La svolta storica dell’Aifa: la pillola anticoncezionale sarà gratuita

L'Agenzia italiana del farmaco ha approvato la decisione di rendere gratuita parte dei contraccettivi ormonali per le donne di tutte le fasce d'età

Svolta storica sulla contraccezione in Italia. Venerdì 21 aprile, giornata nazionale per la salute della donna, il comitato prezzi e rimborsi dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha infatti approvato la decisione di rendere gratuita parte dei contraccettivi ormonali per le donne di tutte le fasce d'età, per un investimento totale da parte dello Stato di 140 milioni di euro.

La scelta dell’Aifa, che è l’agenzia chiamata a esprimere pareri sulla classificazione dei farmaci e sulla loro eventuale gratuita, comporta quindi che l’acquisto dei farmaci anticoncezionali sarà a carico del servizio sanitario nazionale, e sarà sufficiente la prescrizione del medico curante per ritirarli in farmacia. A QuotidianoSanità Giovanna Scroccaropresidente del Cpr Aifa, ha spiegato che «sono stati valutati, all'interno di 3 categorie di farmaci contraccettivi individuati e divisi per “generazione”, i prodotti meno cari, che sono stati resi gratuiti». Non è ancora chiaro però quali farmaci verranno effettivamente resi gratuiti, e cioè se si parla soltanto della pillola anticoncezionale, uno tra i metodi più diffusi, o se saranno compresi anche altri farmaci che agiscono a livello ormonale, e dunque cerotti e anelli. 

Una gratuità prevista per legge ma quasi mai garantita

Per diventare ufficiale ed effettivo, il provvedimento dovrà prima passare il vaglio del consiglio di amministrazione dell’Aifa, e poi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Le tempistiche con cui avverrà non sono chiare, così come non è chiaro appunto quali saranno i farmaci anticoncezionali resi gratuiti, ma si tratta comunque di un notevole passo avanti su una questione di cui si dibatte da tempo e già sul tavolo dell’Aifa, complice il fatto che la contraccezione in Italia è tutta a pagamento nonostante che la gratuità sia prevista dalla legge numero 405 del 1975, quella che istituisce i consultori, ripresa dalla 194 del 1978 sull’aborto.

All’articolo 1, comma d) della legge 405 del 1979, infatti, si legge che tra gli scopi del servizio di assistenza alla famiglia e alla maternità c’è anche «la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza consigliando i metodi ed i farmaci adatti a ciascun caso». Nonostante le garanzie di legge, in Italia la contraccezione non è però mai stata resa ufficialmente gratuita, e sono quasi sempre i consultori, in collaborazione con aziende sanitarie e Regioni, a stabilire se e quando distribuirla gratuitamente. A livello italiano le Regioni che hanno deciso di rendere gratuita la pillola anticoncezionale sono Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia, insieme con la Provincia Autonoma di Trento. In tutti i casi, però, vi sono delle limitazioni, e in generale la gratuità non è universale.

Le Regioni che distribuiscono gratis i contraccettivi

Nel Lazio, l’ultimo ad aggiungersi alla lista (da febbraio 2023), la gratuità è prevista per le donne sotto i 25 anni, mentre in Piemonte la giunta regionale ha stabilito che «la distribuzione gratuita di contraccettivi è prevista per le donne di età inferiore a 26 anni e per le donne di età compresa tra 26 e 45 anni con disoccupazione o colpite dalla crisi, nel post IVG (entro 24 mesi dall’intervento) e nel post partum (entro 12 mesi dal parto)». Per questa platea di persone, l’erogazione gratuita riguarda contraccettivi ormonali (orali, trans dermici e per via vaginale), impianti sottocutanei, dispositivi intrauterini (IUD al rame o con rilascio di progestinico), contraccezione d’emergenza (ormonale o IUD al rame), preservativi femminili e maschili. 

In Emilia Romagna, invece, dal primo gennaio 2018 possono ricevere gratuitamente contraccezione e consulenza da parte del medico o dell’ostetrica donne e uomini con meno di 26 anni e donne di età compresa tra i 26 e i 45 anni con esenzione di disoccupazione o lavoratrici colpite dalla crisi, nei 24 mesi successivi a una interruzione volontaria di gravidanza e nei 12 mesi successivi al parto.

In Toscana, hanno diritto ad avere gratuitamente i contraccettivi le persone iscritte al Servizio sanitario nazionale residenti o domiciliati in Regione tra i 14 e i 25 anni, tra i 26 e i 45 in difficoltà economiche e le donne tra i 26 e i 45 entro 12 mesi dal parto o entro 24 dall’interruzione volontaria di gravidanza, oltre che gli studenti e le studentesse iscritti alle tre Università toscane di Firenze, Pisa e Siena e all'Università per stranieri di Siena, fino ai 25 anni di età. Nella lista dei contraccettivi gratuiti ci sono pillola, cerotto, anello vaginale, dispositivi intrauterini e sottocutanei e profilattici.

Anche in Puglia, prima Regione a introdurre la gratuità della contraccezione nel 2008, possono fare richiesta le donne sotto i 24 anni e le donne con reddito inferiore a una determinata soglia. Nella Provincia Autonoma di Trento, la gratuità è per donne sotto i 25 anni.

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