

Belfortissimi, sette ragazzi e una storia di trekking inclusivo
Il valore sociale di questo progetto è stato riconosciuto lo scorso 24 Febbraio 2023 a Palazzo del Quirinale. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito ai Belfortissimi una targa di merito “per la forza inclusiva della loro amicizia".
Scopriamo insieme la storia dei Belfortissimi e le sfide personali che hanno affrontato e le conquiste personali che hanno raggiunto grazie al loro impegno e determinazione.
Ciao Ragazzi, come è nata l’idea di Belfortissimi e perché avete scelto questo nome particolare?
Belfortissimi è un gruppo di ragazzi residenti a Belforte all'Isauro (un piccolo paesino dell'entroterra marchigiano), prima protagonista di alcuni progetti a sfondo sociale a favore della comunità locale, poi diventato un’associazione specializza nel trekking inclusivo e senza barriere, percorrendo sentieri e cammini in Italia e all’estero (tra cui Cammino di Santiago, la Via degli Dei e il Cammino di San Nilo) con una “Joëlette”, ovvero una carrozzina fuoristrada che permette a persone con disabilità di fare escursioni con l’aiuto di accompagnatori. Il nostro nome è semplicemente un’elevazione all’ennesima potenza di ciò che siamo e del luogo da cui proveniamo.
La vostra è un’amicizia che dura da parecchi anni, com’è nata?
Quella che lega il gruppo è un’amicizia autentica e genuina che esiste dai tempi della scuola e che si è poi fortemente consolidata nel corso degli anni.

Quali sono le sfide più significative e le difficoltà maggiori che avete affrontato lungo i vari cammini?
I cammini in sé rappresentano delle sfide e ciò che li rende speciali è la loro configurazione unica, ovvero il fatto di essere un mix tra imprese sportive (in quanto la loro difficoltà con la Joëlette è notevole e non è cosa da tutti) e viaggi indimenticabili fatti con i propri amici. Le maggiori difficoltà incontrate riguardano l’aspetto fisico-mentale, l’aspetto della convivenza e della collaborazione, l’aspetto prettamente sentieristico e infine quello riguardante l’accessibilità.
Quali sono stati invece i principali obiettivi che vi siete prefissati nei vari cammini?
In verità non ci siamo mai posti veri e propri obiettivi se non quelli legati al divertimento e al massimo godimento delle esperienze. Ovviamente quella di arrivare in fondo ai vari cammini è sempre un’emozione unica, in quanto rappresenta il coronamento di un impegno e di tanto lavoro di squadra.
Qual è stato l’ultimo cammino? Ci potete raccontare qualche momento o ricordo particolare?
Il nostro ultimo progetto ci ha visti impegnati nel Cammino di San Nilo, un percorso di 104 km nella regione del basso Cilento, in provincia di Salerno, che parte da Sapri e termina a Palinuro, snodandosi nell’entroterra campano. Oltre all’emozione della partenza e dell’arrivo, un ricordo che ci porteremo dietro sarà quello legato alle splendide persone che abbiamo incontrato, al loro aiuto e all'accoglienza del presidente della ProLoco Silvano Cerulli.
Qual è stato il percorso più difficile?
I vari cammini che abbiamo fatto sono tutti a modo loro distinti da delle difficoltà. Sicuramente l’esperienza più lunga e temprante è stata quella del Cammino di Santiago, tuttavia a livello sentieristico la Via degli Dei e il Cammino di San Nilo hanno presentato maggiori barriere.
Che consigli dareste ad altre persone che desiderano intraprendere un cammino simile, disabilità o meno?
Sicuramente il consiglio che noi possiamo dare è quello di buttarsi a capofitto nell’esperienza godendosi a pieno il cammino, senza troppi obiettivi o pretese ma con l’intento di vivere una storia che poi potrà essere raccontata con entusiasmo.
Progetti per il futuro?
Si, abbiamo in mente un nuovo progetto per il 2024, tuttavia non sapendo ancora la sua vera fattibilità non possiamo dire nulla. Non vi resta che seguirci sui social e visitare il nostro sito!
Siamo certi che il vostro percorso continuerà ad illuminare il mondo, ispirando altri a superare le barriere e scoprire la bellezza dell'inclusione e valore dell'amicizia!