Eleonora Rocca di Women X Impact: “dobbiamo puntare alla meritocrazia, non alle quote rosa”

14-04-2022
È il summit internazionale di riferimento dell’empowerment femminile: dopo il successo dello scorso novembre 2021 con più di 150 speaker da tutto il mondo, Women X Impact si prepara alla seconda edizione. Un’occasione di ispirazione, formazione e networking per tutte le donne che desiderano ottenere di più dalla propria vita lavorativa e personale. Ma anche un momento di riflessione per fare il punto sulle sfide - professionali e non solo - che ancora oggi devono affrontare le donne. Abbiamo parlato con la sua fondatrice, Eleonora Rocca

La prima edizione di Women X Impact, tenutasi dal 18 al 20 novembre 2021 in formato phygital tra gli spazi di FICO Eataly World di Bologna e in streaming, è stata un successo che ha stupito anche Eleonora Rocca, ideatrice e Managing Director di Women X Impact. Con 700 partecipanti in sala, 800 in streaming e centinaia di migliaia di interazioni sui social, il summit si è trasformato in breve tempo in un piccolo, grande fenomeno.

Ad aver partecipato come speaker sono state donne da tutto il mondo, professioniste ed esperte in vari settori - dal marketing alla tecnologia fino alla linguistica, la sociologia e la finanza - tra cui CEO, General Manager, autrici, giornaliste e creative. Donne di ispirazione che sono riuscite ad abbattere soffitti di cristallo e stereotipi, ma soprattutto che sono riuscite ad affermare la propria voce, a seguire la propria strada e le proprie passioni senza vincoli.

In piena pandemia, durante la seconda ondata, non ci aspettavamo che così tante donne decidessero di partecipare, anche fisicamente, al nostro evento. Ma questo sicuramente indica qualcosa, un'esigenza che per molto tempo è rimasta inascoltata

Eleonora Rocca

Imprenditrice e pioniera nel mondo digital, tra le prime donne a occuparsi di innovazione e strategie digitali in Italia, Eleonora Rocca ha costruito la propria carriera all'interno di grandi società tecnologiche come Microsoft, Kingston Technology e TP-LINK, fondando WomenX Impact nel 2020, in seguito a un'esperienza ha stimolato in lei il desiderio di cambiare le cose.

Un progetto nato con l'idea di offrire alle donne tutti gli strumenti per chiudere il gender gap nel settore professionale e per evitare qualsiasi tipo di discriminazioni, sul lavoro ma non solo. Perché l'empowerment femminile si costruisce in ogni campo della vita quotidiana, dalla casa fino all'ufficio

Proprio per questo, Women X Impact non è (più) soltanto un summit. In attesa della seconda edizione dell'evento, prevista per il 17, 18 e 19 novembre 2022 (qui per scoprire le prime speaker), Women X Impact è diventata una vera e propria community di donne che vogliono informarsi, trovare ispirazione, iniziare un percorso di crescita.

Da poche settimane è stata infatti lanciata una membership che consente di accedere a una piattaforma dove è possibile partecipare a eventi digitali, meetup locali nelle principali città italiane, webinar e workshop, corsi di formazione, masterclass e progetti di mentoring, oltre a trovare podcast, rubriche e offerte di lavoro. Uno spazio sicuro dedicato a tutte coloro che vogliono seguire i propri desideri, migliorare e ascoltarsi.

Abbiamo chiesto a Eleonora Rocca di raccontarci l'evoluzione di Women X Impact.

Quando e come hai deciso di dare forma concreta a Women X Impact?

Women x Impact nasce nel dicembre 2020 da un’idea che ho sviluppato durante la mia carriera professionale nel settore tech, ancora oggi dominato da uomini, presso grandi aziende tra Roma, Milano e Londra, dove risiedo da oltre 10 anni. Nel 2014 ho deciso di iniziare il mio percorso da imprenditrice fondando una mia azienda, che ho fatto nascere e crescere fino al mio exit. A quel punto ho sentito la necessità di creare qualcosa che potesse aiutare le donne a superare le discriminazioni, anche al fine di vedere sempre più donne imprenditrici, che credono nei propri sogni e che quantomeno provano a fare questo passo.

Terminata quell'esperienza ho sentito il bisogno di fare qualcosa per evitare che altre donne vivessero quello che avevo vissuto io

Negli anni ho partecipato a molte attività di divulgazione attraverso docenze e talk rivolti alle donne, e dalle domande che mi ponevano – e mi continuare a porre adesso –, ho capito che purtroppo manca ancora oggi un percorso di mentoring che accompagni le donne dopo gli studi e durante la loro carriera professionale. Ancora oggi mi scrivono in tante per chiedermi consigli sulla loro carriera. A questa esigenza vuole rispondere Women X Impact.

Come si è evoluto il progetto in questi due anni?

L’evoluzione è stata enorme: abbiamo lanciato il primo evento nel novembre 2021, in piena pandemia, riscuotendo l’interesse e la sponsorship di grandi aziende come Unicredit e Barilla. In questi due anni la community ha continuato a crescere e crescere, tanto che oggi abbiamo ben 10.000 iscritte alla nostra newsletter. Nelle ultime settimane abbiamo lanciato una membership che dà accesso a uno spazio dove trovare corsi, masterclass, rubriche, podcast, annunci di lavoro delle aziende, webinar e talk, oltre a consentire di partecipare a progetti di mentorship, ovvero dei percorsi a due che coinvolgono una professionista senior e una donna che desidera consigli e supporto per la propria carriera.

Che profili hanno le mentor e le mentee?

Nel mentoring abbiamo coinvolto profili di alto livello che avevano già partecipato all’evento, oltre a tante altre nuove professioniste che si sono candidate. È importante per noi che siano profili senior, ci teniamo molto all'esperienza maturata e tendiamo a non prendere coach, perché il mentoring è diverso dal coaching. Le mentee sono generalmente profili junior, in genere ragazze giovani, ma in realtà ci sono anche 30-35enni e 40enni che a un certo punto vogliono dare una svolta alla propria carriera. Donne che vogliono cambiare direzione, magari anche uscendo dai confini nazionali. Tra le novità del programma di mentorship c’è anche l’idea di affidare un tutor a ogni coppia di mentor-mentee: una persona che controlli i progressi raggiunti, le task reciproche e gli obiettivi.

Cosa emerge dalle attività di mentoring? Quali sono le problematiche più comuni che affrontano le donne sul posto di lavoro?

Riscontriamo diversi tipi di problematiche: all’interno delle aziende, specialmente italiane, il glass ceiling esiste. Le donne arrivano fino a un certo punto, come ad esempio nel senior management, ma più in alto diventa difficile. Il motivo sta tutto in una serie di dinamiche – sia nel campo aziendale che in quello sociale - che esistono ancora oggi. Nel campo sociale è sicuramente necessario ampliare il congedo di paternità, ma è anche fondamentale coltivare il percorso di parità nell’ambiente domestico. Nel campo aziendale i ruoli apicali sono ancora piuttosto irraggiungibili per le donne, anche a causa di alcuni pregiudizi come quello legato alla maternità e al “come farai a fare tutto?”.

C’è poi il tema dell’autostima femminile, nettamente minore rispetto a quella degli uomini. Perché per candidarsi a un ruolo, un uomo anche se non ha tutti i requisiti si butta, mentre la donna è difficile che lo faccia: noi siamo perfezioniste, e anche in sede di colloquio non sappiamo negoziare, abbiamo la cosiddetta sindrome dell’impostore. Non pensiamo di avere valore e ci facciamo pagare meno di quello che valiamo.

Ci vuole molto lavoro di educazione e divulgazione per aiutare le donne a riconoscere il proprio lavoro, a farsi valere senza diventare uomini

Già, perché molto spesso si pensa che, per farci valere, dobbiamo assumere comportamenti e atteggiamenti maschili.

Esattamente. E invece no: dobbiamo mantenere la nostra femminilità. Anzi di più, dobbiamo prendercene cura. Alcune donne mi dicono che ai meeting si vestono in modo mascolino perché vogliono evitare sguardi inopportuni.

Ma non dobbiamo vestirci da uomini per farci rispettare: dobbiamo poter scegliere di indossare i nostri tacchi e le nostre minigonne ed essere considerate allo stesso livello dei nostri colleghi uomini. È una questione di libertà

Un altro pregiudizio è quello che se una donna avvenente ha fatto carriera è merito del suo aspetto fisico. Dobbiamo iniziare a parlare di meritocrazia, non di quote rosa. Se merita quel ruolo o quello stipendio, una donna lo deve poter ottenere. Punto.

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A me personalmente è capitato di fissare alcuni appuntamenti di lavoro che venivano scambiati per altro. Uno è successo di recente: a un pranzo di lavoro ho portato il mio compagno, che è anche il mio socio, e l’altra persona si è risentita. Una situazione molto, molto imbarazzante. Racconto queste cose perché alcuni pensano che sia di moda parlarne, e invece succedono davvero.

Su Instagram abbiamo pubblicato l’8 marzo un post che chiedeva alle nostre follower di immaginare un mondo senza discriminazioni. Non hai idea di quante testimonianze di discriminazioni abbiamo ricevuto: significa che il problema esiste ed è molto più grande di ciò che pensiamo.

Poi c’è tutto il discorso dei pregiudizi relativi all’emotività delle donne: sì, siamo emotive ed empatiche, ma sono qualità belle. Solo chi ha una concezione distorta della professionalità crede che siano problemi.

Anche il concetto di leadership è distorto: per essere leader dobbiamo ricalcare modelli maschili?

Questo è un punto importante: leadership non significa mascolinità. A me piace parlare di leadership gentile, ovvero quella che trascende il genere e che ha la caratteristica di saper esercitare l’empatia nel modo giusto. Chi è il leader? La persona che sa valorizzare i componenti del proprio team. Il leader riesce a motivare e sviluppare il talento degli altri, scopre le qualità delle persone, motiva, intercetta i talenti. Il leader deve aiutare a far uscire dalla propria comfort zone. Il confronto con il proprio capo non dovrebbe essere temuto: è un momento di condivisione, che dovrebbe aiutare a crescere.

Tra gli stereotipi che vengono spesso attribuiti alle donne - sia sul posto di lavoro che altrove - è l'incapacità di collaborare tra noi, di fare squadra. È davvero così?

Può capitare, certo, ma come tra tutte le persone, donne e uomini che siano. In realtà sto riscontrando, soprattutto tra le nuove generazioni, un grandissimo bisogno di sorellanza, di sisterhood. C’è una fortissima esigenza di trovare spazi in cui connettersi con le altre donne, scambiarsi conoscenze, aiutarsi.

Cosa avrà di particolare l'evento del 2022?

Abbiamo aggiunto una sala dedicata ai workshop pratici e formativi, e toccheremo nuovi temi come il Metaverso e gli NFT, coinvolgendo donne che lavorano in questo settore. Poi ci immergeremo anche in nuovi trend sociali, avremo un focus sull'imprenditoria femminile e daremo voce alle influencer. Avremo anche degli uomini tra gli speaker, con interventi molto belli e toccanti. Il fil rouge sarà il cambiamento, ma non inteso come quello dettato dalla pandemia, no. Noi lo intendiamo come una meravigliosa opportunità di crescita.

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