CHARITY DAGO, FONDATRICE DI WARIBOKO: “LA PARITà NELLA RAPPRESENTAZIONE è la mia missione”

27-07-2023
Garantire un'equa rappresentazione delle diversità nel mondo della pubblicità è sempre più importante. A provare a farlo sono realtà come l’Agenzia Wariboko, nata dall’esigenza di rappresentare gli afrodiscendenti come categoria minoritaria, colmando il vuoto presente nel mercato artistico italiano. Ne abbiamo parlato con la sua fondatrice Charity Dago

Quando è nata l’agenzia e in che momento della vita ti trovavi?

L’agenzia è nata nel 2020, ufficialmente, e si è trattato del risultato di un processo interiore iniziato prima di quell’anno. Stavo vivendo una fase di riscoperta e ho compreso che mi serviva qualcosa per valorizzare me stessa e di conseguenza anche le persone attorno a me.

In quel momento ho proprio capito che l'agenzia era la cosa giusta al momento giusto per comprendere e per vedere il mio valore. Si è trattato di una rivelazione e di un'esplosione al tempo stesso.

https://www.instagram.com/p/CHukKwtldiQ/?utm_source=ig_web_copy_link&igshid=MzRlODBiNWFlZA==

Cosa significa Wariboko?

È il mio primo nome nella lingua Igwa e ne sono fiera. È una delle lingue presenti in Nigeria, da dove provengono entrambi i miei genitori. Significa colei che apre una porta. Ho deciso di dare questo nome all'agenzia perché mi rappresenta non solo per il nome, ma è anche per la mia missione, ovvero un'idea e un'idealizzazione del lavoro che andremo a fare nei prossimi anni, così cruciali per l'Italia. Ho lavorato dietro le quinte per circa due anni, che sono stati di ricerca. In quei due anni mi sono impegnata a capire quale fosse il target e che cosa servisse in questa società, alla comunità e cosa potessi fare io per essere d'aiuto ed efficace

Non siamo solo un'agenzia che rappresenta talenti afrodiscendenti, ma un mondo intero. Con essa ci collochiamo nella società per dire che non solo esistiamo, ma anche che cosa vorremmo vedere nel prossimo futuro e come vorremmo essere rappresentati e rappresentate. Oltre a questo, è importante anche utilizzare il linguaggio adeguato per raccontarci.

Cosa vedi nel futuro di Wariboko? Quali progetti avete?

L’ambizione che abbiamo è quella di estirpare le differenze e portare la parità di rappresentazione, che è un diritto

Non essere rappresentati significa non essere visti e non essere visti genera dei traumi. Ci siamo dati questo obiettivo da qui a dieci anni, un po’ come l’Agenda 2030. Vedremo questa società fortemente cambiata, un po’ per il cambio generazionale, un po’ perché non desideriamo rappresentare solo persone afrodiscendenti. Se parliamo del mondo cinematografico e pubblicitario e via via in tutti gli altri campi artistici, ci aspettiamo di appianare le divergenze e di rappresentare le persone facendole risplendere del proprio potenziale.

Si pensa che l'Africa sia un grande paesone, ma in realtà all'interno dell'Africa ci sono tantissime differenze. Dobbiamo chiederci che cosa significa essere neri e nere, essere nati e cresciuti in Italia, quindi portare le differenze per quelle che sono

Io sono di origine nigeriana, ma altre mie amiche o colleghe nigeriane hanno storie e sogni diversi, quindi è giusto portare questo tipo di differenze sul tavolo.

https://www.instagram.com/p/Cd-7hG0sB-v/?utm_source=ig_web_copy_link&igshid=MzRlODBiNWFlZA==

Quali sono le difficoltà che stai sta incontrando nella narrazione della diversità con il tuo lavoro?

Ce ne sono diverse, una è legata proprio alla mia persona, cioè essere una donna nera e quindi tutto il discorso dell'individualità e la difficoltà nell'essere presa sul serio come imprenditrice. Fare impresa in Italia è un'impresa

VEDI ANCHE Reinventare la narrazione dell’Africa: intervista a Sarah Kamsu, cofondatrice di @WeAfricansUnited CultureReinventare la narrazione dell’Africa: intervista a Sarah Kamsu, cofondatrice di @WeAfricansUnited

Però io sono determinata e sono pienamente convinta di avere una missione, quindi vado avanti e non mi fermo. Oggi il mercato è pronto ad accogliere persone nere che lavorano nell'ambito dello spettacolo. Quindi sono stata avvantaggiata, siamo stati avvantaggiati.

Siamo stati additati di essere chiusi o come dire di “auto-ghettizzarci” perché rappresentiamo solo persone nere. Ma l'obiettivo come dicevo prima è quello di pensare in grande, di aprirci e di rappresentare tutte le diversità. L’obiettivo è stare all'interno della comunità per andare al di fuori della comunità.

Un’altra difficoltà è che, come dicevo prima, lavorare con persone nere significa dover destrutturare traumi e dare delle iniezioni potenti di autostima, oltre a fare un percorso insieme agli artisti. Quindi credere fortemente che noi possiamo arrivare lontano, nonostante non ci sia nulla a livello di scenario.

Quando parli di aprirsi alle altre unicità, mantenendo il legame con la comunità, cosa intendi? Come pensi si possa fare?

Penso che sia un processo e che possa essere graduale. Se penso ai nostri primi tre anni e soprattutto ai primi mesi di vita, in agenzia ci chiedevano persone nere generalizzando e quindi abbiamo dovuto fare un lavoro anche di educazione sul linguaggio e sull'importanza di utilizzarlo in modo consono per permetterci di lavorare bene.

Nel corso del tempo poi si è affrontato anche il tema dell'intenzionalità, perché puoi essere una persona nera, ma puoi anche avere una disabilità o un particolare credo religioso e i brand e la pubblicità devono tenerne conto. In questo senso faccio anche advocacy.

https://www.instagram.com/p/CiInSN7M53f/?utm_source=ig_web_copy_link&igshid=MzRlODBiNWFlZA==

Da quale esigenza personale scaturisce la necessità di dare vita a una realtà come Wariboko?

Wariboko nasce perché io stessa non mi sentivo rappresentata

Anni fa, mi trovavo a un casting e stavo affrontando la transizione dal capello liscio al capello afro ed ero molto dedita alla cura del mio capello nella sua essenza originale.

A questo casting sarei dovuta stare a contatto con il cloro per tante ore e non volevo farlo, con tutta la fatica compiuta per riscoprire le mie origini e la mia bellezza, non ne valeva la pena. Non volevo accettare l'incarico, ma dovevo comunicarlo nel modo adeguato al mio manager. Non è stato semplice perché si trattava di un uomo bianco e infatti mi chiedevo come avrebbe potuto capirmi.

Si trattava di qualcosa di intimo, che non si dovrebbe mai spiegare. In quella circostanza mi sono messa a cercare altre agenzie, prima a Milano e poi in giro per l'Italia. E non trovando agenzie con a capo un leader afrodiscendente, mi ricordo che per mesi provai un senso di frustrazione.

A un certo punto mi sono illuminata e mi sono detta: ma io posso? Cioè, io ho le competenze perché ho lavorato davanti e dietro alle telecamere, ho fatto produzione, ho fatto cassa, insomma ho tutte le potenzialità per farcela. Così ho cominciato a lavorare su di me e sulla comunità

Ho iniziato a incontrare persone, ho fatto incontri per quasi due anni one to one con tanti ragazzi e ragazze nere che lavoravano in altri ambiti per capire quali fossero le loro aspettative, i loro ideali e che cosa mancasse. Mi sono fatta un'idea. Così è nata Wariboko. Parliamo del 2017-2018, quindi poi per arrivare al 2020 il processo è stato lungo.

Prima del suo esordio ufficiale nel 2020, c’è stato un bel lavoro dietro alle quinte per diversi anni, quindi.

MI sono dedicata a capire profondamente che cosa si aspettassero le persone e che cosa mancasse, quali fossero le esigenze delle persone nere. Perché io conosco le mie di esigenze, ma siccome le persone nere sono diverse tra loro non sapevo quali potessero essere.

Ho incontrato persone di strati sociali diversi, con background diversi, con esperienze, ideali e sogni diversi. Tutti quanti però mi rispondevano la stessa cosa: manca la rappresentazione. “Non mi sento rappresentato, non mi sento rappresentata”. E da lì sono partita.

Chiedevo davanti a un caffè o a un aperitivo i problemi che avevano incontrato e cosa pensassero di un'agenzia che potessero tradurre i loro bisogni, proprio come in un’intervista.

Quali sono, invece, i tre consigli che ti sentiresti di dare a chi vuole iniziare una carriera come la tua o realizzare un sogno tanto ambizioso come è stato la creazione della tua società?

La prima cosa è continuare a mantenere il focus sulle persone, che devono essere considerate prima rispetto al lavoro, non il contrario. Poi, bisogna continuare a migliorarsi, perché è un ambiente in costante crescita quello in cui operiamo e si lavora con generazioni diverse. Mantenere l'apertura è il terzo elemento. Continuare ad essere curiosi e continuare a dialogare con i propri clienti. Questi sono i punti fondamentali che garantiscono di continuare ad andare avanti, evolversi e crescere insieme alle persone che si rappresentano.

Riproduzione riservata