Due borse di studio per diminuire il Gender Gap nell’industria musicale

Dalla collaborazione tra Equaly, POCHE Cltv e SAE nascono due borse di studio riservate alle donne riferite ai corsi in partenza a febbraio 2023 di Urban Music Production ed Electronic Music Production. Il progetto è stato lanciato il 25 novembre durante un evento della Milano Music Week, con l’obiettivo di diminuire il gender gap nell’industria musicale

Ad oggi l’industria musicale si presenta come un settore prettamente maschile dove lo spazio riservato alle donne è limitato, soprattutto in alcuni ruoli.

Una formazione specializzata è il primo passo per rendere più accessibile alle ragazze professioni che di solito vengono svolte soprattutto dagli uomini. È proprio per fornire strumenti adatti e propedeutici all’ingresso nel mondo del lavoro che SAE Institute, Poche Clvt ed Equaly hanno creato due borse di studio per i corsi di Urban Music Production ed Electronic Music Production in partenza a febbraio 2023. Il gender gap si combatte a cominciare proprio dalla scuola.

SAE Institute ha messo in luce come la presenza di donne nel mondo della musica sia marginale, soprattutto quando si tratta di produzione: parliamo del caso di Marta Salogni, sound engineer bresciana che è riuscita a farsi strada, ottenendo riconoscimenti anche a livello internazionale.

Il gender gap è dunque evidente, ma sembra che la situazione stia lentamente cambiando e lo dimostrano istituzioni più consolidate e legate alla tradizione, come la New York Philarmonic, dove per la prima volta dalla sua fondazione il numero delle musiciste supera quello dei colleghi uomini.

Ci sono voluti quasi duecento anni, ma sembra che si stia finalmente dando il giusto riconoscimento agli artisti, indipendentemente dal loro genere

Sae Institute, Poche Cltv ed Equaly: borse di studio contro il gender gap nella musica

In occasione della Milano Music Week, il 25 novembre si è tenuto il panel Il ruolo della donna nell’industria musicale, sul tema della disparità di genere nel settore. Durante l’incontro sono state annunciate due borse di studio dal valore di 5400 euro ciascuna, che nascono dalla collaborazione tra SAE Institute, network di formazione in ambito creative media; POCHE Cltv, collettivo di music producer italiane; Equaly, community di cantautrici, interpreti, musiciste, producer, foniche. Le borse di studio sono dedicate alle ragazze e si riferiscono ai corsi di Urban Music Production ed Electronic Music Production in partenza a febbraio 2023.

L’evento di lancio delle borse di studio
L’evento di lancio delle borse di studio

SAE Institute si impegna per rendere più inclusivo un settore quasi esclusivamente maschile - le borse di studio riservate alle donne ne sono l’esempio - e cerca di porre l’attenzione sulla forte diseguaglianza nell’industria musicale. Il network ha deciso di studiare con attenzione i numeri effettivi di questa disparità e per farlo ha creato il progetto Women in Music (2021), di cui Alessandra Micalizzi, PhD, psicologa e internal lecturer di SAE, è responsabile.

A livello internazionale è emerso che nella produzione il rapporto donna-uomo è 1 a 37, invece sono poco più del 12% le ragazze che si dedicano alla scrittura di testi e musica

Questa tendenza viene confermata anche in Italia dove, però, si fa ancora più evidente. Analizzando complessivamente i brani incisi durante il 2020, si è calcolato che il 92% di questi è stato scritto da uomini mentre solamente l’8,15% è opera di donne.

Lo stesso quadro viene presentato dalla classifica di Billboard Italia e da quella di Spotify: la prima evidenzia come tra le canzoni di successo nel periodo che va dal 2012 al 2020 solo il 2,6% sia stata curata da produttrici, la seconda, invece, rivela che in Italia le musiciste sono il 14% del totale degli artisti presenti nelle classifiche della piattaforma.

Superare il gender gap nella musica: l’esempio di Marta Salogni

I dati parlano chiaro: il gender gap nel mondo della musica è ben radicato, soprattutto quando si tratta di produzione. Si è scontrata con un’industria fortemente maschilista anche Marta Salogni, sound engineer bresciana trasferita a Londra.

È giovanissima quando comincia a sperimentare al banco di mixaggio del centro sociale Movimento 47 di Brescia, guidata dal fonico Carlo Dall’Asta. Dopo la maturità capisce che l’Italia non può offrire grandi opportunità formative e lavorative nel settore e decide di partire alla volta del Regno Unito, dove lavora come sound engineer a tutto tondo, dedicandosi anche a produzione e mixaggio.

Gavetta, studio e tanta pratica la portano a collaborare con artisti internazionali del calibro di Björk e dei Depeche Mode e nel 2022 viene premiata come Best Producer del Regno Unito.

Quando ha raccontato dei suoi esordi ha ricordato come le colleghe si contassero sulla mano: quasi tredici anni dopo la situazione sembra essere migliorata, anche se lo squilibrio è ancora netto.

Audizioni al buio alla New York Philarmonic

Segni che qualcosa sta lentamente cambiando arrivano anche da istituzioni consolidate e con una lunga storia alle spalle come la Filarmonica di New York.

Per la prima volta dalla sua fondazione - correva l’anno 1842 - la New York Philarmonic conta un numero superiore di musiciste rispetto ai colleghi uomini, 45 contro 44: notevole, se si pensa che solamente nel 1966 una donna è entrata a far parte dell’orchestra come membro permanente

La New York Philarmonic
La New York Philarmonic

Di fronte ad un iniziale squilibrio numerico così evidente, la Filarmonica ha adottato una modalità di selezione per reclutare nuovi elementi solo sulla base del merito: è così che a partire dagli anni Settanta viene dato il via alle audizioni al buio.

Gli aspiranti musicisti vengono nascosti dietro un paravento e si esibiscono di fronte ad una commissione che si trova così a giudicare in modo libero, neutrale ed inclusivo la performance, senza parametri quali genere, provenienza o età

Si dà spazio al talento al di là dei pregiudizi, ma la New York Philarmonic è davvero così inclusiva? Purtroppo, non del tutto: i ruoli direzionali - e di conseguenza gli stipendi più consistenti - sono quasi esclusivamente appannaggio maschile e alcune minoranze sono ancora poco presenti tra le fila dei musicisti.  

La strada verso l’inclusione è ancora lunga, ma qualcosa si è finalmente mosso.

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