Giustizia mestruale: il manifesto di WeWorld contro tabù e pregiudizi
Silenzio, leggende e falsi miti avvolgono le mestruazioni. Ancora oggi il ciclo mestruale si scontra con tabù e pregiudizi, spesso alimentati da una narrazione che mostra le donne come eroine che devono far fronte a un problema e districarsi tra mille peripezie. Questo è un tipo di racconto che strumentalizza il corpo delle donne e agisce a sfavore dell’emancipazione femminile.
I tabù che riguardano le mestruazioni variano da cultura a cultura: tra questi, una credenza ricorrente associa le mestruazioni a concetti di sporco e impurità. Le donne possono essere considerate "impure" durante il loro ciclo mestruale, e ciò può portare a restrizioni su ciò che possono e non possono fare.
In alcune culture, c'è il pregiudizio che le donne durante le mestruazioni siano fisicamente deboli o incapaci di svolgere attività normali. Questo può portare a discriminazioni sul posto di lavoro o nell'ambito dello sport, dove le donne possono essere considerate meno capaci a livello fisico durante il loro ciclo mestruale. Ad amplificare la percezione delle mestruazioni come tabù si aggiunge l’incapacità di chiamarle con il loro nome preferendo nomi allusivi tramandati da generazione a generazione.
La mancanza di informazione è un altro elemento che rende le mestruazioni un argomento tabù. Questo può contribuire ad alimentare sentimenti di vergogna o imbarazzo che sfociano spesso nello stigma sociale
Le persone che hanno le mestruazioni si sentono imbarazzate o giudicate e rischiano di essere escluse dalla vita sociale. Questi meccanismi hanno impatti sulla mentalità e sullo stile di vita di ragazze e donne, ma soprattutto sulla loro salute e i loro diritti.
Affrontare questi tabù e pregiudizi richiede un cambio culturale e un maggiore accesso all'istruzione, alle risorse e alle informazioni riguardanti le mestruazioni, in modo da promuovere una comprensione più aperta e positiva della salute femminile.
Le mestruazioni tra stigma e “period poverty”
Ogni mese, circa 1,8 miliardi di persone nel mondo hanno le mestruazioni. Alcune non possono permettersi i prodotti mestruali che servono a gestire il sangue mestruale, altre non hanno accesso a informazioni corrette sull’igiene mestruale. Questo non è solo un potenziale rischio per la salute, può anche significare che l’istruzione, il benessere e talvolta la vita delle persone con mestruazioni vengano colpiti.
L'impossibilità di permettersi i prodotti per le mestruazioni, la mancanza di spazi sicuri e igienici per gestirle e l’accesso a informazioni corrette è chiamata “period poverty”
Oltre alla povertà mestruale, molte ragazze e donne devono affrontare anche lo “stigma mestruale”. Per alcune persone nascondere le mestruazioni è una questione di pudore. Dietro allo stigma ci sono secoli di repressione e pregiudizi che associano le mestruazioni alla vergogna e spingono le donne a mettere in atto dei meccanismi di protezione come nascondere gli assorbenti. In questo modo si crea imbarazzo ed esitazione quando si parla apertamente del tema.
Secondo uno studio dell’organizzazione non governativa ActionAid, le conseguenze della povertà mestruale possono essere varie. Le ragazze spesso perdono uno o più giorni di scuola durante il ciclo mestruale, con impatti negativi sulla loro istruzione. In Africa una ragazza su 10 non va a scuola perché non ha accesso ai prodotti mestruali o perché non ci sono bagni sicuri da utilizzare a scuola. Inoltre, la perdita dell’istruzione innesca dei meccanismi che aumentano le probabilità di matrimoni precoci per le ragazze.
Alla povertà mestruale sono connessi gravi rischi per la salute, per esempio quando le persone sono costrette a utilizzare stracci sporchi che possono causare infezioni. ActionAid precisa che i rischi possono essere maggiori se la donna o la ragazza ha subito una mutilazione genitale femminile (MGF).
I 6 passi per promuovere la giustizia mestruale in Italia
«Hai mai perso giorni di scuola o lavoro, o rinunciato alle attività che ti piacciono, perché avevi le mestruazioni? Hai mai provato a parlare di dolore mestruale con del personale medico che ha minimizzato o non ha preso sul serio il tuo dolore? Quante volte ti hanno detto che eri irritabile perché avevi le mestruazioni? Quante volte hai nascosto l'assorbente mentre andavi in bagno per cambiarti? Ti hanno mai fatto sentire a disagio perché ti stavi avvicinando alla menopausa?». WeWorld, organizzazione italiana impegnata in progetti di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario per garantire i diritti a tutte le persone e in primo luogo alle comunità più vulnerabili, parte da queste domande per stilare i sei punti fondamentali del manifesto per la giustizia mestruale.
Prima di elencare i punti del manifesto, WeWorld precisa che
non si può parlare solo di ragazze e donne con le mestruazioni, si deve parlare di persone «perché non tutte le donne hanno le mestruazioni e non tutte le persone che hanno le mestruazioni sono donne
- Chiamiamole con il loro nome, chiamiamole tutt3. Il primo passo per rompere lo stigma è nominare e parlare di mestruazioni in maniera corretta, positiva e non giudicante, così come di peri-menopausa e menopausa, senza usare eufemismi.
- Il ciclo mestruale non è un lusso: Iva 0%. La Tampon Tax (la tassa sui prodotti mestruali) è un’ingiustizia che colpisce tutte le persone con ciclo mestruale. Bisogna abolire l’Iva.
- Prodotti mestruali gratuiti in tutte le scuole ed edifici pubblici. Avere prodotti mestruali gratuiti e disponibili per chiunque è una questione di salute pubblica e di diritti umani, che permette di combattere la povertà mestruale e vivere le mestruazioni con dignità. Per questo dovrebbero essere disponibili in scuole, presidi comunali, uffici postali e altri luoghi pubblici.
- Educazione sessuo-affettiva nelle scuole. Non può esserci giustizia mestruale senza corretta informazione e consapevolezza di sé e del proprio corpo. Un’educazione completa è un intervento preventivo fondamentale.
- Prendiamoci cura. La salute mestruale ci dice tanto della salute complessiva di una persona, per questo è importante prendersene cura e monitorare eventuali anomalie. Molte persone, però, vivono dolori invalidanti. WeWorld chiede di inserire la sindrome premestruale e le altre patologie legate al ciclo mestruale tra i Livelli essenziali di assistenza (LEA), in modo che la loro cura sia garantita dal Servizio Sanitario Nazionale, come fatto per l’endometriosi.
- Congedo mestruale. Concedere alla persona con mestruazioni la possibilità di prendere ferie o di usufruire di giorni di malattia extra e retribuiti dal proprio impiego e/o lavorare in maniera flessibile. Diversi paesi, come Spagna, Giappone, Korea del Sud, lo hanno già adottato.