Girls Code It Better, il progetto che aiuta le ragazze a farsi strada nel mondo dell’innovazione digitale
Sono riunite sotto l’egida dell’acronimo “STEM” - Science, Technology, Engineering and Mathematics - e sono tradizionalmente associate al mondo maschile. Eppure di donne che eccellono e hanno raggiunto risultati straordinari nei campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica ce ne sono state e ce ne sono tantissime (tanto per citarne una, proprio in questi giorni l’astronauta Samantha Cristoforetti è tornata nello spazio per la sua seconda missione), eccellenze che oggi non bastano a “desessualizzare” queste discipline.
Il gender gap nell'innovazione digitale: Italia agli ultimi posti nel Women in Digital Scoreboard
L’innovazione digitale, insomma, per l’Italia non è donna. Lo dimostra anche il Women in Digital Scoreboard 2021, l’indice di valutazione annuale con cui la Commissione Europea valuta il contributo delle donne all’economia digitale: a livello europeo il divario di genere nelle competenze digitali specialistiche è ancora netto e l’Italia si posiziona in fondo alla classifica, facendo meglio soltanto di Ungheria, Polonia, Bulgaria e Romania.
E questo nonostante la crescente richiesta di professionalità in questo campo: a livello generale, solo il 19% degli specialisti in tecnologie dell'informazione e della comunicazione e circa un terzo dei laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica sono donne, una situazione invariata ormai da anni che rende altamente improbabile raggiungere la parità di genere in questo campo entro il 2030, così come da obiettivo fissato dall'UE.
I pregiudizi d’altronde ci sono, e sono anche ben radicati: alle bambine le materie letterarie, ai bambini matematica e scienze. Se a questo si aggiunge un tasso di disoccupazione galoppante che impatta soprattutto nell’universo femminile, se proprio a bambine e ragazze non vengono offerte nuove opportunità e la possibilità di formarsi nelle discipline e nei campi cui il mondo del lavoro guarda con più interesse, il risultato (deludente) è duplice: poche donne nel digitale e poca possibilità, per il nostro Paese, di offrire eccellenze.
Girls Code It Better, il progetto che avvicina le ragazze alla STEM
In questo contesto diventa dunque fondamentale aiutare le ragazze a prendere consapevolezza del fatto che nel mondo dell’innovazione digitale tecnologica c’è spazio anche per loro, e aiutarle a scegliere il miglior percorso formativo. Che è l’obiettivo che si è posta Costanza Turrini quando, nel 2014, ha ideato Girls Code it Better, un progetto gratuito di creatività digitale e imprenditorialità dedicato alle ragazze delle scuole secondarie di primo e secondo grado. L’idea era di lavorare nelle scuole per favorire l'interesse per il digitale e l’innovazione, sostenendo la scelta di percorsi formativi lontani dagli stereotipi che escludono le ragazze dai settori più interessanti del futuro.
VEDI ANCHECultureDevelhope, la scuola di coding che avvicina le ragazze alla programmazioneTurrini, originaria di Reggio Emilia, ha lanciato il progetto nell’anno scolastico 2014-2015, e da allora ha realizzato 309 club, coinvolgendo più di 6.000 ragazze e 155 scuole in 14 regioni in giro per l’Italia. Nell’anno scolastico 2021/2022 sono stati attivati 80 club, ed è arrivato anche un ambito riconoscimento: Girls Code It Better ha vinto il Premio Nazionale per le Competenze Digitali di Repubblica Digitale nella categoria “Digitale contro il divario di genere” promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale e realizzato con la collaborazione di Formez PA.
L’obiettivo del premio è mettere in luce le migliori iniziative di sviluppo delle competenze digitali realizzate da terzo settore, pubbliche amministrazioni e imprese e individuare pratiche di formazione innovative che propongono un approccio al digitale semplice. Girls Code It Better è stato selezionato come vincitore, e le ragazze coinvolte si ritroveranno il 7 maggio dalle 14.30 alle 18 in un evento virtuale che le vedrà ancora una volta protagoniste, impegnate nel presentare i loro progetti agli ospiti e agli spettatori.
La lotta ai pregiudizi che incidono sulla scelta della carriera
«Siamo orgogliosi dell’importante riconoscimento ricevuto, è per noi la testimonianza della bontà del progetto, che ci vede intervenire prima che il pregiudizio che vede le ragazze poco inclini ad alcuni settori reputati maschili si sia affermato - ha spiegato Turrini, che nel 2021 è stata nominata Learning Hero da Twinkl, piattaforma didattica e casa editrice globale - Molte ricerche affermano che già nella scuola primaria molti bambini e bambine assimilano l’idea che il talento sia una qualità di sesso maschile».
«Questo stereotipo comincia presto a modellare gli interessi nell’infanzia ed è probabile che, soprattutto per le bambine, contribuisca a restringere la gamma di scelta della carriera futura - prosegue Turrini - Con Girls Code it Better ci auguriamo di annullare questo pregiudizio offrendo alle studentesse uno strumento concreto per scegliere il percorso scolastico, accademico e/o lavorativo più adatto a loro».
Le studentesse che partecipano a Girls Code It Better hanno la possibilità di toccare con mano, attraverso laboratori extrascolastici, percorsi scolastici e lavorativi di tipo scientifico. Una formazione teorica e pratica che le prepara sia per l’università sia per il mondo del lavoro, e che viene svolta con la guida di un coach-docente, di un insegnante della scuola e di un coach-maker, una figura che ha invece competenze prettamente. Le classi, composte da 20 ragazze, affrontano un tema ed elaborano un progetto che prevede lo sviluppo di un’area tecnica strumentale a scelta tra schede elettroniche e automazione, progettazione, modellazione e stampa 3D, web design e web development, programmazione app e gaming, realtà virtuale e aumentata e videomaking.
«In un mondo sempre più “tecnologico” le aziende hanno bisogno di persone con competenze tecniche: la disponibilità di queste risorse determinerà il successo o meno dei paesi. In questa competizione l’Italia sta giocando con solo metà della squadra: senza le ragazze - sottolineano da Officina Futuro Fondazione W-Group, società che promuove il progetto GCIB - L’universo femminile infatti non sceglie percorsi professionali in ambito STEM. Abbiamo deciso d’investire sul paese: mettere ragazzi e ragazze sulla stessa linea di partenza per stimolarli a una competizione sana, fatta di squadre eterogenee e bilanciate nelle quali la differenza di intelligenze, prospettive, esperienze produca innovazione».