca e cresciuta in Trentino, Crisula Stafida non ha mai cercato facili sotterfugi. Non è mai stata protagonista di gossip da copertina e non ha mai preso parte a un reality, a riprova che ben altri erano i suoi obiettivi e i suoi propositi. Del resto, ha lasciato Rovereto, dove è cresciuta, con una meta da raggiungere, nonostante tutto e nonostante tutti: diventare attrice. Il cammino non è stato facile. Ci sono stati momenti in cui il telefono di Crisula Stafida non suonava e ci sono stati giorni in cui girava senza sosta su un set horror pieno di fantasia ma a corto di soldi.

Abbiamo raggiunto Crisula Stafida per un’intervista esclusiva e l’abbiamo colta in un momento di assoluta normalità: era intenta a fare il cambio stagione. “Ma le scarpe nel ripiano inferiore dell’armadio ci stanno?”: è una delle prime cose che mi chiede e che rivela molto del suo carattere. L’immagine della diva tutta vizi e capricci non le si addice e Crisula Stafida non fa nulla per sembrarlo. Anzi, fuori intervista, si definisce anche una miciona. Ma come tutti i gatti è pronta a graffiare se qualcuno le manca di rispetto. Come attrice, come donna o come persona.

Crisula Stafida.
Crisula Stafida.

Intervista esclusiva a Crisula Stafida

Sei tornata sul set con il film per la tv in due puntate destinate alla prima serata di Canale 5, Una mamma all’improvviso. Il cast è numeroso e variegato e alla guida di tutto c’è Claudio Norza, regista di Ancora più bello e Sempre più bello.

Claudio è molto gentile. Ed è anche una persona intelligente perché sa come fare gruppo e ottenere i risultati migliori. Tratta tutti da amici ma facendosi sempre rispettare. Io interpreto Virginia, un’infermiera amante di Benpieri, a sua volta sposato con il direttore della clinica in cui è stata in coma per diciassette anni la protagonista Claudia. Non per trovare una scusante a Benpieri, interpretato dal buon Dino Abbrescia, ma si è fatto l’amante perché sua moglie è veramente una strega: con una moglie come la sua vicino, qualche distrazione è inevitabile. In un mondo perfetto, avrebbe dovuto lasciarla, ma chiaramente Benpieri non vuole rinunciare a tutto ciò che è diventato grazie a lei.

La storia tra Benpieri e Virginia va avanti da moltissimi anni, almeno da quando Claudia è entrata in coma. Virginia è una sognatrice: crede, un po’ come tante donne, che Benpieri l’ami davvero e che un giorno si libererà della moglie. Fondamentalmente, è una buona: nutre un’ammirazione sincera verso il medico e lo appoggia in tutto e per tutto a livello sia personale sia lavorativo. In poche parole, è la donna che tutti gli uomini vorrebbero al proprio fianco: non rompe le scatole ed è sempre presente!

Ma anche molto distante da te. È esattamente l’opposto di te, che sei uno scorpione dalla tempra molto forte.

Scorpione, ascendente Leone. Non accetterei mai di essere l’amante di qualcuno per così tanti anni. Capisco che siano situazioni che possono capitare ma non riuscirei mai a stare in ballo per tutto quel tempo. La vita va risolta sempre: rimanere in stand by non fa bene a nessuno, se non alla persona che se ne approfitta.

Beh, anche il traditore, il fedifrago, non vive una situazione psicologica idilliaca.

È sicuramente per lui uno stress. Ma ci sono anche uomini portati per il tradimento, che sguazzano nello stress. Tutto sta nel capire qual è la natura della persona in questione. Per non parlare poi dei traditori seriali e di quelli che si innamorano. Potremmo aprire un capitolo a parte!

Ovviamente, Una mamma all’improvviso è una commedia con venature drammatiche con al centro la relazione di una madre e una figlia che si “conoscono” dopo quasi vent’anni.

Ha un tono drammatico ma anche divertente. Chiara, la protagonista interpretata da Giulia Bevilacqua, si risveglia dal coma dopo 17 anni. È cambiata nel corpo ma non nella testa, rimasta al giorno in cui si è “addormentata”. Ragiona come un’adolescente e di conseguenza nasce una sorta di competizione con la figlia Miky, che ovviamente si vergogna delle cose che normalmente una madre non farebbe.

Virginia, il tuo personaggio, ha comunque un registro più comico che drammatico.

Virginia rappresenta la leggerezza. Negli ultimi anni prediligo la commedia: ho alle spalle tanta gavetta soprattutto nei film horror a low budget e il desiderio di cambiare era forte. Si vede che il buon Padreterno ha guardato in giù e avrà detto “poverina, facciamole fare anche qualcos’altro”. Anche a livello remunerativo, non nascondiamoci dietro un dito: bisogna anche pagare le bollette!

In passato, ho girato in condizioni davvero estreme, direi: al freddo, al gelo e senza un soldo. Oggi, quando su un set mi chiedono se sono stanca, sorrido: io vengo da un mondo, quello dei piccoli film indipendenti, in cui sapevi quando cominciavi a girare ma non quando finivi e in cui si girava solo quando c’erano i soldi, altrimenti si aspettava!

Il cast di Una mamma all'improvviso.
Il cast di Una mamma all'improvviso.

Ti sei avvicinata alla commedia anche grazie alla saga di Din Don, i film con Enzo Salvi prodotti per Italia 1, che si sono rivelati un grande successo per la rete.

A Natale sarà trasmesso il quinto. Il successo è dovuto probabilmente anche al periodo storico che abbiamo vissuto. La gente aveva bisogno di leggerezza e la cercava nell’intrattenimento, anche un po’ frivolo, che non richiedeva troppo impegno con la testa.

Ma per fare un film comico bisogna avere un’ottima preparazione e studio alle spalle. Occorre conoscere la recitazione e i suoi ritmi. Non è detto ad esempio che un buon attore drammatico sia anche un buon attore comico.

Secondo me, dipende dalle corde che ha in sé l’attore. Ci sono alcuni a cui viene estremamente facile far la commedia ed altri che sono molto bravi nel drammatico. Non è detto che i secondi abbiano però i tempi giusti per cimentarsi con il comico. Non è facile: è chiaro che la preparazione e l’esperienza aiutino. Tutto sta nel caratterizzare i personaggi da interpretare, nel dar loro una voce particolare piuttosto che una camminata. C’è sempre un bel lavoro dietro!

Quando hai capito che eri portata per la commedia?

Quando hanno continuato a chiamarmi per ruoli comici. Voleva dir che funzionavo (ride, ndr). In realtà, non l’ho ancora capito. Di mio, ogni volta che affronto un nuovo lavoro, cerco di dare sempre il meglio. Se mi richiamano per un lavoro successivo, ne sono contenta. Cerco di essere convincente ai provini. Far l’attore è un continuo esperimento: quando ti riguardi pensi che potevi far diversamente. È un bel lavoro di introspezione e di osservazione anche di se stessi.

Quanti provini hai sostenuto fino a oggi?

Un’infinità. Ho cominciato nel 2006 e il primo in assoluto fu per la serie tv Ris – Delitti imperfetti, sul set della quale conobbi Norza. Fui scelta dal casting per la parte di un’alcolizzata a cui erano state portate via da un giudice due bambine. Quando Norza mi vide per la prima volta sul set, ebbe qualche dubbio: con quella faccia così pulita come avrei potuto far la parte dell’alcolizzata?, si chiese. Ricordo che la cosa mi mise anche un po’ in soggezione, pensavo di non andare più bene per il ruolo. Con un po’ di occhiaie al trucco, si risolse tutto per il meglio.

Da quel provino in poi è stato un crescendo. Sei stata scelta tra i tanti anche da Federico Zampaglione per Tulpa, al fianco di Claudia Gerini. E proprio con Claudia hai dato vita a una scena di sesso saffico ricordata ancora oggi a distanza di anni. Perché, secondo te, una scena così fa ancora così tanto scalpore oggi?

Dipende dall’educazione sociale, anche famigliare, che ci hanno inculcato in testa. Tutti noi siamo frutto anche di quello. Di fronte ai cambiamenti del mondo, chi ha avuto un’educazione molto rigida, tende a chiudersi e a pensare che il nuovo sia sbagliato. Rimane ancorato all’idea di ciò che gli hanno insegnato come giusto. È difficile accettare i cambiamenti se non si è elastici. Fortunatamente oggi una scena di sesso tra due donne fa meno scalpore di prima.

Che tipo di educazione hai avuto tu con una mamma italo-greca e un papà italiano?

Per via del lavoro, papà era quasi sempre fuori. La mia educazione è, quindi, quella che ho ricevuto da mia madre. Mamma è una persona particolare, estremamente libera. Nonostante ciò, ci ha tenuto particolarmente all’educazione e alle buone maniere. Se oggi sono una persona in parte gentile e educata lo devo a lei. L’educazione dei genitori è fondamentale per venir su in un certo modo: non mi piacciono particolarmente i genitori troppo permissivi. I ruoli devono essere ben distinti: genitori e non amici. C’è il rischio che si crei confusione e che i figli crescano senza la concezione del rispetto per il prossimo. Noto in giro una maleducazione e un certo modo di fare che non esistevano rispetto a quando ero ragazzina io.

E com’è stato, da donna a donna, il rapporto tra te e tua madre?

Mia madre ha vent’anni più di me e abbiamo uno splendido rapporto. Mi ha sempre lasciata libera di fare e di sbagliare. Mi ha fatto andare a lavorare a Ibiza, studiare a Milano e trasferirmi a Roma per far l’attrice. Sono sempre stata libera di seguire la mia strada ma a una condizione: l’importante era che mi mantenessi da sola. Mi ha trasmesso così un forte senso di responsabilizzazione.

Non mi ha mai regalato nulla: mi ha fatto conquistare tutto quanto da sola. In passato, mi arrabbiavo anche per ciò: le mie amiche avevano grazie all’aiuto dei genitori la strada più spianata. Oggi, però, con il senno di poi, sono contenta di come mi ha cresciuta.

Ti ha lasciata libera in anni in cui inseguire il sogno di diventare attrice era abbastanza complicato.

Da piccola, fino agli undici anni ho vissuto a Roma. Dopo la separazione dei miei, con mamma ci siamo trasferite in Trentino. Quando ho deciso di ritornare nella capitale, il cuore per chi vuole lavorare come attrice, tutti erano scettici: Ma dove vai a far cosa? Figurati se riuscirai ad affermarti come attrice. È stato per me difficile: hanno provato a mettermi i bastoni tra le ruote in tutti i modi, non c’è mai stato nessuno che mi abbia incoraggiato.

Mi sono dovuta armare di forza d’animo senza perdere di vista il mio obiettivo. Non nego le difficoltà. Ci sono stati momenti in cui non si muoveva una foglia ma sono sempre stata molto testarda e orgogliosa. Non ci stavo all’idea di non farcela: non sarei mai tornata a Rovereto senza aver ottenuto quello per cui avrei lottato fino a quel momento.

Crisula Stafida.
Crisula Stafida.

Tuttavia, le cose sono poi andate bene. Soprattutto negli ultimi anni in cui ti abbiamo vista anche nelle vesti di conduttrice in due diversi programmi, uno per Mediaset Infinity (IBand) e uno per La 5 (Una nuova vita). Com’è stato l’approccio al mezzo televisivo?

Quando devo affrontare un nuovo lavoro, cerco di non farmi troppi problemi, altrimenti mi blocco. Mi butto nella nuova avventura, cerco di fare il meglio e aspetto di vedere come va. Se va male, che può succedere? Mi criticheranno e mi diranno che non sono capace: pazienza. Non vivo in maniera ossessiva e pesante i giudizi degli altri. È chiaro che sono importanti: senza un pubblico non siamo nessuno. Ma è altrettanto chiaro che non si può piacere a tutti.

Il mio è un approccio al mezzo anche un po’ incosciente, se vogliamo. Ma ho cercato di essere me stessa, anche perché condurre un programma ti permette di esserlo. Non è come quando reciti, non devi creare un personaggio. Nel caso di La nuova vita, ho avuto accanto un grande speaker, Claudio Guerrini: stare vicino a lui mi ha dato sicurezza. Parlavamo di come, durante il lockdown, le nostre vite avessero subito un repentino cambiamento. E, ironicamente, spero di non rifare più quel programma: significherebbe che siamo ritornati alla normalità.

Per IBand, invece, stavo nel backstage con i ragazzi che partecipavano al talent: mi sono divertita a star in mezzo a loro e a intervistarli.

C’è qualche nuovo impegno televisivo all’orizzonte?

Al momento, no. Ma la mia vita è sempre stata fatta così, di possibilità che arrivano inaspettatamente. Magari metto giù il telefono e ricevo la chiamata per qualcosa di nuovo. Anche quando non si muoveva nulla per la mia carriera, il destino ha fatto sì che si muovesse tutto. Il nostro è un lavoro che richiede nervi saldi e sangue freddo. Per chi soffre di ansia, non è certo il lavoro ideale. Il pensiero deve essere spostato altrove: se vivessi solo per il lavoro, sarebbe la fine.

Tu sei una sognatrice, come Virginia?

Lo sono ma tengo anche i piedi ben saldi per terra. Sono una sognatrice quando poso permettermelo. Ci sono momenti in cui occorre avere più pragmatismo: cerco di “quagliare” anziché stare con la testa per aria. Sta a noi capire quando è il momento di sognare e quando è quello invece di agire.

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Mi colpisce, guardando il tuo profilo Instagram, la tua voglia di trasmettere positività e ottimismo.

Sui social non mi piace creare polemiche, dare messaggi negativi o parlare di tragedie. È un modo mio molto personale di usare i social, ognuno è libero di utilizzarli come meglio crede. Non critico chi lo fa ma a me non piace appesantire le persone. Quindi, più che altro, sui social cazzeggio. Mi piace scherzare con i miei follower e creare un’atmosfera leggera. Non li uso tantissimo: non pubblico molto perché non so mai cosa pubblicare in realtà. Oramai siamo talmente pieni di tutto che qualsiasi cosa sembra banale e scontata: ecco perché tante volte è meglio non pubblicare nulla.

Cosa ti sei portata appresso della Crisula bambina?

Sicuramente la voglia di famiglia e di amore intorno a me. Forse è per questo che cerco comunque di creare un ambiente armonico.

E ci sei riuscita finora?

Ci provo. Non cerco necessariamente il contraddittorio, quando posso ne faccio a meno. Capita quando non mi sento rispettata.

Conosci l’origine del tuo nome?

Crisula vuol dire “dorata”. Chrysos in greco significa oro. È un nome molto particolare, l’ho ereditato dalla mia nonna greca.

Te lo senti addosso come nome?

Sinceramente, no. Sono una persona anche piuttosto semplice. Di oro ne metto anche pochissimo addosso.

Hai recitato in un corto dal titolo The Perfect Husband. Il marito del titolo era tutto fuorché perfetto. Come deve essere invece il tuo “marito perfetto”? Lo hai trovato?

Quanti aggettivi posso usare? (ride, ndr). L’ho trovato, fino a prova contraria. Il mio uomo perfetto deve essere sicuramente intelligente. Deve saperne più di me, perché mi piace sempre imparare cose nuove. Deve anche farmi vedere il mondo da punti di vista differenti, intelligenti e interessanti. Tra l’altro, è ciò che cerco anche nelle amicizie: stare accanto a una persona mentalmente stimolante mi piace molto.

E cosa invece non dovrebbe avere?

Non dovrebbe essere fedifrago come Benpieri. Il rispetto in una relazione è fondamentale. Sembra scontato ma è sempre importante ribadirlo.

Com’è importante sottolineare la parità dei ruoli in una relazione ma anche in ambiente lavorativo.

Si, anche se… non bisogna dimenticare che una donna è una donna. Non perché sia inferiore rispetto all’uomo, attenzione. È bello che le donne conservino anche la loro parte più dolce o più materna: temo che le lotte per la parità stiano rendendo certe donne un po’ troppo aggressive. Ci vuole equilibrio anche nel rispetto delle unicità, non esageriamo in un verso o nell’altro.

Su un set ti è mai capitato di vivere situazioni che hanno minato la tua dignità di donna?

È chiaro che poi sta a te decidere se scendere a compromessi o meno. Per fortuna, non mi sono mai capitati episodi troppo sconvenienti. Ribaltiamo un luogo comune: ho sentito aneddoti peggiori in altri ambiti lavorativi. Così come non mi è mai successo di essere trattata in maniera diversa rispetto a un collega maschio. Forse proprio perché tendo a farmi rispettare e sono in equilibrio con me stessa: spesso ci sono persone che vedono il male ovunque mentre io non mi lascio dominare troppo dalle emozioni. Anzi, cerco di dominarle.

Può capitare, invece, di ritrovarsi con una persona con cui non c’è alcuna affinità: in quel caso, cerchi di andarci d’accordo fino alla fine del progetto. Ci vuole pazienza in quel caso: a riprese ultimate, non la rivedrai mai più!

Crisula Stafida.
Crisula Stafida.
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