Empowerment, leadership e innovazione: WomenX Impact Summit torna con la sua terza edizione
Conto alla rovescia per la terza edizione del WomenX Impact Summit 2023, l’evento annuale in cui l’omonima community - che oggi conta oltre 20.000 persone - si ritrova per connettere le donne di tutto il mondo e creare opportunità di carriera.
Le date da segnare in agenda sono il 23, 24 e 25 novembre per un appuntamento che andrà in scena sia dal vivo, al FICO Eataly World di Bologna, sia online, in modo da raggiungere - e ispirare - quante più persone possibile. Il focus sarà, come sempre, su innovazione, leadership ed empowerment. L'obiettivo è la crescita personale e professionale delle donne attraverso testimonianze e casi studio che forniranno spunti interessanti a tutto il pubblico: in un unico appuntamento di tre giorni, saranno presenti le migliori rappresentanti di una rete globale di donne ambiziose, leader del settore, imprenditrici e professioniste determinate a plasmare il futuro.
Tantissimi i temi “caldi” che verranno trattati nel corso della tre giorni, dal lavoro al digital marketing passando per diversità, inclusione, gender gap, educazione finanziaria, salute mentale e sostenibilità. Nelle quattro sale in contemporanea sarà possibile assistere a oltre 100 keynote speech dove nomi di spicco che oggi lavorano in aziende del calibro di Eni, Cisco, Mediobanca, Google Cloud, Indeed e Amazon Web Services, condivideranno storie, esperienze e prospettive, fornendo ai partecipanti una preziosa ispirazione e saggezza. Ci saremo anche noi di The Wom, con un intervento di Viola Zucchero, Head of Social Media Content di Mondadori Media.
Un’occasione perfetta per conoscere da vicino le storie di successo e di fallimento di professionisti che a oggi ricoprono posizioni apicali in grandi aziende.
Abbiamo chiesto a Eleonora Rocca, Founder & Managing Director di WomenX Impact, cosa aspettarci da questa terza edizione, un piccolo bilancio di quelle precedenti e un parere su quanto ci sia ancora fare (tanto) e come farlo.
Eleonora, WomenX Impact oggi, oltre a essere un evento internazionale che coinvolge professionisti da ogni parte del mondo, è anche una grande community di persone che desiderano crescere umanamente e professionalmente. Quali differenze ha riscontrato tra quando siete partiti e oggi?
Il WomenX Impact Summit, la cui prima edizione si è svolta in piena pandemia, nel 2021, era un piccolo evento di due giorni con due sale conferenza. Oggi coinvolge più di 160 speaker da tutto il mondo e oltre 1.500 partecipanti con speech, workshop e panel in 4 sale in contemporanea. La community di WomenX Impact, che inizialmente contava un numero ridotto di partecipanti, oggi accoglie più di 20.000 persone che credono nei valori di empowerment e leadership femminile e che si impegnano ogni giorno per la costruzione di un mondo più equo e inclusivo nel quale ogni persona in generale e ogni donna in particolare possa sentirsi valorizzata al 100% senza temere pregiudizi e/o discriminazioni.
Dal 2021 a oggi, dunque, WomenX Impact ha compiuto enormi passi in avanti con l'obiettivo numero uno di ispirare, sostenere e connettere le persone, specialmente le donne, attraverso una serie di iniziative di portata internazionale, dimostrando un impegno costante nel promuovere la parità di genere e la crescita personale e professionale di chiunque voglia esserne parte.
Poche settimane fa in Islanda le donne dell’intero Paese hanno incrociato le braccia per protestare contro il gender gap e la violenza di genere. In Italia siamo molto lontani dagli obiettivi fissati dall’UE. Quali sono a suo parere i problemi principali nel nostro Paese?
In Italia c’è ancora molta strada da fare in termini di parità di diritti tra uomini e donne e, a mio avviso sì, siamo molto distanti dagli obiettivi stabiliti dall'Unione Europea. Ciò è in parte dovuto a diversi problemi tra cui il gender gap economico, l’equilibrio di genere nelle decisioni e la violenza di genere.
Per quanto riguarda il primo, in Italia purtroppo persiste un notevole divario di genere in termini di accesso al mercato del lavoro e retribuzione: le donne sono spesso sotto-rappresentate in posizioni di leadership e guadagnano molto meno rispetto agli uomini per le stesse mansioni. Nel report 2023 del Global Gender Gap, infatti, il nostro Paese risulta al 79esimo posto su 146 Paesi.
Quanto all’equilibrio di genere nelle posizioni decisionali, sia nel settore pubblico che in quello privato, ci sarebbe molto da dire: purtroppo c’è ancora una notevole sottorappresentazione femminile nei consigli di amministrazione e in altre cariche di potere. Secondo il Rapporto Consob, sono ancora poche le donne ai vertici, nel 2% dei casi sono amministratrici delegate e nel 4% presidenti.
Per ultimo, ma non per importanza, la violenza di genere rimane un problema serio e diffuso in Italia, con alti tassi di violenza domestica e discriminazione basata sul genere. Secondo i dati del report settimanale del Viminale, il 13 agosto scorso sono stati registrati 205 omicidi, con 74 vittime donne, di cui 59 uccise in ambito familiare/affettivo.
Si dibatte moltissimo negli ultimi tempi di semantica: c’è chi dice che per combattere il divario di genere, soprattutto sul lavoro, sia necessario adeguare i termini che usiamo (avvocato, avvocata, architetto, architetta) e chi invece la ritiene una battaglia sprecata, che poco serve alla causa. Lei cosa ne pensa?
La scelta di adeguare la semantica può essere vista come un modo per rompere una volta per tutte con le convenzioni tradizionali. Tuttavia, è fondamentale comprendere che la parità di genere, quella vera, richiede azioni concrete, come politiche aziendali che promuovano il dialogo e la totale eliminazione delle disparità salariali. La semantica rappresenta sicuramente un passo simbolico, ma è fondamentale che sia accompagnata da misure più sostanziali per ottenere risultati significativi e tangibili nei diversi contesti in cui le donne si trovino ad operare.
Quali sono i principali pregiudizi che incontrano le donne nel mondo del lavoro, e quali sono secondo lei le strategie per combatterli e arrivare alla loro eliminazione?
Nel mondo del lavoro, le donne si scontrano con una serie di pregiudizi che ostacolano la loro crescita professionale. Alcuni pregiudizi comuni, ad esempio, includono l'idea che le donne siano meno idonee per le posizioni di leadership o che siano meno capaci e preparate in ambiti più tecnici.
VEDI ANCHECultureGender Equality Index: la vita delle donne in Europa migliora, ma serve la piena paritàPer andare oltre queste barriere, è necessario promuovere attività di sensibilizzazione e formazione all’interno delle organizzazioni, adottare politiche di diversità e inclusione in ogni settore e supportare la leadership femminile e lo sviluppo di carriera. Infine, certamente, è fondamentale garantire che le valutazioni e le promozioni siano basate su criteri oggettivi e non su stereotipi di genere.
C’è un attuale modello di business e leadership al femminile cui guardare come “faro” e modello, secondo lei? E una persona che lo incarna?
Sicuramente penso a Sheryl Sandberg, imprenditrice e funzionaria statunitense, ex direttrice operativa di Meta, un importante punto di riferimento nel mondo tech e simbolo di empowerment femminile.
Nel suo libro “Lean In: Women, Work, and the Will to Lead”, Sandberg sostiene l’importanza di fornire alle donne tutti gli strumenti necessari per esprimere il loro massimo potenziale nella loro vita e carriera attraverso, ad esempio, attività di mentoring. Per questo motivo, e non solo, ho deciso di lanciare il programma di Mentoring di WomenX Impact, per fornire supporto a 360° alle donne e a chiunque ne avesse bisogno. Inoltre, il suo motto “Done is better than perfect” (“Fatto è meglio di perfetto”) è ciò che guida le mie scelte e la mia carriera perché per avere successo bisogna rischiare, lanciarsi, sbagliare, fallire e rialzarsi. Aspettare il momento giusto per cambiare lavoro, lanciare un progetto e dare forma ai propri sogni non è mai la soluzione: non ci sarà mai un momento giusto per iniziare qualcosa. Il momento giusto è adesso.
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